• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.3/02781 (3-02781)



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02781presentato daGRILLO Giuliatesto diGiovedì 24 febbraio 2022, seduta n. 645

   GRILLO, VILLANI, MARTINCIGLIO, PENNA, SAITTA, LUCIANO CANTONE e DIENI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   in base ai dati ed alle ricerche dell'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in Italia vi è una scarsa consapevolezza del rischio maremoto, derivante dal fatto che gli tsunami, fortunatamente, accadono meno frequentemente dei terremoti, e che l'ultimo tsunami disastroso avvenuto in Italia risale a oltre un secolo fa. Si tratta dello tsunami originato dal catastrofico terremoto di Messina del 1908;

   nel 2018 l'Ingv ha pubblicato il primo modello probabilistico di pericolosità da tsunami di origine sismica per l'area del Mediterraneo e dell'Atlantico nord-orientale;

   numerosi lavori scientifici hanno evidenziato come il nostro Paese sia interessato da una intensa attività tettonica che si è manifestata anche recentemente tramite terremoti disastrosi che hanno causato anche perdita di vite umane. Quando questa attività si manifesta in aree costiere o sottomarine, agli effetti dello scuotimento sismico, si possono associare la creazione di maremoti come quello devastante che ha interessato Fukushima nel 2011, con ripercussioni inimmaginabili dirette ed indirette non solo nelle immediate vicinanze dell'epicentro, ma anche a migliaia di chilometri di distanza;

   il terremoto associato al collasso della caldera di Santorini, ad esempio, ha avuto effetti devastanti in tutte le coste del Mediterraneo centro-orientale;

   la presenza di vulcani attivi nei pressi della costa ed in varie isole del Mar Tirreno rende questa area particolarmente critica;

   Alessandro Amato, geologo, sismologo, già direttore del centro nazionale terremoti dell'Ingv e ora responsabile del Centro allerta tsunami dell'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Cat-Ingv) ha evidenziato, in numerosi lavori scientifici, le faglie attive lungo tutto il versante tirrenico e ligure della penisola. In particolare, lo Stretto di Messina è caratterizzato da un esteso sistema di faglie, che caratterizzano larga parte del versante orientale dell'isola e, in modo particolare, nel settore etneo. In questo settore si è manifestato uno dei principali terremoti italiani del secolo scorso. Il grande terremoto del 1908, che rase al suolo le città costiere adiacenti lo stretto ed in particolare Reggio Calabria e Messina facendo oltre 80 mila vittime ed Amato segnala che circa duemila persone probabilmente morirono per lo tsunami associato al terremoto;

   il rischio di tsunami si estende a tutte le coste italiane dato che terremoti, e dunque maremoti, devastanti sono noti in tutta l'area egea e lungo la costa dalmata –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di tale grave situazione e, per quanto di competenza, quali informazioni possieda circa lo stato dell'arte in merito alle misure di previsione di eventi di questa gravità;

   quali iniziative siano attualmente poste in essere dalla Protezione Civile, in particolare per quanto concerne un sistema di allerta maremoti che possa alleviare i probabili disastri che causerebbe un eventuale maremoto in Italia.
(3-02781)