• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.9/03431-AR/0 ... 9/3431-AR/65. Elisa Tripodi, Sut, Masi.



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03431-AR/065presentato daTRIPODI Elisatesto diLunedì 21 febbraio 2022, seduta n. 642

   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in oggetto che reca disposizione urgenti in materia di termini legislativi;

    nel provvedimento in esame, all'articolo 3 vengono prorogati una serie di termini in materia economica e finanziaria;

    la situazione pandemica generata dalla diffusione del SARS-CoV-2 ha impattato pesantemente sul comparto turistico: sin dal primo trimestre del 2020, tanto a livello mondiale che nei paesi UE, le restrizioni di viaggio e le altre limitazioni hanno determinato un'intensa flessione dei flussi turistici;

    secondo le stime contenute nel Conto Satellite del turismo, il valore aggiunto turistico è stato pari nel 2017 a 93 miliardi di euro, con un peso del 6 per cento sul valore aggiunto totale dell'Italia. Le imprese della filiera turistica erano più di un milione, per il 90 per cento microimprese (1-4 addetti). Ad esse corrispondevano più di 4 milioni di posizioni lavorative (in buona parte a tempo parziale), ovvero il 15 per cento del totale dell'intera economia;

    negli ultimi anni, il turismo nel nostro Paese è stato caratterizzato da una espansione forte e continua. Nel 2019 aveva raggiunto un record assoluto: 131,4 milioni di arrivi e 436,7 milioni di presenze negli esercizi ricettivi, con una crescita, rispettivamente, del +2,6 per cento e dell'+1,8 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2020, a seguito della pandemia da COVID-19, il settore ha subito un profondo shock;

    la crisi economica derivante dal dilagare della pandemia ha, pertanto, colpito un settore nevralgico dell'economia italiana, che nel decennio precedente si era progressivamente rafforzato, riflettendosi negativamente tanto sulle condizioni occupazionali che sul fatturato del settore, più marcati rispetto agli altri comparti;

    i dati forniti dalla Confcommercio, delineano una situazione piuttosto preoccupante: si apprende, infatti, che nel solo primo anno di pandemia il turismo in Italia ha perso, in base ai dati di ISTAT, per quanto concerne gli arrivi nel periodo marzo-dicembre 2020 rispetto al 2019,48,3 milioni di stranieri su 60 e 29 milioni di Italiani su 59,2;

    in termini di presenze, il dato è ulteriormente negativo, le notti trascorse dai turisti a destinazione, si sono ridotte di 154,8 milioni su 203,8 per gli stranieri e di 77,8 milioni su 197,3 per gli italiani. La flessione in negativo ha interessato del 5,8 per cento il contributo all'economia nazionale per la sola parte generata dal turismo, con una riduzione del valore della produzione turistica del 58 per cento e il dato più preoccupante è quello della caduta degli indicatori del segmento turismo montano quantificabile nella misura del 70 per cento;

    si è trattato di una perdita colossale di risorse e ricchezza che non ha gravato solo sulle aree montane, ma sull'intero sistema economico del nostro Paese, per il quale il turismo genera nel complesso, tra componenti dirette, indirette e indotte, poco meno del 14 per cento del Prodotto interno lordo. Con specifico riguardo, poi, al fatturato e alla redditività delle imprese operanti nel settore, i dati disponibili a livello nazionale evidenziano, nel 2020, che il fatturato delle società di capitali operanti nei comparti dell'alloggio, della ristorazione e dell'intrattenimento si sarebbe contratto del 40 per cento, circa quattro volte la riduzione registrata per la media delle imprese;

    come noto, anche il turismo organizzato ha sofferto e soffre ancora in modo particolare delle continue fibrillazioni legate allo spostamento dei viaggiatori a causa della continua recrudescenza del COVID-19; ciò non permette di pianificare progetti per il futuro, con grave incidenza sui redditi di tali aziende;

    i numeri forniti non consentono una ripresa immediata e non potranno neppure essere riassorbiti nei primi mesi del 2022, sé non si programmano interventi poderosi, utilizzando al meglio i provvedimenti di investimento e le riforme messi in campo dall'Europa e dal Governo nazionale per risolvere problematiche aperte da anni e, soprattutto, riposizionare il «prodotto turistico Italia» in un nuovo contesto competitivo, contraddistinto da una domanda nazionale ed estera profondamente modificata dal COVID-19 ma che contemporaneamente può fornire una importante risposta;

    stante l'enorme vastità e diversità di caratteristiche dell'offerta turistica nel nostro Paese e l'esistenza di due stagionalità quadrimestrali – dicembre-marzo e giugno-settembre – sia pure dovendosi tenere conto di ragguardevoli distinguo tra area ed area – consentono di sostenere iniziative mirate ad una distribuzione più ottimale dei flussi nel tempo, ammodernando l'offerta ricettiva e di tutto l'insieme dei servizi turistici e complementari che intorno ad essa ruotano, anche in logica di migliore complementarietà;

    il settore del turismo si trova ad affrontare un'altra brutta battuta di arresto, che non solo determinerà un mancato guadagno, ma in taluni casi, anche un danno emergente a lungo termine, se non si interviene con provvedimenti tempestivi e mirati;

    valutando la situazione e dall'analisi degli strumenti disponibili, non si può non prendere atto, del fatto che il turismo nella sua globalità, a partire da quello montano, è stato uno dei primi settori a risentire pesantemente delle conseguenze della crisi pandemica, non fosse altro perché il concetto su cui basa la sua economia è letteralmente antitetico a quello di «contingentamento degli spostamenti», o peggio ancora, di «lockdown»; ma sarà anche uno degli ultimi ad uscirne, se è addirittura il Documento di Economia e Finanza, anche nell'ultima Nota di aggiornamento, ad affermare che «gli afflussi turistici recupererebbero nel 2022, per poi tornare ai livelli pre-crisi nel 2023»;

    si rende pertanto necessario aumentare nel 2022 l'efficacia delle misure di supporto alle attività economiche messe in campo durante la pandemia: dai crediti d'imposta, a partire da quelli sui canoni di locazione commerciale, ai contributi diretti sulla riduzione di volumi d'affari rispetto al 2019, agli interventi sul costo del lavoro e di rafforzamento degli ammortizzatori sociali in modalità COVID, a quelli per migliorare in modo adeguato e strutturale il livello di accessibilità al credito, alla riduzione della pressione fiscale, prestiti a ventiquattro mesi senza interessi. Si tratta anche di attivare misure mirate e specifiche per rendere vantaggiosa l'attività di investimento nelle aree montane, superando gli attuali divari rispetto ad altri territori ed incentivando la riqualificazione dei contesti imprenditoriali che costituiscono componente essenziale dei sistemi turistici locali e dell'attrattività dei territori;

    proprio per sostenere una ripresa tangibile per l'intero comparto montano, la sospensione del pagamento dell'Imposta Municipale Propria (IMU) in favore di tutti gli operatori economici del settore turistico montano, che dimostrino una perdita di esercizio riferita all'anno 2021, rispetto all'anno 2019 almeno pari al 50 per cento del fatturato, potrebbe rappresentare un piccolo seppur significativo segnale di supporto economico al settore;

    il Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito con modificazioni dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307, parrebbe un valido e concreto strumento per far fronte all'onere derivante dall'impegno richiesto,

impegna il Governo

ad adottare, con interventi tempestivi, tutte le iniziative necessarie, idonee ed adeguate a sostenere le imprese del comparto turistico delle regioni montane che hanno riportato un calo considerevole del fatturato negli ultimi mesi, anche determinato dalle limitazioni imposte a causa della pandemia, finalizzate ad aumentare e rendere sistematico il sostegno al settore, nella gestione della spesa e nell'attuazione degli interventi, al fine di garantire al settore del turismo montano una ripresa costante e duratura, nonché ad adottare appositi strumenti economici favorendo una fiscalità di vantaggio per sostenere gli investimenti nelle aree montane al fine, di contrastare lo spopolamento e la desertificazione antropica delle citate aree.
9/3431-AR/65. Elisa Tripodi, Sut, Masi.