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Atto a cui si riferisce:
S.1/00455 premesso che: i cosiddetti bonus e superbonus edilizi hanno svolto e svolgono tuttora un ruolo importante nella ripresa economica delineata per il post pandemia, configurandosi quale...



Atto Senato

Mozione 1-00455 presentata da ALESSANDRINA LONARDO
martedì 8 febbraio 2022, seduta n.400

LONARDO, QUAGLIARIELLO, ROMANI, BIASOTTI, BERUTTI, CAUSIN, FANTETTI, PACIFICO, ABATE - Il Senato,

premesso che:

i cosiddetti bonus e superbonus edilizi hanno svolto e svolgono tuttora un ruolo importante nella ripresa economica delineata per il post pandemia, configurandosi quale volano in grado di attivare importanti filiere produttive e occupazionali. Stime di settore parlano di una incidenza del 15,2 per cento di crescita del PIL tra gennaio e settembre 2021 nel comparto delle costruzioni;

componente rilevante del successo delle suddette agevolazioni in termini di numero di fruitori e di volumi economici movimentati è stata la possibilità di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, in luogo della detrazione fiscale, per le spese sostenute per gli interventi coperti dai superbonus. Tale facoltà ha infatti consentito l'accesso alle misure anche ai soggetti privi, al momento dell'avvio dei lavori, di disponibilità economica o capienza nel reddito tassabile;

la legge di bilancio per il 2022 (legge n. 234 del 2021) ha previsto la proroga delle diverse scadenze collegate ai vari bonus e superbonus edilizi, confermando lo sconto in fattura e la cessione del credito di imposta come opzioni alternative alle detrazioni;

considerato che per fronteggiare fenomeni di frodi e abusi perpetrati da imprese e general contractor di dubbia etica, denunciati dall'Agenzia delle entrate, il cosiddetto "Decreto Sostegni-ter" ha imposto drastiche limitazioni, prevedendo che la cessione del credito per i bonus edilizi possa avvenire una sola volta, senza possibilità di replica da parte degli operatori tecnici coinvolti nel complesso procedimento. Analoga decisione è stata assunta per quanto riguarda lo sconto in fattura;

rilevato che:

è certamente condivisa e condivisibile l'esigenza di contrastare frodi e abusi nell'utilizzo di questi strumenti di agevolazione fiscale e rilancio economico e occupazionale;

se perpetrata con misure improvvise e generalizzate, impattante addirittura su contratti già in essere, l'iniziativa di contrasto all'illegalità rischia tuttavia di paralizzare ogni attività lecita, non solo vanificando le potenzialità delle agevolazioni in termini di indotto economico, ma causando grave nocumento in ragione di investimenti già effettuati nonché sperequazioni sociali nell'accesso ai bonus edilizi;

osservato che:

le nuove limitazioni si aggiungono a un quadro di complicazioni burocratiche, di rincaro dei prezzi e di difficoltà nel reperimento delle materie prime, impattando peraltro su lavori avviati o programmati per i quali, anche alla luce delle difficoltà menzionate, le imprese avevano già sostenuto investimenti in manodopera e approvvigionamento di materiali, perdendo ora la certezza di vedere i crediti ceduti dai propri clienti accettati dagli istituti di credito;

secondo le stime di Confartigianato, le nuove misure introdotte, e in generale il quadro di incertezza e "volatilità" normativa che ha visto il cosiddetto "superbonus 110%" essere soggetto a ben 9 interventi di modifica nell'arco di 20 mesi, metterebbero a rischio le assunzioni di 127.000 lavoratori già previste dalle imprese del settore per il primo trimestre del 2022;

concluso che come denunciato dai ripetuti allarmi da parte delle organizzazioni di categoria e delle associazioni e degli ordini professionali, le nuove misure rischiano di penalizzare, più che gli autori delle frodi, coloro che hanno operato e programmato nella legalità, nei binari delle possibilità offerte dalla legge,

impegna il Governo a porre in essere ogni iniziativa utile volta a impedire che il giusto e doveroso contrasto alle illegalità non si traduca in una paralisi di un settore trainante per la ripresa produttiva e occupazionale e in un ingiusto danno per i fruitori e per le aziende che hanno già compiuto programmazioni e investimenti ostacolati da un cambio delle regole in corsa, rivedendo a tal fine le decisioni assunte, o quantomeno differendone per i contratti già in essere l'efficacia per un tempo congruo, stimabile in un sette mesi, e sostenendo proposte avanzate nella medesima direzione in ambito parlamentare.

(1-00455)