• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/07433 (5-07433)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07433presentato daVALLASCAS Andreatesto diVenerdì 4 febbraio 2022, seduta n. 633

   VALLASCAS. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi alcuni organi di stampa, hanno fornito alcuni resoconti sulla relazione di fine consiliatura del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps Guglielmo Loy, soffermandosi su alcune criticità che emergerebbero dal documento;

   in particolare, il quotidiano Libero, nell'edizione del 20 gennaio 2022, ha posto l'accento su due questioni di rilievo: quella relativa alla gestione del patrimonio immobiliare dell'ente di previdenza e quella concernente il contenzioso legale;

   in merito alla questione della gestione del patrimonio immobiliare, il quotidiano riferisce che «Sul primo fronte lo scandalo è noto. Decine di migliaia di immobili abbandonati, occupati abusivamente, dati in affitto a canoni irrisori», una situazione che secondo l'Inps sarebbe «sotto controllo» visto che l'istituto, tra l'altro, «sta procedendo a spron battuto nella dismissione dei cespiti»;

   viceversa, secondo il giornale, dai dati del rendiconto sociale, presentato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza, emergerebbe una situazione ben diversa rispetto a quella fornita con le rassicurazioni dall'Ente;

   l'Inps avrebbe «un patrimonio complessivo di circa 2,8 miliardi, rappresentato da 24.601 immobili. La fetta delle proprietà “da reddito” è di oltre 2 miliardi. Tra questi ci sono anche circa 10mila abitazioni (valore un miliardo)»;

   a fronte di questo ingente patrimonio, «l'ente pubblico invece ha chiuso il 2020 con 33 milioni di entrate e [...] 74 milioni di spese», in pratica i 2 miliardi di immobili hanno prodotto (come accade da anni) una perdita netta di 41 milioni;

   la questione del contenzioso e delle liti per «calcoli pensionistici errati, soldi chiesti indietro, assegni non pagati» è ugualmente critica;

   a questo proposito, è il caso di riferire che nel 2020, l'ente avrebbe avuto circa 400 mila cause pendenti, un carico di lavoro e un arretrato che il giornale definisce «mostruoso»;

   ma di grande rilievo, oltre ai numeri dei contenziosi pregressi, sarebbero i dati delle liti concluse e, soprattutto, quelli relativi alle sentenze in cui l'ente sarebbe risultato soccombente;

   il giornale riferisce, infatti, che «Il problema è che l'ente non sempre riesce ad avere ragione, anzi spesso finisce dalla parte del torto. I giudizi favorevoli all'Inps, infatti sono solo il 68 per cento. Vale a dire che una volta su tre è il pensionato ad ottenere un verdetto positivo dai giudizi»;

   ne emergerebbe una situazione di grave danno per il cittadino e per le casse dell'ente, visto che «Il risultato, oltre che un evidente disagio per i cittadini, che spesso sono costretti a rivolgersi al tribunale per vedere riconosciuto un loro diritto, è che i costi lievitano»;

   secondo quanto riferito dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza, i costi delle liti giudiziarie incidono sulle casse dell'ente con una spesa che oscilla tra i 200 e i 230 milioni all'anno, che corrisponderebbero a un decimo dei costi che sarebbero necessari all'intero funzionamento dell'Inps che attualmente impiegherebbe poco meno di 30mila dipendenti;

   i dati della relazione di fine consiliatura farebbero emergere una grave situazione nella gestione dell'ente previdenziale, una situazione inaccettabile se confrontata con le misure adottate negli anni per rendere più efficiente ed equo il sistema previdenziale, con il passaggio dal sistema retributivo al contributivo e il differimento dell'età pensionabile, tutte misure che starebbero penalizzando oltre modo i lavoratori italiani –:

   se quanto esposto in premessa corrisponda al vero e se non ritengano opportuno, per quanto di competenza, assumere iniziative, anche di natura normativa, volte a promuovere un processo di riordino della gestione del patrimonio immobiliare dell'Inps e delle stesse attività connesse alle liti giudiziarie, al fine di contenere le spese e assicurare una maggiore redditività del patrimonio.
(5-07433)