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Atto a cui si riferisce:
C.4/09779 (4-09779)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 25 gennaio 2022
nell'allegato B della seduta n. 632
4-09779
presentata da
FERRO Wanda

  Risposta. — Facendo seguito alla interrogazione (n. 4/09779) da Lei presentata il 12 luglio 2021, fornisco, di seguito, alcuni elementi utili di valutazione, rispetto ai profili evidenziati.
  In primo luogo, mi preme ribadire che l'individuazione della cosiddetta «quota Sud» del piano e del fondo complementare – il famose 40 per cento delle risorse territorializzabili, circa 82 miliardi – è stata resa possibile in ragione del complesso e puntuale lavoro svolto dagli uffici di questo Ministero, in collaborazione, ovviamente, con tutte le amministrazioni centrali. Lavoro grazie al quale si è riusciti a stimare puntualmente il riparto territoriale per ogni singola linea di intervento delle 6 missioni del piano.
  Si tratta, come noto, di interventi di diversa ed eterogenea natura: alcuni sono definiti e geograficamente collocati (quali quelli infrastrutturali come l'alta velocità, i porti o l'infrastrutturazione delle Zes), altri si configurano come misure ad assorbimento (è il caso, ad esempio, del superbonus). Per questi ultimi, nel calcolo della cosiddetta «quota sud» sono stati usati criteri di riparto più prudenziali basati sui dati storici.
  Tra le diverse tipologie vi sono, infine, misure a bando – come ad esempio la costruzione di asili nido, di impianti di trattamento rifiuti o di depurazione delle acque – per le quali si sono usate stime di riparto basate sulle esigenze, sui divari e sulla capacità progettuale.
  L'obiettivo che si è perseguito non è stato soltanto quello della programmazione, ma anche quello della preparazione delle condizioni per la concreta attuazione e monitoraggio della «quota sud».
  Ed invero, grazie all'intervento normativo introdotto in sede di conversione del decreto-legge «Governance e semplificazioni» si è reso cogente il vincolo di incidenza territoriale degli investimenti del PNRR del 40 per cento anche sulle misure che saranno gestite tramite bando (confrontare articolo 2, comma 6-bis, del decreto-legge n. 77 del 2021 convertito con legge 29 luglio 2021, n. 108.).
  Questo implica che le amministrazioni centrali titolari di interventi previsti nel PNRR dovranno assicurare, oltre agli interventi infrastrutturali già esplicitamente destinati al Mezzogiorno, anche la destinazione del 40 per cento delle risorse allocabili tramite bandi.
  Non solo. Si è previsto che l'assegnazione delle risorse sia accompagnata da un monitoraggio puntuale dell'effettiva localizzazione degli investimenti svolto al massimo livello dalla cabina di regia, deputata insieme alla struttura centrale tecnica e quelle di missione presso il Ministero dell'economia e delle finanze, alle funzioni di verifica e controllo dell'attuazione della corretta esecuzione del Piano nonché di garanzia di trasparenza dei dati e delle informazioni nei confronti dei cittadini.
  In particolare, il, dipartimento per la coesione territoriale avrà la responsabilità della verifica di tale obiettivo e, laddove necessario, il compito di sottoporre alla cabina di regia gli eventuali casi di scostamento, affinché questa possa adottare le eventuali necessarie misure correttive e compensative.
  Tali interventi confermano la volontà di aggredire le diseguaglianze territoriali in modo serio e concreto e, per questo, sono convinta che grazie agli investimenti che abbiamo programmato e indirizzato al Mezzogiorno e alle misure normative che sono state introdotte si produrrà una significativa convergenza delle due aree del Paese, con una crescita del prodotto interno lordo del Sud superiore a quella del resto del Paese.
  Come ho già avuto modo di rappresentare al Parlamento, ci siamo assunti la responsabilità di indicare un obiettivo esplicito, valutando in una crescita del Pil meridionale del 24 per cento in 5 anni l'impatto di investimenti e riforme del Piano, a fronte di un impatto sul Pil nazionale del 15 per cento. Sull'occupazione, i numeri confermano la capacità del Piano di generare lavoro e opportunità inedite nel Mezzogiorno, con un aumento stimato dell'occupazione giovanile del 4,9 per cento in 5 anni e di quella femminile del 5,5 per cento nello stesso periodo.
  Infine, mi preme evidenziare che il lavoro svolto è stato sempre caratterizzato da un costante dialogo tra il Ministero e gli enti territoriali, e non solo quelli del Mezzogiorno, anche al fine di individuare concretamente le problematiche che devono affrontare predette amministrazioni considerato, peraltro, il ruolo di primo piano che le stesse avranno nella concreta realizzazione e attuazione degli interventi previsti dal PNRR.
  Per questo ho considerato prioritario anche il tema della «governance delle politiche di coesione». Tra le altre misure, richiamo, da ultima, la misura introdotta sempre nel decreto-legge cosiddetto «Governance e semplificazioni», che affida all'Agenzia per la coesione territoriale nuovi poteri in tema di «governance», oltre a quelli già previsti proprio con riguardo alle attività di programmazione, coordinamento, sorveglianza e, soprattutto, sostegno della politica di coesione (confrontare articolo 60 del predetto decreto-legge).
La Ministra per il sud e la coesione territoriale: Maria Rosaria Carfagna.