• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/11087 (4-11087)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11087presentato daBIANCHI Matteo Luigitesto diMercoledì 12 gennaio 2022, seduta n. 626

   BIANCHI e GIANNONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   Davide Paitoni, a Capodanno, a Morazzone (Varese), ha ucciso il figlio Daniele di soli 7 anni con una coltellata alla gola e poi è evaso dai domiciliari per tentare di accoltellare a morte anche la moglie, raggiungendola a Gazzada Schianno, nella casa dei genitori di lei;

   la vicenda mette sotto accusa un sistema che non è in grado di difendere un bambino e la sua mamma da un uomo che, già nel novembre 2021, aveva tentato l'omicidio di un collega di lavoro;

   è evidente che non hanno funzionato in primis la custodia cautelare, ma anche il rapporto della tutela sul minore, oltre che le interlocuzioni fra i comuni e le istituzioni;

   secondo quanto ricostruisce il quotidiano la Repubblica, Silvia Gaggini, mamma di Daniele, separata dal 2019, aveva già presentato due denunce per presunte aggressioni e con tanto di referto medico, ai carabinieri di Azzate e per le quali risulterebbe aperto anche un «codice rosso»;

   in procura pende anche un procedimento penale nei confronti di Paitoni per i reati di lesioni e minacce, in relazione a denunce presentate nei suoi confronti dalla moglie e dal suocero a proposito di condotte aggressive in loro danno. Le denunce risalgono ai mesi di marzo e aprile 2021 e si inquadrano nel contesto del conflitto familiare scaturito dalla decisione della moglie di separarsi;

   inoltre, Paitoni, prima dell'omicidio del figlio, risultava trovarsi agli arresti domiciliari dopo aver colpito un collega di lavoro con un cutter, venendo arrestato per tentato omicidio. Nel documento in cui vengono motivati gli arresti domiciliari per Paitoni, la Gip afferma che «i nodi non sciolti richiedono un'indagine adeguatamente protetta» e che quindi «l'assenza di limitazioni della libertà personale di Paitoni e la sua capacità comunicativa frustrerebbe inevitabilmente il corso delle indagini». E ancora: «evidenzia il Pubblico Ministero che Davide Paitoni sarebbe sottoposto ad altri procedimenti per reati anche connotati da violenza (maltrattamenti e lesioni), si tratta di carichi pendenti che potrebbero risolversi favorevolmente per l'indagato e che, dunque, non consentono di trarre elementi di qualsivoglia certezza». In prima istanza il Gip ha deciso di sottoporre Paitoni agli arresti domiciliari, con il divieto di comunicare con l'esterno, tranne che con l'anziano padre. Ma dopo il ricorso dei legali del quarantenne, il 6 dicembre 2021, lo stesso Gip ha poi accolto la richiesta dell'indagato di poter vedere il figlio;

   sull'impasse creatasi tra procura e tribunale intende far luce anche il Ministero della giustizia, che ha chiesto all'ispettorato di «svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari» sul caso. Le risultanze dell'ispezione ministeriale potranno chiarire i molti aspetti che destano perplessità, primo fra tutti l'affidamento del piccolo Daniele al papà Davide, nonostante le due denunce per maltrattamenti presentate dalla moglie nei confronti del marito e chiarire come mai il Paitoni abbia avuto la possibilità di vedere il figlio e trascorrere con lui il Capodanno senza alcuna sorveglianza, nonostante l'attivazione di un codice rosso per maltrattamenti in famiglia a suo carico –:

   se il Ministro interrogato, al fine dell'efficace tutela di soggetti indifesi come i minori e nell'ottica di prevenire il ripetersi di simili episodi, intenda adottare iniziative per verificare, per quanto di competenza, le ragioni per cui le decisioni prese dagli enti preposti non siano state efficaci nel tutelare la vita del piccolo Daniele;

   se intenda adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, per modificare le disposizioni sugli arresti domiciliari, che non sono risultate idonee nel caso specifico, a trattenere il Paitoni;

   se non ritenga opportuno, altresì, adottare iniziative di competenza per modificare le modalità di collaborazione e scambio di informazioni tra procure, magistrati e istituzioni tutte, per evitare «compartimenti stagni» di azione.
(4-11087)