• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/03424/120 9/3424/120. (Testo modificato nel corso della seduta) Squeri, Barelli, Valentini, Fasano, Polidori, Sorte, Torromino.



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03424/120presentato daSQUERI Lucatesto presentato Mercoledì 29 dicembre 2021 modificato Giovedì 30 dicembre 2021, seduta n. 623

   La Camera,

   considerato che:

    i prezzi del gas e dell'energia elettrica sono ormai da molte settimane su livelli mai visti: il 21 dicembre alle ore 18 il prezzo unico nazionale ha toccato i 530 euro a MWh, a fronte di una media giornaliera attorno ai 400 euro. Durante il lockdown si era scesi anche a meno di 20 euro a MWh. Si sono registrati fino a 180 euro a MWh per il gas (era a 14 euro a novembre 2020) e un prezzo della CO2 (ETS) a 73 euro per tonnellata (26 un anno fa);

    solo negli ultimi giorni un consistente numero di carichi di Gnl – per la gran parte prodotti negli USA e precedentemente diretti in Asia – ha preso la rotta verso il mercato europeo attratti dai prezzi record. La notizia sta raffreddando in parte le quotazioni gas impazzite;

    l'Italia produce oltre il 40 per cento della sua energia elettrica utilizzando il gas naturale. Nel 2019, oltre il 47 per cento del gas naturale importato dall'Italia è arrivato dalla Russia. La quota di mercato del gas russo in Europa è al di sopra del 30 per cento;

    siamo quindi dipendenti, sia in Italia che in Europa, dei grandi fornitori stranieri e delle loro strategie, che sono dettate da obiettivi di ordine commerciale, geopolitico o come spesso accade entrambi;

    le famiglie, nonostante gli importanti interventi del Governo (8 miliardi di euro da settembre a oggi per alleviare il peso dei rincari in bolletta), soffriranno anche nei prossimi mesi per significativi rincari nell'acquisto di elettricità e gas. Le imprese, specie quelle energivore, sono esposte a un aumento dei costi insostenibile che rischia di farle fermare e di compromettere la ripresa;

    l'Europa sconta la decisione di fare a meno dei contratti a lungo termine per la fornitura del gas, anche a causa della nuova impostazione, di cui sono espressione il Green Pack e il Fit for 55 per cento di abbandonare al più presto i combustibili fossili;

    a questa impostazione dobbiamo anche la riduzione della produzione europea che ha registrato, escludendo Regno Unito e Olanda, nel periodo gennaio novembre 2021 23,3 miliardi di metri cubi a fronte dei 70,3 miliardi di metri cubi del 2019 proprio per i target di riduzione delle emissioni CO2;

    la produzione nazionale di gas si è ridotta dai 20 miliardi di metri cubi del 2000 agli attuali 4 miliardi o poco più;

    paradosso vuole che per sostenere i consumi energetici sia fortemente cresciuto l'uso del carbone (in Italia sono state riaccese due centrali precedentemente chiuse), cioè del combustibile a maggior impatto ambientale;

    con l'articolo 11-ter del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito, con modificazioni dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12 si è stabilito di adottare un Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI). Nelle more dell'individuazione delle aree idonee prevista dal piano si è fermata la ricerca e la coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi nel nostro Paese. Restano operative solo le concessioni in essere;

    l'adozione del PiTESAI dal 2019 è stata più volte rinviata e il termine ultimo del 30 settembre 2021 è scaduto senza esito;

    il 2 dicembre scorso, al Consiglio dei ministri dell'energia dell'Unione europea, Italia, Francia, Spagna, Grecia e Romania hanno presentato una richiesta congiunta proponendo di modificare l'articolo 5 della direttiva (UE) 2019/944 per consentire un rapporto più diretto tra il prezzo pagato dal consumatore e il costo di produzione;

    il Consiglio europeo del 16 dicembre non ha modificato le precedenti decisioni sulla crisi energetica dell'Unione (sostanzialmente riguardanti acquisti e stoccaggi) salva una decisione per il riavvio dell'iter di certificazione di Nord Stream 2, il nuovo gasdotto tra la Russia e la Germania) non prima metà del 2022,

impegna il Governo:

  a valutare l'opportunità di:

   al fine di contenere l'aumento dei prezzi dei settori elettrico e del gas, adottare misure urgenti volte ad incrementare la produzione nazionale di gas naturale, nelle more dell'adozione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI), prevedendo che tale produzione sia immessa al consumo esclusivamente sul territorio dello Stato;

   considerare le attività estrattive del gas nazionale di pubblica utilità ai sensi l'articolo 38, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164;

   prevedere che in sede di predisposizione del PiTESAI si tenga conto delle necessità di sicurezza e stabilità dell'approvvigionamento energetico nazionale.
9/3424/120. (Testo modificato nel corso della seduta) Squeri, Barelli, Valentini, Fasano, Polidori, Sorte, Torromino.