• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/03424/163 9/3424/163. Perantoni.



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03424/163presentato daPERANTONI Mariotesto presentato Mercoledì 29 dicembre 2021 modificato Giovedì 30 dicembre 2021, seduta n. 623

   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge in esame reca il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, approvato dal Senato il 23 dicembre scorso, come risultante dopo le modifiche apportate a seguito dello stralcio di alcune disposizioni estranee all'oggetto della legge;

    la politica di bilancio del Governo, in linea generale, mira a coniugare la sostenibilità della finanza pubblica con le esigenze di sostenibilità ambientale e crescita sociale e culturale, in linea con gli obiettivi del PNRR;

    in particolare, il provvedimento prevede – tra l'altro – interventi in materia di politiche attive del lavoro e promozione dell'occupazione; valorizzazione dei piccoli borghi e delle aree interne, realtà fondamentali per la tenuta del tessuto socio-economico del Paese; oltre a misure a sostegno del settore «cultura», quale il rifinanziamento del Fondo per la cultura – istituito dal decreto-legge n. 34 del 2020 (legge n. 77 del 2020) – di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 (comma 349);

    in quest'ottica, occorrerebbe porre in essere politiche finalizzate alla «stabilizzazione» della popolazione nel territorio, a partire dalle zone interne, per evitarne il tracollo sociale ed economico, innescando un processo economico virtuoso, che sia trainante non solo per l'economia, ma favorisca conseguentemente anche il mantenimento della struttura sociale;

    a tal proposito, si evidenzia come i beni culturali rappresentino in potenza una costante e produttiva fonte di lavoro (e quindi di reddito), sviluppo e crescita economico-culturale per il Paese e per i singoli territori;

    investire su tale patrimonio significa, da un lato, affermare la presenza dello Stato sul territorio in termini positivi e di attenzione per le comunità locali; dall'altro, creare un rapporto virtuoso tra cultura ed economia, volano di crescita economica durevole in un'ottica di sostenibilità, senza ulteriore consumo di suolo, a vantaggio delle comunità locali, a partire dalla filiera turistica, declinata in tutte le sue manifestazioni;

    la Sardegna è la regione geologicamente più antica d'Italia e ciò ha consentito la conservazione fino ai giorni nostri di siti archeologici anche di alta antichità, talmente numerosi che ad oggi non ne esiste un censimento definitivo;

    nella complessa e pluri-stratificata occupazione del territorio, i fenomeni dell'ipogeismo funerario del Neolitico e lo sviluppo della civiltà nuragica nell'età del Bronzo hanno lasciato testimonianze materiali e monumentali di rilievo eccezionale e peculiare rispetto al panorama nazionale e mediterraneo: un patrimonio archeologico di tale consistenza richiede un impegno importante di risorse umane ed economiche per provvedere alla manutenzione e alla conservazione di siti e monumenti e per dare corso ad attività di valorizzazione;

    coltivare la coscienza e promuovere la consapevolezza dell'unicità delle «ricchezze ambientali» del territorio come fattore attrattivo per un turismo eco-compatibile determinerebbe senza dubbio un circuito virtuoso, coinvolgendo i diversi settori della filiera e favorendo quindi la crescita delle attività economiche connesse – dall'artigianato, all'agro-alimentare, alla zootecnia – e quindi delle economie locali;

    ciò soprattutto in quelle realtà del territorio nazionale – prima fra tutte la Sardegna – che soffrono di una cronica stagnazione economica, di gravi problematiche sociali ed occupazionali e preoccupanti fenomeni di emigrazione e di spopolamento delle zone interne, che sono poi anche quelle più ricche dei beni in questione;

    si ritiene pertanto indispensabile nell'ambito degli interventi a sostegno dell'economia locale e della promozione e valorizzazione del settore cultura, la destinazione di apposite risorse alle quali possano accedere direttamente i Comuni interessati, al fine di realizzare progetti per la tutela, salvaguardia, valorizzazione, promozione del patrimonio archeologico nazionale preistorico e pre-classico e l'eventuale acquisizione al patrimonio pubblico di beni culturali;

    ciò comporterebbe indubbiamente una spinta per l'economia reale ed il coinvolgimento di tutte le tipologie imprenditoriali con importanti ricadute anche sull'occupazione;

    in questa direzione sono stati accolti precedentemente dal Governo:

     l'ordine del giorno 9/2305/205 alla legge di bilancio, con cui la Camera ha impegnato il Governo, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di destinare stanziamenti alle finalità di cui all'articolo 1, comma 9, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, con specifico riguardo al patrimonio culturale sardo e, in particolare, a quello nuragico e pre-nuragico, in tal modo incentivando la realizzazione di progetti di tutela, salvaguardia, valorizzazione, promozione e acquisizione dello stesso, prevedendo altresì che a tali risorse economiche possano accedere i comuni che presentino progetti per le finalità richiamate, ovvero volti alla miglior fruizione dei siti archeologici stessi;

     l'ordine del giorno al decreto «liquidità» 9/02461-AR/054, con cui la Camera ha impegnato il Governo a valutare l'opportunità di istituire nello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo un fondo destinato al finanziamento di progetti comunali finalizzati alla tutela, salvaguardia, valorizzazione, promozione del patrimonio culturale archeologico nazionale preistorico e preclassico, e specificamente del patrimonio nuragico e pre-nuragico, ovvero interventi volti alla miglior fruizione dei siti archeologici stessi o all'acquisizione di beni culturali al patrimonio comune;

    dare concretamente seguito agli impegni assunti sarebbe indice di un approccio politico e culturale diverso e concreto nel concepire lo sviluppo economico, una vera alternativa al ricatto occupazionale della politica cementificatrice e del «turismo stagionale»,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, nell'ambito delle misure volte al sostegno della cultura, dell'occupazione e delle economie locali, e nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di istituire specifici fondi, cui possano accedere direttamente i comuni, allo scopo di intervenire su siti archeologici di particolare interesse inesplorati o non pienamente fruibili ovvero su monumenti in precario stato di conservazione, per promuovere la miglior fruizione dei siti archeologici stessi, nonché provvedere alla loro eventuale messa in sicurezza, tutela, valorizzazione e salvaguardia, ovvero di incentivare la realizzazione di progetti volti in tal senso, con particolare riferimento al patrimonio culturale sardo (e specificamente del patrimonio nuragico e pre-nuragico).
9/3424/163. Perantoni.