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Atto a cui si riferisce:
C.4/09674 (4-09674)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 21 dicembre 2021
nell'allegato B della seduta n. 619
4-09674
presentata da
TIMBRO Maria Flavia

  Risposta. — La Libia sta attraversando un periodo di transizione istituzionale fortemente sostenuto dall'Italia per consentire la progressiva stabilizzazione del Paese. La gestione della situazione umanitaria, nel cui contesto si inserisce la questione evocata dall'interrogante, resta tuttavia ancora oggi complessa.
  Grazie al sostegno della nostra ambasciata a Tripoli e all'assistenza dell'organizzazione umanitaria italiana CESVI, nonché all'azione dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni e l'Alto commissariato ONU per i rifugiati, le cinque ragazze detenute nel centro di Shar al-Zawyah sono state trasferite in Italia. Il caso si è dunque positivamente concluso nell'ambito di un nuovo programma di corridoi umanitari realizzato insieme a Ministero dell'interno, comunità di Sant'Egidio, federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Tavola valdese e Alto commissariato ONU per i rifugiati.
  La circostanza permette di ricordare che l'Italia resta al momento l'unico Paese europeo ad effettuare evacuazioni dirette dalla Libia e rimane uno dei principali sostenitori dei rimpatri volontari assistiti dal Paese. Il contrasto al traffico di esseri umani e, più in generale, la corretta gestione del fenomeno migratorio in maniera più rispettosa dei diritti umani sono costantemente poste all'ordine del giorno degli incontri istituzionali bilaterali susseguitisi al più alto livello politico. Da ultimo, questo auspicio è stato ribadito dal Ministro Di Maio al Primo ministro libico Dabaiba durante la visita a Tripoli del 2 agosto 2021.
  La questione del definitivo superamento del sistema dei centri di detenzione per migranti è stata sollevata dall'Italia in ogni occasione di incontro a livello bilaterale. La stessa chiusura dei centri è stata espressamente inclusa tra gli impegni sottoposti alle autorità libiche nelle conclusioni della seconda Conferenza di Berlino sulla Libia del 23 giugno.
  Nell'ambito del Fondo migrazioni 2021, la Farnesina ha inoltre ulteriormente valorizzato l'azione congiunta con Organizzazione internazionale per le migrazioni e Alto commissariato ONU per i rifugiati. Proseguendo il piano già avviato nel 2020, è stata potenziata l'offerta di servizi di base e sanitari per migranti e rifugiati vulnerabili in Libia, sia nei centri di detenzione che nei contesti urbani. Anche quest'anno la programmazione degli interventi nel Paese ha posto al centro la tutela dei diritti individuali, affidando alle due Organizzazioni del sistema delle Nazioni unite il compito di svolgere attività di formazione per la tutela dei diritti umani dei migranti a beneficio di tutti gli enti libici coinvolti nelle operazioni di soccorso in mare.
  Anche se la situazione specifica sollevata dall'interrogante è oggi risolta, essa conferma la necessità di un impegno europeo deciso a favore del miglioramento delle condizioni dei migranti presenti sul territorio libico, soprattutto nell'ottica del definitivo superamento del sistema dei centri di detenzione. In questo senso, l'Italia condivide l'esigenza espressa il 7 giugno 2021 dalla Commissaria europea per gli affari interni, Ylva Johansson, al Primo ministro libico Dabaiba di migliorare significativamente le condizioni nei centri di detenzione e assicurare i diritti fondamentali delle persone trattenute.
La Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Marina Sereni.