• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/03354-A/128 9/3354-A/128. (Testo modificato nel corso della seduta) Labriola, D'Attis.



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/03354-A/128presentato daLABRIOLA Vincenzatesto diMartedì 21 dicembre 2021, seduta n. 619

   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge in esame contiene in gran parte misure che sono direttamente attuative di missioni e azioni ricomprese nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), e che intervengono su procedure finalizzate a semplificare e accelerare la realizzazione del medesimo Piano; ampio spazio viene dato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla transizione ecologica e con particolare riguardo al settore siderurgico, si trova solamente un passaggio laddove si legge: «l'acciaio è uno dei settori “hard-to-abate” dove l'idrogeno può assumere un ruolo rilevante in prospettiva di progressiva decarbonizzazione (...). Essendo l'Italia uno dei più grandi produttori di acciaio, secondo solo alla Germania a in Europa, questo intervento mira quindi anche alla progressiva decarbonizzazione del processo produttivo dell'acciaio attraverso il crescente utilizzo dell'idrogeno, tenendo conto delle specificità dell'industria siderurgica italiana.»;

    è evidente che parlare di acciaio nel nostro Paese, vuol dire parlare del più grande stabilimento siderurgico d'Europa, ossia l'ex Uva;

    va sottolineato che il peso dell'incertezza che caratterizza il presente e il futuro dell'acciaieria passa anche dall'assenza nel Piano nazionale di ripresa e resilienza di un riferimento preciso ed esplicito ad Acciaierie d'Italia, ovvero l'ex Ilva, perché le risorse ci sarebbero, ma mancano indicazioni su dove e come allocarle; Acciaierie d'Italia, ha confermato l'obiettivo di produzione di 8 milioni di tonnellate di acciaio nel 2025 ma, rispetto al precedente piano ArcelorMittal che era tarato su cinque anni, quello nuovo della società costituita tra pubblico (Invitalia) e privato (ArcelorMittal) ha un orizzonte temporale di dieci anni. Ora l'obiettivo è produrre acciaio attraverso l'idrogeno alla fine dei dieci anni, cambiando totalmente l'attuale schema produttivo del siderurgico di Taranto; il nuovo Piano è assai complesso dovendo gestire la fase di transizione verso il green di un settore strategico quale quello dell'acciaio, e il passaggio all'idrogeno e la gestione e la tenuta dei aspetti occupazionali hanno obiettivamente bisogno di tempo;

    servono oltre 4 miliardi in un decennio, che devono essere messi in campo con sicurezza, anche per dare garanzie e certezze agli investitori;

    ricordiamo che a maggio 2022 l'acciaieria passerà sotto la maggioranza (60 per cento) del controllo pubblico;

    il Piano di transizione energetica di Acciaierie d'Italia, che prevede la decarbonizzazione entro 10 anni ha delle criticità che devono essere affrontate e risolte quanto prima. Tra queste certamente il problema della liquidità necessaria a consentire all'ex Ilva di sfruttare la congiuntura favorevole dei mercati siderurgici. L'impianto di Taranto continua infatti a lavorare al minimo, e per accelerare avrebbe bisogno di una linea di credito di almeno 700 milioni di euro;

    così come ancora oggi vi sono troppe incertezze sul futuro del gruppo che conta 10.700 operai tra Taranto e Genova,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di esplicitare che quota delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinate alla riconversione verde della siderurgia italiana vengano destinate anche all'ex Ilva specificando dove e come allocarle; garantire la liquidità necessaria a consentire all'ex Ilva di sfruttare la congiuntura favorevole dei mercati siderurgici e garantire la riconversione degli impianti, il sostegno economico si lavoratori, i pagamenti anche arretrati per indotto, e le opportune risorse per il risanamento ambientale.
9/3354-A/128. (Testo modificato nel corso della seduta) Labriola, D'Attis.