• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/10955 (4-10955)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10955presentato daCONTE Federicotesto diMercoledì 15 dicembre 2021, seduta n. 615

   CONTE. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il Sele è un importante fiume della Campania lungo 64 chilometri, il secondo della regione e del Mezzogiorno d'Italia per volume medio d'acque dopo il Volturno;

   il fiume nasce alle pendici sud-orientali del Monte Paflagone nel comune di Caposele, in provincia di Avellino; presso Eboli il fiume entra in un'ampia e fertile pianura alluvionale nota come la piana del Sele, prima di riversarsi nel Golfo di Salerno;

   lungo molti tratti, il fiume è in stato di totale abbandono; presenta innumerevoli ingorghi – «isolotti di ghiaia» – e altro materiale accumulatosi con il passare degli anni; il suo letto, dallo stato naturale, si è alzato di circa 3 metri, mentre in alcuni passaggi l'alveo si presenta completamento distrutto, raggiungendo in alcuni punti gli argini;

   il fiume Sele risente anche del prelievo alla foce per scopi potabili (alimenta l'acquedotto pugliese) e lungo il suo corso di prelievi con pozzi abusivi a scopo idrico che ne compromettono il deflusso e l'uso specie durante l'estate;

   in molte parti, si presenta una folta vegetazione di arbusti di alte dimensioni che impedisce il regolare deflusso delle acque durante la piena, arrecando ulteriori danni anche alla struttura arginale;

   più volte, negli anni, in particolar modo dal 1993 al 2015, si sono verificate esondazioni e rotture degli argini, con importanti allagamenti e danni molto seri al territorio;

   a essere colpite in modo particolare sono state le frazioni di Ponte Barizzo, Gromola e Foce del Sele, nel comune di Capaccio Paestum, con evacuazioni di caseggiati, danni a immobili e al patrimonio storico-artistico;

   nell'ultimo evento del 30 gennaio 2015, il fiume Sele, tracimando, ha rotto l'argine in Località Brecciale, nel comune di Capaccio, provocando l'allagamento dell'intero territorio, coinvolgendo abitazioni, imprese agricole, allevamenti con il corredo di stalle, animali, serre e coltivazioni a campo aperto di vario genere;

   in questi anni, nonostante i numerosi appelli di cittadini e comunità locali, associazioni e comitati, non sono stati operati decisivi e risolutivi interventi di manutenzione del reticolo idrografico; sporadicamente si è proceduto con qualche intervento in somma urgenza che ha tamponato le emergenze, ma mai affrontato in modo sistematico la questione;

   nella parte finale del corso fluviale, da ponte Barizzo (Capaccio) a Foce Sele (Eboli), se risagomati gli argini, si conterrebbero non solo le ricorrenti esondazioni, ma il fiume potrebbe essere navigabile e diventare una lunga tenuta di pesca in acqua dolce, come lo è stato nel passato;

   per il fiume Sele occorre un progetto ampio, importante, che intervenga sul tema della sicurezza come la pulizia del letto fluviale, la rimozione dei materiali di occlusione del corso d'acqua, il rinforzo di argini e alveo, la manutenzione per prevenire eventi franosi, per impedire danni per attività economiche e per abitazioni civili; ma anche, dopo la messa in sicurezza, una idea di valorizzazione complessiva del territorio, dentro una visione del futuro che parta dai luoghi, dalle tutele ambientali e territoriali, per guardare a un'altra economia possibile, di prossimità e di radici, con uno sguardo ampio che vada dalle colture tipiche al turismo lento, obiettivi presenti nelle linee guida del Programma europeo Next Generation Eu e del Piano nazionale di ripresa e resilienza –:

   se e come il Governo intenda garantire un intervento, per quanto di competenza e in sinergia con le istituzioni locali, per la tutela, la messa in sicurezza e la valorizzazione del fiume.
(4-10955)