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Atto a cui si riferisce:
C.5/07256 (5-07256)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 15 dicembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-07256

  Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver opportunamente richiamato l'attenzione del Governo sulla vicenda della Speedline Srl.
  Gli atti di sindacato ispettivo trattano il medesimo tema e pertanto fornirò una risposta congiunta.
  Speedline Srl ha sede in Tabina di Santa Maria di Sala (VE) dove attualmente occupa circa 600 dipendenti.
  Come sottolineato dagli onorevoli interroganti, si tratta di una società attiva nel design, sviluppo, costruzione, produzione e vendita di ruote in lega leggera di alta qualità per il primo equipaggiamento di automobili e per il mercato degli accessori, che rappresenta certamente una realtà produttiva di eccellenza nel panorama nazionale e internazionale.
  La società fa parte del gruppo Ronal, la cui capogruppo ha sede in Svizzera e che è ricompreso tra i produttori leader sul mercato mondiale nel settore delle ruote in lega leggera.
  Secondo quanto riferito dalla Regione Veneto, dall'insorgere della crisi pandemica, Speedline Srl e il suo gruppo di riferimento hanno rappresentato una situazione di difficoltà economica dovuta, inizialmente, ad una riduzione del fatturato connessa alla contrazione della domanda per il settore dell'automotive su scala globale e, più recentemente, anche all'incremento vertiginoso dei costi delle materie prime.
  La Regione Veneto ha comunicato che il gruppo ha avviato un percorso di ristrutturazione e che vi è l'intenzione da parte della società di chiudere entro il 2022 lo stabilimento Speedline di Tabina di Santa Maria di Sala (VE), con l'obiettivo di delocalizzare la produzione in Polonia.
  È stato quindi convocato un incontro in sede regionale il 9 dicembre scorso, alla presenza delle parti sociali e delle istituzioni locali, ma i vertici societari hanno ritenuto di presenziare con il solo responsabile delle risorse umane.
  La Regione Veneto, in considerazione della delicatezza della situazione e del prospettato rischio di licenziamento collettivo, ha richiesto l'intervento del Governo.
  Segnalo che è stato convocato presso il Ministero dello sviluppo economico un tavolo di crisi per il 17 dicembre prossimo, e assicuro che il Ministero del lavoro lavorerà d'intesa con il Mise per sostenere il confronto tra la società e le parti sociali e per supportare soluzioni concrete e positive che consentano di mantenere l'attività produttiva del sito e di salvaguardare i livelli occupazionali esistenti.
  Tale vicenda, purtroppo, si aggiunge al novero delle recenti procedure di licenziamento annunciate da varie multinazionali, che incidono pesantemente sul destino di centinaia di lavoratori e che rischiano di produrre fenomeni di desertificazione industriale.
  Come noto, in alcuni casi le chiusure sono state condotte senza un necessario preliminare confronto con le parti sociali e con le istituzioni per la ricerca di soluzioni costruttive che evitino le ricadute occupazionali, economiche e sociali di queste scelte.
  Con riferimento al più generale tema della delocalizzazione, la volontà del Governo è senza dubbio quella di intervenire con misure di carattere strutturale, volte a contrastare i processi di disinvestimento nel nostro Paese e di abbandono di siti produttivi, soprattutto quando non siano giustificati da ragioni di crisi industriale o finanziaria.
  Faccio presente che il Ministero del lavoro, attraverso serrate interlocuzioni tecniche e politiche con il Ministero dello sviluppo economico, ha elaborato ad un'articolata proposta di carattere normativo, che mira a intervenire con misure di carattere strutturale, volte contemperare – in una soluzione equilibrata – l'esigenza di contrastare efficacemente e disincentivare comportamenti opportunistici da parte di società multinazionali, e l'esigenza di promuovere percorsi virtuosi di mitigazione dell'impatto occupazionale, sociale ed economico connesso alle chiusure dei siti produttivi.
  L'obiettivo della proposta è quello di promuovere azioni condivise di responsabilità sociale e di prevedere misure di carattere incentivante volte a impegnare le imprese, le parti sociali e le istituzioni nella ricerca di soluzioni efficaci per la gestione non traumatica dei possibili esuberi e per la tutela del tessuto occupazionale e produttivo del territorio interessato.
  Inoltre, sono previste misure per gestire con maggiore efficacia le crisi di impresa, prevedendo clausole di preferenza per le aziende che si siano impegnate all'assunzione dei lavoratori che subiscono i processi di licenziamento collettivo connessi a decisioni di disinvestimento.
  L'esame della proposta è stato sospeso in concomitanza con il varo della manovra di bilancio, ma il Ministro del lavoro è impegnato a riprendere la discussione sul tema con i Ministri competenti, al fine di individuare il veicolo normativo più opportuno e di giungere in tempi brevi ad una soluzione efficace che assicuri il contrasto del fenomeno e allo stesso tempo condizioni più attrattive del nostro Paese per investimenti esteri strategici e duraturi.