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Atto a cui si riferisce:
C.5/07216 (5-07216)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 7 dicembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-07216

  Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, si rappresenta quanto segue.
  Il contrasto al degrado del suolo e la protezione del suolo dalle minacce causate da cambiamenti climatici e dallo sfruttamento delle risorse naturali rappresentano un obiettivo centrale, che è stato ampiamente compreso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza recentemente adottato.
  Le azioni di tutela e ripristino del suolo degradato vanno integrate con le misure per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, nonché con quelle per la salvaguardia della biodiversità.
  Le misure di protezione del suolo sono derivate anche dall'attuazione di azioni individuate dalla normativa italiana finalizzate alla riduzione del rischio idrogeologico o al contrasto del dissesto idrogeologico. In particolare, sono stati definiti i cosiddetti interventi integrati a cui viene riconosciuta anche la funzione di tutela degli ecosistemi e della biodiversità.
  Con il DL Clima (n. 111 del 2019) è stata prevista la definizione delle modalità per il rimboschimento delle fasce ripariali e delle aree demaniali fluviali, al fine di mitigare il rischio idrogeologico e preservare la tutela del suolo.
  A tale proposito, è stato costituito un tavolo tecnico presso il Ministero della transizione ecologica insieme alle Autorità di Bacino Distrettuali e ISPRA, al fine di valutare le metodologie di rimboschimento applicabili e i possibili effetti sull'assetto idrogeologico del territorio.
  Il medesimo tavolo tecnico ha avuto anche il compito di valutare l'adozione, in via sperimentale, di metodologie per la tutela del suolo in ambito urbano e periurbano finalizzate anche alla mitigazione del rischio idrogeologico attraverso l'individuazione di aree su cui avviare interventi pilota per la rinaturalizzazione e recupero di suoli degradati o in via di degrado.
  Il degrado del suolo e la desertificazione sono stati inoltre inclusi tra i dodici settori considerati prioritari dalla Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici (SNAC), per la cui attuazione nel 2016 il Ministero ha avviato l'elaborazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) che è attualmente in fase di stesura definitiva.
  Sempre a livello nazionale, nell'ambito dell'aggiornamento della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), al fine di garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali, l'arresto del consumo del suolo e della desertificazione è stato individuato come uno degli obiettivi strategici che, quindi, potrebbe essere anticipato al 2030.
  Sul piano internazionale, il nostro Paese ha sempre sostenuto la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione [UNCCD] nonché unico tra i paesi industrializzati ad aderire sin dall'inizio ai programmi per la «Land Degradation Neutrality».
  Il tema del suolo e della desertificazione è stato anche un asse importante del programma della Presidenza italiana del G20, dove, nell'ambito della Ministeriale Ambiente è stata ripresa e rafforzata la «Global Initiative on Reducing Land Degradation and Enhancing Conservation of Terrestrial Habitats» lanciata dalla Presidenza saudita nel 2020.
  L'importanza della protezione del suolo è stata ulteriormente riconosciuta oggi con la pubblicazione da parte della Commissione Europea della nuova Strategia dell'UE per la protezione del suolo per il 2030, che rappresenta un importante risultato tangibile del Green Deal Europeo e della Strategia UE sulla biodiversità 2030.
  La strategia definisce un quadro con misure concrete per la protezione, il ripristino e l'uso sostenibile del suolo. L'obiettivo principale è garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi terrestri siano in buona salute, nonché che il suolo abbia lo stesso livello di protezione che già esiste per l'acqua, l'ambiente marino e l'aria.
  Questi obiettivi si concretizzeranno nell'impegno a presentare il testo di una Legge europea sulla salute del suolo per garantire condizioni di parità e un elevato livello di protezione dell'ambiente e della salute.
  Sebbene sia a livello europeo che a livello nazionale si annoverino politiche che indirettamente mirano alla difesa del suolo, come quelle ambientali e agricole, tuttavia le misure in vigore non riescono ancora a proteggere tutti i suoli né a individuare tutti gli elementi che possono rappresentare una minaccia per questa matrice.
  La proposta legislativa dell'Unione sulla salute del suolo appare pertanto necessaria per affrontare il degrado e il consumo dello stesso, tenuto conto anche l'urgenza di considerare tutti i livelli di gestione del suolo e di pianificazione dell'uso dello stesso nelle misure suggerite per raggiungere la neutralità climatica, un'economia pulita e circolare, nonché e fermare i processi di desertificazione e di degrado.
  In vista del Consiglio Ambiente del 20 dicembre 2021, nel quale saranno approfondite le diverse visioni dei Paesi membri a livello ministeriale, sarà valutato positivamente il supporto alle iniziative della Commissione come, appunto, la futura Legge europea sulla salute del suolo prevista in pubblicazione per il 2023.