• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/07217 (5-07217)



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07217presentato daMARAIA Generosotesto diLunedì 6 dicembre 2021, seduta n. 610

   MARAIA, SUT, DAGA, DEIANA, D'IPPOLITO, DI LAURO, LICATINI, MICILLO, TERZONI, TRAVERSI, VARRICA, VIGNAROLI, ZOLEZZI, GIARRIZZO, ALEMANNO, CARABETTA, CHIAZZESE, FRACCARO, MASI, ORRICO, PALMISANO, PERCONTI e SCANU. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   diversi quotidiani online hanno riportato la notizia che il progetto di Eni di realizzare un mega deposito di Carbon Capture and Storage (Ccs) al largo di Ravenna, candidato dalla stessa società al Fondo europeo per innovazione, è stato scartato dalla Commissione europea, non rientrando tra i sette progetti aggiudicatari e neppure tra i quindici che riceveranno assistenza dalla Banca europea per gli investimenti;

   si tratta di un'opera ingente con un costo stimato attorno a due miliardi di euro, per la quale la società petrolifera sta cercando da tempo di accedere a fondi pubblici; costo non giustificato neppure sotto il profilo prettamente economico, laddove le ricadute sull'occupazione e la capacità di garantire un reale efficientamento energetico appaiono estremamente incerte;

   il «no» dell'Europa mette, pertanto, seriamente in discussione la credibilità di quest'opera, tanto più che l'articolo 153 della legge di bilancio 2022 ha previsto l'istituzione di un apposito Fondo per il sostegno alla transizione industriale con una dotazione di 150 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2022, le cui risorse sono destinate a concedere agevolazioni alle imprese per investimenti volti a ridurre le emissioni di gas serra dei processi produttivi, tra i quali rientrano anche la cattura, il sequestro e il riutilizzo della CO2. Norma che, alla luce delle valutazioni fatte da Bruxelles, andrebbe pertanto riconsiderata;

   il Ccs è una tecnologia sperimentale che, non solo, non ha ancora dimostrato la sua efficacia né la sua capacità di raggiungere economie di scala per ridurre gli investimenti iniziali, ma che mal si concilia con la strategia di mitigazione dei cambiamenti climatici, data l'incidenza irrisoria rispetto al fabbisogno di riduzione delle emissioni. Ad oggi i progetti realizzati, sia in Italia che all'estero, non hanno dato alcun risultato rilevante a fronte di elevati costi;

   occorre inoltre valutare gli effetti ambientali secondari, non direttamente ricondotti all'abbattimento delle emissioni di CO2 concernenti la protezione dai rischi e i danni economici, sociali e alla salute, ai quali si aggiungono i rischi legati alla sicurezza geologica in aree sismiche caratterizzate dalla presenza di faglie per le quali, ad oggi, non si può escludere che eventuali terremoti possano modificare la capacità futura di un sito di stoccaggio di trattenere affidabilmente il contenuto –:

   se il Ministro interrogato intenda confermare l'adozione di iniziative per l'esclusione dei progetti basati sul Ccs dai sussidi di natura pubblica, così allineandosi alle recenti valutazioni operate in sede di Ue.
(5-07217)