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Atto a cui si riferisce:
C.1/00560    premesso che:     uno dei principali motori economici del paese è il comparto dell'edilizia; filiera che dalla produzione di materie prime, all'apertura di nuovi cantieri...



Atto Camera

Mozione 1-00560presentato daMOLINARI Riccardotesto diLunedì 6 dicembre 2021, seduta n. 610

   La Camera,

   premesso che:

    uno dei principali motori economici del paese è il comparto dell'edilizia; filiera che dalla produzione di materie prime, all'apertura di nuovi cantieri sino ad arrivare al prodotto finale, investe una moltitudine di soggetti e imprese;

    un circolo economico già messo in forte sofferenza dalla crisi del 2008 e degli anni a seguire, che ha trovato un ennesimo «stop» causato dalla pandemia da COVID-19; il lockdown del 2020 ha provocato infatti una fisiologica flessione in un settore trainante del sistema economico e occupazionale del nostro Paese;

    con l'introduzione del cosiddetto «Superbonus», di cui all'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020 (decreto Rilancio), convertito dalla legge n. 77 del 17 luglio 2020, è stata prevista una detrazione del 110 per cento delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche sugli edifici; questa misura ha dato nuovo impulso al mercato edilizio, tanto che è stato possibile verificare un ritmo crescente, nella prima metà del 2021, anche a livello occupazionale, oltrepassando il livello di produzione pre-pandemia;

    il successo del sistema di incentivazione suddetto è stato potenziato da uno degli aspetti più innovativi: la possibilità, per le spese sostenute, di usufruire di detrazioni fiscali in materia edilizia ed energetica sotto forma di crediti di imposta o sconti sui corrispettivi, cedibili ad altri soggetti, comprese banche e intermediari finanziari;

    altro fattore determinante di crescita risiede nel tessuto edilizio italiano; infatti, la maggior parte delle costruzioni è stata costruita nel ventennio che va dagli '60 e '80 dello scorso secolo. Ciò comporta che quasi tutte le abitazioni italiane hanno una datazione che oscilla tra i 40-50 anni. È evidente quale sia l'impatto di questo dato: da un lato, molti edifici necessitano di opere di manutenzione a causa della loro vetustà, dall'altro in questi decenni le tecniche di costruzione sono cambiate, divenendo altamente specialistiche. Gli immobili che oggi vengono realizzati hanno caratteristiche antisismiche, energetiche e costruttive innovative e inesistenti nel passato; sorge così l'esigenza di ammodernare i vecchi immobili per renderli conformi, alle tecniche attuali;

    appare chiaro che, in virtù di una filiera molto articolata e distribuita sul territorio nazionale, ogni investimento nel settore edile, anche minimo, generi un aumento della spesa generale e dei conseguenti ricavi, con un positivo effetto moltiplicatore sul prodotto interno lordo nazionale;

    l'incentivazione rientra, inoltre, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), Componente 3 della Missione 2, che riguarda l'efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici che destina complessivamente 13,95 miliardi di euro alla misura del «Superbonus»; il cosiddetto Fondo complementare, per l'efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici prevede un ammontare complessivo di 6,56 miliardi di euro — di cui 4,56 miliardi di euro specificamente destinati al «Superbonus» – e ulteriori 0,32 miliardi di euro sono stanziati dal programma React dell'Unione europea;

    le misure stimano la ristrutturazione di circa 50.000 immobili l'anno. Gli edifici italiani rappresentano più di un terzo dei consumi energetici del Paese e la maggior parte è stata realizzata prima dell'adozione dei criteri per il risparmio energetico e della relativa normativa. Le misure intercettano quindi una dimensione assai rilevante per la riduzione dei consumi e per l'abbattimento delle emissioni di CO2, senza considerare la riduzione dell'impatto del rischio sismico del nostro Paese. In generale, dalle misure previste nel Pnrr ci si attende un risparmio pari a 209 Ktep l'anno di energia finale e 718 KtCO2 l'anno a regime. Oltre all'obiettivo di risparmio energetico e di prevenzione di rischi sismici, le misure incluse contribuiscono a dare forte impulso all'economia e all'occupazione del Paese, e alla promozione della resilienza sociale migliorando le condizioni abitative della popolazione e alleviando il problema della povertà energetica;

    gli obiettivi di efficientamento energetico si inquadrano anche nel contesto europeo del New Green Deal, ove si auspica che gli Stati membri avviino una «ondata di ristrutturazioni» di edifici pubblici e privati, per motivi energetici e per dare impulso al settore dell'edilizia e sostenere le piccole e medie imprese e i posti di lavoro;

    il 14 luglio la Commissione europea ha adottato una serie di proposte per trasformare le politiche dell'Unione europea in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre, le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, per arrivare a zero emissioni nel 2050. Infatti, il contrasto ai cambiamenti climatici in maniera sostenibile da un punto di vista economico e sociale rappresentato la sfida più grande della nostra epoca, e può rappresentare anche un'opportunità per costruire un nuovo modello economico, anche attraverso opportuni sistemi di incentivazione per le imprese. Il Green Deal europeo contiene le indicazioni per realizzare questa profonda trasformazione creando opportunità per l'innovazione, gli investimenti e l'occupazione. In questo contesto, l'efficienza energetica rappresenta una delle armi più importanti a disposizione, specialmente per le caratteristiche e le carenze del patrimonio immobiliare italiano; numerose ricerche, infatti, evidenziano il ruolo decisivo del risparmio energetico in chiave ambientali;

    a ciò si aggiunge la necessità di operare una concreta prevenzione dei rischi idrogeologici e sismici che continuano a rappresentare un fattore di criticità nel nostro Paese;

    il beneficio fiscale del 110 per cento, introdotto dal citato decreto-legge n. 34 del 2020, è certamente uno strumento potente e decisivo per poter finalmente accelerare sugli interventi per la rigenerazione, la messa in sicurezza e la riqualificazione anche energetica del patrimonio immobiliare del nostro Paese, con effetti positivi anche sulla riduzione del consumo del suolo; infatti, nonostante le difficoltà iniziali e la complessità di realizzare i lavori con il «Superbonus», soprattutto nei condomini di maggiori dimensioni, la consistente crescita del numero di interventi e del valore degli investimenti testimonia una domanda potenziale ancora non pienamente espressa, con effetti espansivi in termini di produzione e reddito e di occupazione nella filiera dell'edilizia, effetti di innovazione e di riorganizzazione dei servizi di ingegneria e architettura, di riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale e di risanamento anche interno delle abitazioni con un sensibile abbattimento dell'inquinamento indoor e dei relativi costi sociali, diretti e indiretti;

    è essenziale, quindi, in questa fase, creare un quadro di certezze anche per contribuire al superamento delle difficoltà di approvvigionamento dato alle imprese dall'aumento dei prezzi dei materiali e dalla relativa scarsità sul mercato, nonché dal timore di una continua e rapida evoluzione del quadro normativo, che rischia di ingessare il mercato nell'aspettativa di possibili modifiche; è soprattutto necessario contrastare l'incertezza sulla durata dei benefici, e che potrebbero non essere in linea con i tempi necessari per portare a termine gli interventi;

    è fondamentale continuare a sostenere i beneficiari della misura, nuclei familiari che investono sulla propria abitazione migliorando la qualità della vita ed incentivando la residenzialità nel lungo periodo, anche in territori che sono meno appetibili commercialmente, in molti casi utilizzando anche il risparmio privato, scommettendo sul futuro dei figli;

    occorre infine avere attenzione per i professionisti di settore, soggetti attuatori del sistema di Superbonus, che necessitano di regole chiare, evitando di incorrere in errori con conseguenti responsabilità professionali. Va peraltro sottolineato che la procedura amministrativa presenta un elevato livello di complessità, tanto che in molti si stanno organizzando per attuare forme di collaborazione con altri, in primo luogo studi professionali ma anche con altre imprese del settore. Un eccesso di complessità, non solo, non favorisce una piena applicazione della misura, ma può diventare penalizzante per alcune tipologie di professionisti, che hanno come punto di forza una struttura snella e storicamente fidelizzata con il cliente;

    ad un anno e mezzo dall'introduzione del «Superbonus», le norme che lo regolamentano hanno subito diverse modifiche, permettendo di migliorarne la portata, benché permangano ancora diverse criticità sotto l'aspetto della semplificazione delle procedure, dell'orizzonte temporale di vigenza del beneficio fiscale, della platea dei soggetti beneficiari;

    uno dei successi di questa misura è determinato dalla possibilità di cedere il credito, rendendo accessibile a tutti la possibilità di riqualificare il proprio immobile, in particolare a coloro che, avendo un reddito medio basso, potevano risultati incapienti, con conseguente perdita parziale del beneficio. Gli edifici unifamiliari sono in particolare quelli che hanno richiesto più incentivi, attivando circa 2,5 miliardi di euro di investimenti ammessi;

    si rileva inoltre, che il «Superbonus» ha determinato una maggior consapevolezza dei cittadini sui temi dell'efficientamento energetico, facendo da traino anche ad altre tipologie di interventi edilizi, quali il rifacimento delle facciate e le ristrutturazioni interne; si è rivelato un adeguato motore di contrasto agli abusi che sono emersi e sono stati tecnicamente risanati ove possibile. Purtroppo, l'attuale tempistica molto stringente di vigenza dei bonus rischia di incrementare, in maniera preoccupante, le condizioni di insicurezza nei cantieri;

    preme, in conclusione, precisare che, per sostenere una sempre maggiore qualità delle opere edilizie realizzate, tenendo anche in debito conto la materia della sicurezza sul lavoro, occorre che lo Stato provveda ad investire sui sistemi di aggiornamento e qualificazione delle imprese chiamate ad eseguire interventi complessi sia energetici che sismici, come peraltro già in vigore in altri contesti europei e, come accade nel nostro Paese, per gli interventi privati di ricostruzione nelle aree colpite da eventi sismici,

impegna il Governo:

1) ad attivarsi per mettere in campo iniziative, anche di carattere normativo, volte ad incrementare e favorire il sistema del «Superbonus»;

2) ad adottare iniziative per prorogare tutti i bonus edilizi («Superbonus», «Sisma bonus», «bonus facciate», «bonus ristrutturazione», «eco bonus», «bonus verde» e «bonus mobili») almeno fino al 2024, estendendone la platea dei beneficiari, tra i quali ricomprendere:

  a) i condomini, con riferimento agli interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche, nonché gli interventi unitari di riparazione o di ricostruzione di aggregati edilizi costituiti da più edifici interconnessi danneggiati da eventi sismici;

  b) le abitazioni unifamiliari detenute dalle persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni, a prescindere dal reddito percepito;

  c) gli istituti autonomi case popolari (Iacp) comunque denominati nonché gli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti istituti, istituiti nella forma di società che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di «in house providing» per interventi realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica;

  d) le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, per interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci, ovvero le organizzazioni non lucrative di utilità sociale di cui all'articolo 10 del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, dalle organizzazioni di volontariato iscritte nei registri di cui all'articolo 6 della legge 11 agosto 1991, n. 266, e le associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale e nei registri regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano previsti dall'articolo 7 della legge 7 dicembre 2000, n. 383;

  e) i soggetti che svolgano attività di prestazione di servizi socio-sanitari e assistenziali, tra cui Rsa, ex Ipab, Ircer e fondazioni assistenziali di varia natura;

  f) gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;

  g) gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti;

3) ad adottare iniziative per prorogare fino alla fine dello stato di emergenza il «Superbonus» rafforzato di cui al comma 4-ter dell'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020 per favorire un ordinato ed equilibrato processo di ricostruzione dei territori interessati da eventi sismici;

4) ad adottare iniziative per garantire un arco temporale di conclusione delle opere adeguato e congruo al tipo di intervento da realizzare evitando il rischio di decadere dal beneficio fiscale;

5) ad adottare iniziative per rivedere il sistema dello sconto in fattura rendendolo più strutturale e di facile fruizione;

6) a valutare la possibilità di adottare iniziative di competenza per la revisione delle tabelle dei prezzi e dei preziari regionali garantendo un chiaro sistema di individuazione dei prezzi massimi di riferimento;

7) ad adottare iniziative per prevedere di estendere l'opzione per la cessione del credito e sconto in fattura per tutti i bonus edilizi;

8) ad adottare iniziative per estendere le agevolazioni fiscali per il risparmio energetico anche agli interventi di sostituzione del parco delle attrezzature sanitarie per realizzare un risparmio idrico significativo e, al contempo, supportare un importante comparto produttivo tutto italiano;

9) ad adottare iniziative per prevedere dal 2025 una stabilizzazione della misura con un progressivo décalage degli incentivi, salvaguardando gli interventi nei borghi storici e il recupero di aree dismesse e degradate, in una logica di rigenerazione urbana che tenda al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e alla riduzione del consumo di suolo.
(1-00560) «Molinari, Andreuzza, Badole, Basini, Bazzaro, Bellachioma, Belotti, Benvenuto, Bianchi, Billi, Binelli, Bisa, Bitonci, Boldi, Boniardi, Bordonali, Claudio Borghi, Bubisutti, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Capitanio, Carrara, Castiello, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cestari, Coin, Colla, Colmellere, Comaroli, Comencini, Covolo, Andrea Crippa, Dara, De Angelis, De Martini, D'Eramo, Di Muro, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Donina, Durigon, Fantuz, Ferrari, Fiorini, Fogliani, Lorenzo Fontana, Formentini, Foscolo, Frassini, Furgiuele, Galli, Gastaldi, Gerardi, Germanà, Giaccone, Giacometti, Giglio Vigna, Gobbato, Golinelli, Grimoldi, Gusmeroli, Iezzi, Invernizzi, Lazzarini, Legnaioli, Liuni, Lolini, Eva Lorenzoni, Loss, Lucchini, Lucentini, Maccanti, Maggioni, Manzato, Marchetti, Mariani, Maturi, Micheli, Minardo, Morrone, Moschioni, Murelli, Alessandro Pagano, Panizzut, Paolin, Paolini, Parolo, Patassini, Patelli, Paternoster, Pettazzi, Piastra, Picchi, Piccolo, Potenti, Pretto, Racchella, Raffaelli, Ravetto, Ribolla, Rixi, Saltamartini, Scoma, Snider, Stefani, Sutto, Tarantino, Tateo, Tiramani, Toccalini, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Turri, Valbusa, Vallotto, Viviani, Raffaele Volpi, Zanella, Zennaro, Zicchieri, Ziello, Zoffili, Zordan».