• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02971 FARAONE - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che: la Tributi Italia S.p.A. era, fino al 2009, una società iscritta all'Albo...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02971 presentata da DAVIDE FARAONE
giovedì 2 dicembre 2021, seduta n.385

FARAONE - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

la Tributi Italia S.p.A. era, fino al 2009, una società iscritta all'Albo nazionale dei soggetti abilitati all'accertamento della riscossione e liquidazione delle entrate comunali;

in tale veste, la società di consulenza, che operava in oltre 400 comuni di tutta la penisola, si occupava, su incarico dei comuni, della riscossione delle tasse locali;

già da prima del 2009 versava in stato di grave squilibrio finanziario, risultando inadempiente nei confronti della maggioranza dei comuni dei quali gestiva la riscossione dei tributi;

tale grave inadempienza ha comportato il dissesto finanziario di numerosi comuni;

con delibera n. 1/2009 del 9 dicembre 2009, la Commissione per la tenuta dell'Albo dei soggetti privati abilitati ad effettuare le attività di liquidazione e di accertamento tributi e quelle di riscossione dei tributi e delle altre entrate delle province e dei comuni ha disposto la cancellazione della società Tributi Italia S.p.A. dall'albo in questione, essendo state ritenute sussistenti le condizioni previste dall'art. 11, comma 2, lett. d) del decreto ministeriale 11 settembre 2000, n. 289, in base al quale si procede alla cancellazione d'ufficio per il mancato versamento delle somme dovute agli enti affidanti i servizi alle prescritte scadenze;

il provvedimento di cancellazione è stato ritualmente notificato alla società Tributi Italia S.p.A. il 14 dicembre 2009;

inoltre, il Consiglio di Stato, Sez. IV, con sentenza n. 8687/2010, ha confermato la precedente decisione del TAR Lazio, Sez. II, n. 1009/2010, riguardo la cancellazione di Tributi Italia all'Albo dei soggetti abilitati alle attività di riscossione e gestione dei tributi;

la Tributi Italia S.p.A., con decreto del Ministero dello sviluppo economico del 18 giugno 2010 è stata ammessa, ai sensi dell'art. 3, comma 3, del decreto-legge n. 40 del 2010, alla procedura di amministrazione straordinaria di cui al decreto-legge n. 347 del 2003 (Legge Marzano), con nomina a Commissario straordinario del dottor Luca Voglino;

con successivi decreti ministeriali sono state ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria le seguenti società appartenenti al gruppo: ASER S.r.l. (decreto del 19 luglio 2010), Immobiliare Tributi Italia S.p.A. (decreto del 16 settembre 2010), Centro Tri. Com. S.p.A. e San Giorgio S.r.l. (decreti del 16 novembre 2010);

il Tribunale ordinario di Roma, sez. fallimentare, con sentenza n. 312 del 27 luglio 2010, ha dichiarato lo stato di insolvenza della società, nominando giudice delegato la dottoressa Maria Luisa De Rosa;

in data 8 gennaio 2014 viene sottoscritto l'atto di compravendita del ramo d'azienda di Tributi Italia in Amministrazione straordinaria S.p.A. con la Serti S.p.A. (Società Europea Riscossione Tributi e Imposte), che svolge attività di gestione delle entrate tributarie e patrimoniali degli enti locali; con tale contratto si prevede il passaggio degli occupanti di Tributi Italia S.p.A., come previsto dall'accordo siglato in data 30 dicembre 2013 con le organizzazioni sindacali;

con contratto del 19 giugno 2015, la Società Arianna 2001 S.p.A. del Gruppo F.I.T. (federazione Italiana Tabaccai) ha acquistato l'intera partecipazione della società Serti S.p.A.;

con delibera dell'8 luglio 2015, l'Assemblea di Sert S.p.A. ha statuito di cambiarne denominazione in Novares S.p.A. e, contestualmente, ha deliberato il trasferimento della sede sociale;

considerato che:

la vicenda della Tributi Italia S.p.A. ha provocato la crisi di moltissimi comuni oltre che una grave difficoltà in cui hanno versato e continuano a versare centinaia di lavoratori;

i lavoratori della Tributi Italia S.p.A., circa seicento, ad oggi debbono ancora percepire stipendi arretrati;

per tentare di salvaguardare, almeno parzialmente, i posti di lavoro, è stata avviata la procedura diretta di CIG attraverso l'art. 3, comma 3, del decreto-legge n. 40 del 2010, che si è però rivelata insufficiente;

il trattamento di cassa integrazione per i lavoratori è stato prorogato a più riprese fino al 31 dicembre 2013;

in data 21 giugno 2013 la società rende noto che poteva essere avanzata da parte dei lavoratori domanda di liquidazione del TFR riconosciuto nello stato passivo, inoltrando apposita domanda ai Fondi di garanzia e tesoreria INPS;

nonostante le vicende che hanno interessato la società e le numerose iniziative intraprese in questi anni dal Commissario straordinario, non è stato possibile procedere al recupero della liquidità necessaria per pagare i debiti con il personale dipendente;

i lavoratori, dunque, risultano in attesa da anni delle somme ancora da percepire e non hanno alcuna notizia in proposito da quando hanno iniziato ad usufruire dello strumento della cassa integrazione, ossia dal 14 marzo 2010;

ad oggi, dunque, nessuna novità è pervenuta in merito alle somme spettanti e ancora dovute ai lavoratori;

peraltro, come rilevato dagli stessi lavoratori, occorre precisare che la Tributi Italia S.p.A. risulta aver provveduto all'emissione dei cedolini delle buste paghe per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2014, dunque già in regime di amministrazione straordinaria, senza però che quelle somme siano state realmente percepite dagli stessi lavoratori e senza che il Commissario straordinario abbia proceduto alle opportune verifiche del caso,

si chiede di sapere quali iniziative si intenda porre in essere per approfondire la vicenda e assicurare la percezione delle somme ancora dovute ai lavoratori, che per anni hanno assicurato alla società una solida professionalità ma che, al contempo, ancora attendono i compensi loro spettanti e di cui non hanno notizie ormai da troppo tempo.

(3-02971)