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Atto a cui si riferisce:
C.5/07138 (5-07138)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 novembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-07138

  Il Governo continua a seguire con grande attenzione e preoccupazione la crisi dei migranti con la Bielorussia. Il tragico decesso del bambino siriano avvenuto nel tentativo di attraversare la frontiera con l'Unione europea ci riporta alla memoria le strazianti immagini del piccolo Alan Kurdi. Sono simboli drammatici che sconvolgono la nostra coscienza collettiva e che impongono una risposta.
  Le tensioni ai confini orientali dell'Unione europea sono anche una riprova della natura mutevole dei flussi migratori e della necessità di una risposta europea pienamente condivisa.
  Un'esigenza, quest'ultima, che l'Italia sottolinea da lungo tempo in tutte le sedi pertinenti, rimarcando la necessità di dare piena attuazione al principio di solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità, stabilito dal Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea.
  È quindi necessario che l'Unione fornisca una risposta condivisa a questo fenomeno, nel pieno rispetto della tutela della vita e della dignità umana, come è stato da ultimo riaffermato nelle conclusioni del Consiglio Europeo di ottobre scorso.
  Consiglio Europeo che, sul tema dei flussi migratori dalla Bielorussia, ha espresso anche una consapevolezza generalizzata della necessità di una più decisa dimostrazione di solidarietà ai Paesi maggiormente esposti alle manovre di Minsk, poi riflessa nel testo di Conclusioni.
  Testo che infatti contiene: un esplicito richiamo alla Bielorussia; la condanna della strumentalizzazione e di ogni «attacco ibrido» ai confini dell'Unione europea; l'adozione di nuove misure restrittive.
  Sulla richiesta politicamente più delicata di eventuali finanziamenti europei per le barriere fisiche, sono risultati chiari due dati di fatto: la maggioranza degli Stati membri continua ad opporvisi, al pari delle Istituzioni europee, ma essa può contare su simpatie crescenti. Nel testo delle conclusioni del Consiglio Europeo si contempla l'ipotesi di proporre eventuali modifiche al quadro giuridico dell'Unione e misure concrete per rispondere alla «strumentalizzazione dei migranti» e agli «attacchi ibridi», ma ciò nel rispetto degli impegni internazionali e del diritto europeo, compresi i diritti fondamentali.(1) Eventuali proposte di nuove misure a livello europeo dovranno quindi essere valutate alla luce della loro rispondenza a tali obblighi.
  La stessa Commissione europea ha finora espresso la propria contrarietà alla possibilità che l'Unione possa finanziare la costruzione di barriere fisiche. L'Italia – insieme ad altri Stati membri, tra cui anche Francia, Germania e Spagna – ha espresso forte cautela rispetto a misure di questo tipo. Riteniamo infatti che tali questioni debbano più correttamente essere affrontate attraverso il rafforzamento del dialogo e della cooperazione con i Paesi terzi in materia migratoria, e con una riforma globale delle politiche migratorie europee che possa assicurare solidarietà ai Paesi di primo ingresso.
  Più in generale, pur essendo l'esigenza di un efficace controllo delle frontiere esterne un tema di indubbia importanza, l'Italia continua ad adoperarsi affinché venga sempre adottato un approccio basato su una gestione globale del fenomeno migratorio, che tenga in adeguata considerazione i significativi flussi irregolari via mare.
  Allo stesso tempo, l'Italia ha sostenuto sia al Consiglio Europeo di ottobre, come detto, che al successivo Consiglio Affari Esteri di novembre l'adozione di un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti di Minsk, specificamente in relazione alla strumentalizzazione dei migranti.
  Continuiamo a svolgere un'azione concertata con i nostri principali partner in questo senso, come indicano i paralleli colloqui del Presidente Draghi con il Presidente Putin e quello della Cancelliera Merkel con il Presidente bielorusso Lukashenko, nonché dell'Alto Rappresentante con il Ministro degli Esteri di Minsk Makei, volti a sollecitare un atteggiamento costruttivo da parte di tutti verso una soluzione sostenibile.
  È al contempo essenziale continuare a premere su Minsk affinché garantisca l'accesso delle organizzazioni umanitarie ai migranti e avvii un dialogo con gli Stati membri dell'Unione confinanti, e con Bruxelles, per una gestione della crisi che sia sostenibile e rispettosa della dignità umana.
  Il 17 novembre la Commissione ha infatti stanziato 700.000 euro in assistenza umanitaria per le persone vulnerabili bloccate alla frontiera che ha consentito l'approvvigionamento di cibo, coperte e kit per l'igiene e di pronto soccorso.
  Inoltre, a seguito della recente visita del vicepresidente della Commissione europea Schinas in Iraq, le autorità irachene hanno annunciato l'organizzazione di operazioni di evacuazione umanitaria per i cittadini iracheni disposti a rientrare. Un primo volo di evacuazione ha avuto luogo il 18 novembre, portando a casa circa 430 cittadini iracheni.
  L'Italia continuerà a incoraggiare un approccio solidaristico tra gli Stati membri dell'Unione e di cooperazione e dialogo con i paesi di origine e transito dei flussi con l'obiettivo più generale di una riforma globale delle politiche migratorie che possa assicurare solidarietà ai Paesi di primo ingresso e che salvaguardi il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana.