• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06320 CORTI - Al Ministro della difesa. - Premesso che: in data 9 giugno 1998 morirono, in località Ospedaletto di Gemona del Friuli, gli alpini Mirco Bergonzin, Andrea Cordori, Roberto Garro...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06320 presentata da STEFANO CORTI
giovedì 25 novembre 2021, seduta n.382

CORTI - Al Ministro della difesa. - Premesso che:

in data 9 giugno 1998 morirono, in località Ospedaletto di Gemona del Friuli, gli alpini Mirco Bergonzin, Andrea Cordori, Roberto Garro e Giovanni Lombardo, tutti in forza al 14° battaglione Alpini "Tolmezzo";

i familiari dei militari, pur convocati dal comando di battaglione per effettuare il riconoscimento, non vennero ammessi né alla visione delle salme, riconosciute invece da personale militare del reparto, né ai funerali militari, svoltisi presso la caserma "Feruglio", sede del battaglione Tolmezzo;

ai familiari, in definitiva, non fu concessa nessuna facoltà di controllare l'identità delle salme, né l'effettuazione della loro ricomposizione e vestizione, e ciò con giustificazioni che parvero già all'epoca pretestuose e non suffragate da alcuna conferma;

i feretri dei militari Mirco Bergonzin e Roberto Garro risultarono inoltre essere stati trasportati verso le città di origine con furgoncini commerciali, ancorché coperti dalla bandiera nazionale italiana, e ciò a dispetto delle circostanze della loro scomparsa, e per di più a cura di una ditta, la "Amadeus" di Osoppo, di cui risultò responsabile persona con precedenti penali, il signor Giuseppe Calabrese, poi arrestato il 9 giugno 2010 per reati connessi al traffico di stupefacenti;

alcuni effetti personali dei militari deceduti furono inviati in località diverse rispetto a quelle di origine, accrescendo i dubbi ed i sospetti circa la reale identità delle salme restituite alle famiglie, poi fugati, almeno relativamente a Roberto Garro, con la riesumazione della salma, ottenuta nel 2000 in seguito alla presentazione di numerose istanze;

è stato avanzato il sospetto che i quattro militi non siano morti in un normale incidente d'auto, ma siano invece rimasti vittime dell'esplosione di un ordigno che avrebbe distrutto l'autoveicolo sul quale viaggiavano;

è forte tra i familiari superstiti la sensazione che i quattro alpini deceduti fossero stati a conoscenza di notizie compromettenti per la reputazione dei contingenti militari italiani impegnati in missioni di mantenimento della pace nei Balcani, forse in quanto testimoni del loro coinvolgimento nel traffico di droga;

sull'incidente di cui rimasero vittime gli alpini Bergonzin, Cordori, Garro e Lombardo non sono state apparentemente promosse inchieste, né dalla magistratura militare, né da quella civile;

nel mese di agosto 2018 il Ministro pro tempore della difesa, in un colloquio tramite il social network "Facebook", aveva assicurato che sarebbe stata condotta una nuova indagine circa la morte dei quattro alpini,

si chiede di sapere se, in assenza di iniziative intraprese dalla magistratura militare e da quella civile, sia stata aperta almeno dal Ministero della difesa un'inchiesta interna sulle circostanze che portarono alla morte dei quattro alpini il 9 giugno 1998 in località Ospedaletto di Gemona del Friuli, apparentemente a causa di un incidente automobilistico.

(4-06320)