• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06323 BONGIORNO, ALESSANDRINI, CASOLATI, LUNESU, FREGOLENT, FAGGI, SAPONARA, CANTU', FERRERO, MARIN, PERGREFFI, PIROVANO, PIZZOL, RICCARDI, RIVOLTA, SUDANO, TESTOR, SALVINI Matteo, ROMEO,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06323 presentata da GIULIA BONGIORNO
giovedì 25 novembre 2021, seduta n.382

BONGIORNO, ALESSANDRINI, CASOLATI, LUNESU, FREGOLENT, FAGGI, SAPONARA, CANTU', FERRERO, MARIN, PERGREFFI, PIROVANO, PIZZOL, RICCARDI, RIVOLTA, SUDANO, TESTOR, SALVINI Matteo, ROMEO, VALLARDI, URRARO, DORIA, PISANI Pietro, BRIZIARELLI, LUCIDI, IWOBI, OSTELLARI, DE VECCHIS, ZULIANI, PIANASSO, RIPAMONTI - Ai Ministri della giustizia e dell'interno. - Premesso che:

la legge n. 69 del 2019, recante "Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere", chiamata anche "codice rosso", individua un catalogo di reati attraverso i quali si consuma la violenza domestica e di genere e, in relazione a queste fattispecie, interviene sul codice di procedura penale al fine di velocizzare l'instaurazione del procedimento penale e, conseguentemente, accelerare l'eventuale adozione di provvedimenti di protezione delle vittime. La legge n. 69, inoltre, incide sul codice penale per inasprire le pene per alcuni delitti, per rimodulare alcune aggravanti e per introdurre nuove fattispecie di reato;

in particolare interviene sul codice di rito penale prevedendo, a fronte di notizie di reato relative a delitti di violenza domestica e di genere che la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisca immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale, e che il pubblico ministero, entro 3 giorni dall'iscrizione della notizia di reato, assuma informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato;

introduce il nuovo reato di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa; prevede l'attivazione di specifici corsi di formazione per il personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Polizia penitenziaria;

prevede che con riguardo ai reati di violenza domestica e di genere la sospensione condizionale della pena è comunque subordinata alla partecipazione a specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di soggetti condannati per i medesimi reati; introduce nel codice penale il nuovo delitto di costrizione o induzione al matrimonio;

incrementa di 7 milioni di euro, a decorrere dal 2020, la dotazione del fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell'usura e dei reati intenzionali violenti, nonché agli orfani per crimini domestici; interviene sui delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di atti persecutori prevedendo l'aumento delle pene;

prevede per l'indiziato del delitto di maltrattamenti la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, cui può essere aggiunto, se le circostanze del caso lo richiedano, il divieto di soggiorno in uno o più comuni, diversi da quelli di residenza o di dimora abituale o in una o più province;

inserisce nel codice penale il delitto di deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, nonché quello di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti; inasprisce le pene per i delitti di violenza sessuale;

modifica la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa per consentire al giudice di garantire il rispetto della misura coercitiva attraverso procedure di controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici (cosiddetto braccialetto elettronico);

nonostante le importanti misure contenute nella legge "codice rosso" i mezzi di stampa e tutti i mass media oramai quasi quotidianamente forniscono quello che sembra un bollettino di guerra, donne, madri e propri figli uccisi da mariti, compagni, padri; il fenomeno dei femminicidi sembra non avere fine se non addirittura una vera e propria recrudescenza;

il buon lavoro del legislatore che ha saputo predisporre un complesso di norme come quelle denominate "codice rosso" per il contrasto al fenomeno dei femminicidi si presenta nei fatti ancora poco efficace per una mancata piena, o comunque inadeguata, applicazione dei dispositivi introdotti,

si chiede di sapere quali misure i Ministri in indirizzo ritengano opportuno adottare affinché la legge n. 69 del 2019, detta "codice rosso", trovi concreta applicazione in tutte le sue previsioni.

(4-06323)