• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
S.0/24487/005/ ... in sede d'esame del disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024, premesso che: la legge n....



Atto Senato

Ordine del Giorno 0/24487/5/09 presentato da SAVERIO DE BONIS
martedì 23 novembre 2021, seduta n. 209

La Commissione,
in sede d'esame del disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024,
premesso che:
la legge n. 230/1982, che è il testo fondamentale in materia di trasformazione dei contratti agrari, ha previsto la conversione in affitto, della mezzadria e colonia vietando espressamente la stipulazione di nuovi contratti;
mezzadria e colonia sono tipologie contrattuali analoghe alla soccida, in cui variano l'oggetto (il bestiame per la soccida, il fondo rustico per le altre fattispecie) e il tipo di attività (allevamento e sfruttamento del bestiame piuttosto che coltivazione di un podere o di un fondo);
l'unica forma di contratto associativo sopravvissuta alla conversione è stata la soccida semplice che, non solo ha mantenuto la possibilità di essere ancora stipulata, ma ha trovato larga diffusione in tutta la zootecnia industriale, diventando uno schermo legale per veri e propri oligopoli, che nei periodi di crisi si espandono e consolidano le loro posizioni a danno della collettività e del patrimonio zootecnico nazionale;
a seguito dello sviluppo della "zootecnia industriale" (polli, tacchini, conigli, suini, bovini da ingrasso), il contratto di soccida ha registrato un'espansione notevole (il fatturato all'origine in queste filiere, nel 2015,ha registrato i 9,13 miliardi di euro, mentre il fatturato di mangimi e premiscele, nel 2017, ha raggiunto i 7,271 miliardi di euro), che ha favorito, da un lato, la diffusione di alcune forme organizzative del mercato (integrazione verticale tra allevatori, industrie mangimistiche e macelli), dall'altro, una pericolosa concentrazione oligopolistica che tende a soffocare gli allevatori indipendenti;
questa nuova applicazione e diffusione è avvenuta senza che le norme regolanti il contratto di soccida fossero novellate in funzione del nuovo contesto produttivo e imprenditoriale in cui detto contratto è andato affermandosi negli ultimi anni, assumendo le sembianze di una vera e propria "soccida industriale", non prevista dal codice, ma cucita ad arte per l'agroindustria come un abito sartoriale;
considerato che:
il legislatore, tuttavia, riconoscendo l'esistenza di limiti e derive nell'applicazione pratica dello strumento giuridico, ritenuto da più parti desueto e inadeguato, nonché fonte di abusi e sperequazioni, anche territoriali, ha incardinato una proposta di legge di modifica del contratto di soccida semplice per riequilibrare i rapporti all'interno della filiera, ma non all'interno del territorio. Tale proposta (Atto Camera 1768, presentata il 6 novembre 2013) non ha concluso il suo iter anche perché il tentativo di riequilibrare i rapporti, da più parti, è stato ritenuto velleitario (alcuni parlamentari e organizzazioni sindacali conservatori si sono opposti alla riforma),
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di prevedere l'abolizione dei contratti di soccida al settore zootecnico e la destinazione del relativo gettito fiscale al riequilibrio ambientale e socio economico. Tale soluzione favorirebbe la corretta integrazione tra le diverse componenti delle filiere zootecniche e una più equa distribuzione del valore aggiunto all'interno delle stesse.
(0/24487/5/9)
De Bonis