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Atto a cui si riferisce:
C.4/08662 (4-08662)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 22 novembre 2021
nell'allegato B della seduta n. 600
4-08662
presentata da
LUCASELLI Ylenja

  Risposta. — Nell'interrogazione in esame si rappresentano le problematiche indotte dalla «tragica emergenza sanitaria» per la professione forense, e le gravi ripercussioni economiche connesse alla contrazione dell'attività lavorativa e alle difficoltà nell'incasso dei compensi per via di diffuse, sopravvenute condizioni di insolvenza in capo agli assistiti. Si evidenzia poi la penuria nei mezzi di sussistenza per gli appartenenti alla categoria, al pari di numerose altre attività libero-professionali, e la particolare incidenza della crisi sulla «generazione di giovani avvocati», di cui sarebbe riprova anche l'aumento delle cancellazioni dall'albo nel corso del 2020, nonché il picco delle domande di accesso al «reddito di ultima istanza» (oltre 144.000). L'interrogante si sofferma, quindi, sullo stanziamento – annunciato con nota del 30 ottobre 2020 dal Ministero della giustizia – di risorse finanziarie finalizzate al saldo «integrale» del debito per spese di giustizia relativo al 2019, in favore degli avvocati che avessero prestato gratuito patrocinio e dei consulenti tecnici e sulla circolare con cui il Ministero «comunicava agli Uffici giudiziari di aver provveduto all'emissione degli ordini di accreditamento a saldo dei debiti maturati al 31 dicembre 2019»; lamenta infine che in assenza di «altre misure di sostegno al reddito», gli avvocati non possono più attendere il pagamento dei crediti maturati, relativi alla prestazioni rese in regime di patrocinio a spese dello Stato o nelle difese d'ufficio.
  Alla luce di quanto esposto, chiede di sapere «se sia stato dato seguito alla nota del 30 ottobre 2020 e, in caso contrario, quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere per garantire il pagamento di tutti i compensi spettanti agli avvocati per le prestazioni professionali rese in favore delle parti ammesse al patrocinio a spese dello Stato e ai difensori d'ufficio secondo quanto disposto dagli articoli 116 e 117 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002».
  Come noto, al Ministero, tramite l'articolazione a tanto deputata, è attribuita la gestione del capitolo di bilancio 1360 «spese di giustizia», sul quale vengono stanziati i fondi necessari al pagamento sia degli avvocati che svolgono la difesa dei soggetti ammessi al patrocinio a spese dello Stato, sia della generalità delle spese processuali (quali, ad esempio, quelle per notifiche di atti giudiziari, consulenti, periti, traduttori, custodi, giudici popolari, testimoni, trasferte per il compimento di atti processuali).
  L'ufficio preposto, nella qualità di operatore primario di spesa, sulla base delle richieste formulate dai funzionari delegati individuati presso gli uffici giudiziari, provvede ad assegnare agli stessi, con cadenza quadrimestrale, le somme necessarie per far fronte al fabbisogno dell'amministrazione sul territorio, mediante ordini di accreditamento, compatibilmente con le risorse stanziate nella legge di bilancio per ciascun esercizio finanziario. Una volta ricevuta l'apertura di credito, i funzionari delegati, nella qualità di ordinatori secondari di spesa, provvederanno a emettere gli ordini di pagamento agli aventi diritto.
  Va, inoltre, evidenziato che la spesa di giustizia è, per sua natura, obbligatoria, derivando direttamente dall'esercizio dell'attività giurisdizionale, piuttosto variabile e non prevedibile, in quanto condizionata dalle numerose e diversificate esigenze processuali, nonché dai tempi con cui gli uffici giudiziari procedono alla liquidazione della spesa (che avviene con decreto del magistrato ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002).
  Le spese di giustizia vengono pagate tramite funzionari delegati individuati presso uffici distrettuali ed il procedimento, inevitabilmente, risente di tutti i passaggi documentali necessari a concludere le fasi prodromiche al pagamento.
  Nel secondo semestre dell'anno 2020 sono stati stanziati dal competente Ministero dell'economia e delle finanze 92 milioni di euro utilizzati per ripianare i soli debiti pregressi dell'anno 2019, che non avevano trovato copertura con i fondi disponibili sul piano gestionale 1, comprese le somme destinate al pagamento dei compensi spettanti a Poste Italiane s.p.a. per il servizio amministrativo di gestione integrata degli esiti delle notificazioni a mezzo posta degli atti giudiziari in materia penale e civile svolto nell'anno 2019.
  In dettaglio, le ulteriori risorse finanziarie in conto residui richieste al competente Ministero dell'economia e delle finanze nell'anno 2020 sono state stanziate, in conto competenza e in conto cassa, con:

   articolo 220-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020 n. 77 – «Interventi urgenti per la corresponsione dei crediti maturati e non pagati relativi a prestazioni professionali di cui agli articoli 82 e seguenti del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al Decreto del presidente della Repubblica 30 maggio 2020, n. 115» – per un importo di 20 milioni di euro;

   legge 8 ottobre 2020 n. 128, di assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2020 per un importo di 35 milioni di euro;

   prelevamento dal «Fondo di riserva per le spese obbligatorie e d'ordine», di cui all'articolo 26 della legge n. 196 del 2009, per un importo di 3 7 milioni di euro.

  Considerato che l'attuazione delle disposizioni legislative non sempre coincide con l'effettiva disponibilità delle risorse finanziarie, nel momento in cui il Ministero ha avuto la materiale disponibilità delle stesse nel mese di ottobre 2020, si è adoperato tempestivamente a emettere gli ordini di accreditamento alla rete dei funzionari delegati. Nell'anno 2021, le risorse disponibili in conto residui per spesa delegata ammontano a circa 38 milioni di euro.
  Le stesse, ai sensi dell'articolo 34, comma 2-bis, della legge n. 196 del 2009, verranno riassegnate a favore della rete dei funzionari delegati per ripianare i debiti pregressi dell'anno 2019, sulla base dei fabbisogni di spesa già pervenuti.
  Tanto premesso, nel corso del corrente esercizio finanziario, il Ministero sta ponendo in essere una serie di azioni mirate alla gestione dei fondi in conto residui degli anni 2020 e 2019, al fine di ripianare gli ulteriori debiti pregressi maturati al 31 dicembre 2020 e comunicati dagli uffici giudiziari che ne hanno fatto richiesta entro la scadenza del 5 febbraio 2021. Invero, sulla base di quanto appena detto, in data 18 marzo 2021 si è provveduto ad accreditare, agli uffici giudiziari che ne hanno fatto richiesta, un primo acconto per il ripianamento dei debiti pregressi dell'anno 2020 per complessivi euro 59.618.545. Il debito che, ad oggi, risulta ancora da ripianare, pari a circa 31 milioni di euro e in via di accertamento definitivo (considerato che molti uffici richiedono i fondi in conto residui anche oltre la scadenza indicata nelle circolari diramate dal Ministero), verrà evaso nei prossimi mesi con gli strumenti di flessibilità di bilancio messi a disposizione dalla legislazione vigente in materia di contabilità pubblica. Per quanto riguarda, invece, il ripianamento dei debiti pregressi dell'anno 2019, ad oggi, pari a circa 30 milioni di euro e in via di accertamento definitivo, si provvederà ad emettere i necessari ordini di accreditamento in tempi brevi agli uffici giudiziari che ne hanno fatto richiesta, stante la definizione dell'iter di variazione compensativa in aumento di sola cassa richiesto con decreto a firma della Ministra e a favore del piano gestionale 13 del capitolo 1360, a fronte di decreti d'impegno per spesa delegata in essere a favore della rete dei funzionari delegati dislocati sul territorio e da utilizzare in conto residui per l'anno 2019, secondo la novellata disciplina prevista dalla legge n. 196 del 2009
La Ministra della giustizia: Marta Cartabia.