• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/02561-A/022 9/2561-A/22. Giuliodori, Vallascas, Trano, Colletti, Forciniti, Cabras, Paolo Nicolò Romano, Maniero, Corda, Testamento, Leda Volpi, Spessotto, Costanzo, Sapia.



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02561-A/022presentato daGIULIODORI Paolotesto diGiovedì 18 novembre 2021, seduta n. 598

   La Camera,

   premesso che:

    dallo scorso 16 luglio è all'esame della Camera il «Family Act», un disegno di legge il cui obiettivo – nel quadro dell'attuazione del PNRR – è quello di delegare il Governo all'adozione di disposizioni volte a contrastare la denatalità e favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, in particolare quello femminile;

    l'obiettivo è certamente condivisibile in astratto, ma la realizzazione appare tutt'altro che scontata anche avendo a mente gli strumenti e le risorse economiche previste che sono del tutto insufficienti;

    le misure sono l'assegno unico universale, il riordino e la semplificazione delle misure di sostegno economico per i figli a carico e la disciplina dei congedi parentali, di paternità e di maternità;

    in realtà, le norme in materia di assegno unico universale potrebbero essere espunte dal testo finale del «Family Act». Infatti, nelle more dell'approvazione del provvedimento, le disposizioni sull'assegno unico universale sono già confluite nella legge delega n. 46/2021 (entrata in vigore il 21 aprile scorso), finalizzata a «riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e universale», che delega il Governo ad adottare entro 12 mesi uno o più decreti legislativi che disciplinino l'accesso all'assegno unico universale;

    al fine di coordinare tale legge con il «Family Act», in sede d'esame in Commissione Affari Sociali della Camera, si era proposta la soppressione delle disposizioni in materia di assegno unico universale dal testo attualmente in discussione alla Camera (si veda anche, a tal proposito, il parere del Comitato per la Legislazione che pone delle criticità sotto il profilo dell'efficacia del testo, sulla capacità semplificativa e di riordino per ciò che concerne il coordinamento degli articoli 2 e 8 con la legge 46/2021);

    il «Family Act» non tende a raggiungere gli obbiettivi prefissati con misure innovative ma si concentra sul riordino delle misure esistenti che – come nel caso dei congedi parentali – non si discostano in modo significativo dalla normativa vigente. L'unico elemento di novità è rappresentato proprio dall'assegno unico universale che, abbracciando il principio dello «universalismo differenziato» del PNRR, sarà assegnato progressivamente – sulla base della condizione economica del nucleo familiare, tenendo conto dell'età e del numero dei figli a carico – a tutti i nuclei familiari con figli minori a carico, nell'intento di differenziarsi dalle politiche per il contrasto alla povertà;

    le risorse stanziate derivano unicamente dalla modificazione o abrogazione di misure già esistenti per il contrasto della povertà (assegni ai nuclei familiari, fondo di sostegno alla natalità, detrazioni fiscali per minori a carico, etc.), in mancanza di nuovi fondi risulterà difficile che il citato strumento possa avere una portata davvero universale,

impegna il Governo

nell'ambito della manovra di bilancio, a prevedere nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, una dotazione pari o superiore a 5 miliardi di euro per il 2022 e per il 2023 e a prevedere inoltre ulteriori risorse rinvenienti dalla modificazione e/o abolizione delle misure esistenti al fine di dare al «Family Act» la funzione che si prefigge di avere.
9/2561-A/22. Giuliodori, Vallascas, Trano, Colletti, Forciniti, Cabras, Paolo Nicolò Romano, Maniero, Corda, Testamento, Leda Volpi, Spessotto, Costanzo, Sapia.