Testo INTERPELLANZA
Atto a cui si riferisce:
C.2/01371 (2-01371) «Baldini, Marin, Vietina».
Atto Camera
Interpellanza urgente 2-01371presentato daBALDINI Maria Teresatesto diVenerdì 12 novembre 2021, seduta n. 594
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:
restano per molti incomprensibili le ragioni che stanno inducendo l'Arma dei carabinieri a rinunciare a diverse centinaia di graduati di assoluto valore, addestrati, formati e impiegati per oltre quarant'anni in settori delicati dell'ordine e della sicurezza pubblica;
il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, codice dell'ordinamento militare, prevede che le pubbliche amministrazioni statali e territoriali possano attingere personale dalle fila della categoria dell'ausiliaria a copertura delle forze in organico;
l'Arma dei carabinieri, a fronte di una carenza di organico di circa 11.000 unità, rigetta le richieste di molti graduati in ausiliaria di permanere in servizio e di continuare a servire i cittadini, lasciando detti graduati inoccupati, retribuiti a casa;
all'atto della cessazione del servizio per raggiunti limiti di età o a domanda, i militari che riuniscono i requisiti soggettivi contemplati dalla disciplina di settore possono chiedere di essere collocati nella categoria dell'«ausiliaria», a condizione che manifestino la propria disponibilità a essere richiamati in servizio nella propria o in altra amministrazione statale o territoriale del comune o della provincia di residenza;
l'istituto in esame costituisce una particolare categoria giuridica del congedo, nella quale il militare è destinato a permanere per un periodo massimo di cinque anni, durante i quali lo Stato può impiegarlo;
per rendere fruibili tali risorse, i nominativi dei militari interessati vengono annualmente iscritti in appositi ruoli, pubblicati nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, cui le singole amministrazioni statali e territoriali potranno attingere, limitatamente alla copertura delle forze in organico, avanzando al Ministero competente specifica richiesta;
a fronte della disponibilità ad essere (re)impiegato in servizio, al militare è corrisposta un'indennità pari al 50 per cento dei benefici economici accordati al pari grado in servizio permanente, pur svolgendo le medesime funzioni;
il Comando generale dell'Arma dei carabinieri, sulla base delle richieste avanzate dalle autorità di vertice, ha periodicamente inoltrato al Ministero della difesa richiesta di trattenere o richiamare in servizio il proprio personale transitato dal servizio permanente nella categoria dell'ausiliaria, istanze che l'Amministrazione ha accolto sempre al fine di sopperire alla mancanza di personale lamentata anche di recente, il 16 marzo 2021, dal Comandante generale dell'Arma dei carabinieri nel corso dell'audizione presso la Commissione difesa della Camera dei deputati;
è stato tuttavia preannunciato un cambio di passo, intervenendo con tre circolari nel giro di appena un anno in materia e prevedendo una serie di requisiti sempre più stringenti e selettivi per poter essere richiamati in servizio dall'ausiliaria senza spiegarne le motivazioni;
oltre ai requisiti soggettivi per ottenere il richiamo in servizio, la richiesta deve rivestire «assoluta eccezionalità, in relazione a stringenti e non altrimenti risolvibili esigenze dell'Amministrazione»; dunque il richiamo:
1) deve essere funzionale all'interesse dell'Amministrazione;
2) deve essere eccezionale e assolutamente necessario;
3) è attuato soltanto per «limitati casi», dettagliatamente motivati, dopo aver accertato l'impossibilità di soddisfare le sopravvenienti esigenze con personale in servizio;
4) non potrà essere considerato qualora nello stesso reparto sia presente un pari grado in servizio permanente;
è evidente la necessità di continuare ad attingere uomini dalla categoria dell'ausiliaria di fronte alle criticità di ordine e sicurezza pubblica che vive il Paese; poiché esistono posizioni di impiego vacanti in tutti i reparti, non si può rinunciare ad impiegare un migliaio o poco meno di uomini di lunga e provata esperienza e fortemente motivati;
il trattenimento rappresenta un dovere dei comandanti per non lasciare risorse inutilizzate;
il Ministro interpellato, di concerto con quello dell'economia e delle finanze, dispone annualmente l'eventuale richiamo in servizio del personale segnalato dalle singole amministrazioni, «senza assegni», conservando dunque esso il medesimo trattamento economico di quiescenza già in godimento nella posizione di militare a disposizione per l'impiego;
rinunciando ad utilizzare tali risorse, si avranno posti di impiego lasciati vacanti da questi stessi uomini che l'Arma si accinge a non occupare che dovranno essere rimpiazzati;
diverse e opposte sono le scelte fatte da altre Forze di polizia ad ordinamento militare, come la Guardia di finanza, che invoglia i propri dipendenti a proporre domanda affinché possano essere trattenuti in servizio dall'ausiliaria; si ribadisce che ciò che è «eccezionale» e «assolutamente necessario» per alcune forze armate, non lo è per tutte le altre;
non si può trascurare il pregiudizio economico che subiranno quei militari che si trovano già in ausiliaria, se non verranno richiamati in servizio a fronte di una rinuncia all'atto del congedo di accedere alla categoria della riserva e di fruire, sul piano economico, di un trattamento pensionistico nell'immediato più favorevole: per chi non sarà richiamato, per esempio, non sarà possibile sommare contributi al trattamento pensionistico in godimento o vedersi riliquidato il trattamento di fine servizio per gli anni di servizio prestati in qualità di richiamato –:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per consentire l'accesso alla misura del richiamo in ausiliaria a parità di condizioni per tutti i Corpi delle Forze armate al fine di evitare disparità di trattamento.
(2-01371) «Baldini, Marin, Vietina».