• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00748 (7-00748) «Zanichelli, Cancelleri, Martinciglio, Raffa».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00748presentato daZANICHELLI Davidetesto diMartedì 2 novembre 2021, seduta n. 586

   La VI Commissione,

   premesso che:

    il risparmio privato ha supportato numerose famiglie italiane nel corso della pandemia, confermando la possibilità che, se bene indirizzato, rappresenta un potente volano per la ripresa e il rilancio economico produttivo del Paese;

    nel confronto europeo, le famiglie italiane (che detengono oggi una parte rilevante della ricchezza del Paese: quasi il 60 per cento riconducibile ad attività reali, per il restante, pari a 4.777 miliardi di euro, fonte Banca d'Italia – dato al 31 dicembre 2020, ad attività finanziarie) si caratterizzano tradizionalmente attraverso un rapporto ricchezza/reddito disponibile superiore alla media e continuano a distinguersi per il basso livello di indebitamento;

    secondo il rapporto dell'Associazione bancaria italiana, pubblicato a settembre 2021, la raccolta complessiva della clientela residente in Italia, riferita al mese di agosto, da parte delle banche operanti in Italia e rappresentata dai depositi nei conti di correnti, depositi di altra natura e da titoli obbligazionari, risulta pari a 1.800 miliardi di euro, in crescita del 7,7 per cento rispetto ad un anno prima, e in particolare sono 1.500 le disponibilità liquide, pari al 91 per cento del Pil;

    le recenti indicazioni fornite dal Governatore di Banca d'Italia (il 21 ottobre 2021, in occasione della 97° Giornata mondiale del risparmio) hanno confermato che, nel fulcro del periodo pandemico (gennaio 2019-marzo 2021), le attività finanziarie delle famiglie italiane sono cresciute di circa 200 miliardi euro, con una propensione al risparmio che – dopo il picco del 20 per cento raggiunto nel 2020 – rimane su livelli decisamente elevati anche nel 2021 (13 per cento);

    la crisi sanitaria determinata dalla pandemia mondiale ha infatti accentuato il trend di crescita dei depositi bancari nel nostro Paese, depositi per settore rivolti alle famiglie e alle imprese, come risulta anche dai dati ufficiali della Banca centrale europea che, tra gennaio 2020 e aprile 2021, hanno evidenziato un'accelerazione particolarmente significativa: da +4,8 a +6,7 per cento;

    le dinamiche connesse all'aumento della propensione al risparmio, in relazione a quanto suesposto, potrebbero essere state caratterizzate da diversi fattori, fra cui un rafforzamento dell'atteggiamento precauzionale, nonché da una riduzione dei consumi determinata dalla paura del contagio e dalle misure per contenere la diffusione del virus da COVID-19, che hanno inevitabilmente causato la flessione della spesa indotta dalle limitazioni alla mobilità (processo in ridimensionamento alla luce della ripresa dei consumi conseguente alla riduzione delle misure straordinarie finalizzate alla prevenzione del contagio);

    la ricchezza delle famiglie italiane, tra le più elevate d'Europa, contribuisce in maniera marginale allo sviluppo del Paese, in quanto utilizzata in chiave prevalentemente difensiva. I risparmiatori italiani, infatti, storicamente investono nell'economia reale una parte della ricchezza accumulata decisamente inferiore rispetto a quanto accade in altri Paesi, alimentando la tesaurizzazione della ricchezza stessa, che, in tale modo, non viene rimessa in circolo all'interno del sistema economico. Nell'attuale panorama finanziario, estremamente variegato, gioca infatti un freno la scarsa alfabetizzazione ed educazione finanziaria, come emerge dal rapporto della Banca d'Italia del dicembre 2020 (Italia fanalino di coda per alfabetizzazione finanziaria nei paesi Ocse);

    la tesaurizzazione della ricchezza finanziaria costituisce un potenziale inespresso per il Paese, oltre a rappresentare un rischio crescente di perdita di valore reale per i detentori. Ciò è ragionevolmente spiegabile alla luce del mutato quadro di scenario macroeconomico post pandemico – di fatto già in corso –, in cui la ripresa economica è accompagnata dalla crescita inflattiva. Tale quadro va analizzato all'interno di uno scenario in cui la liquidità giacente sui conti correnti non presenta alcuna remunerazione (tassi nominali nulli). In questa situazione è sufficiente un'inflazione al 2 per cento per erodere 36 miliardi di euro annui di valore reale (in termini di potere d'acquisto) sui 1.800 miliardi di euro tesaurizzati. Il Paese, di fatto, perde ricchezza per l'ammontare di una manovra finanziaria ogni anno;

    la cronica dipendenza del sistema delle imprese italiane, in particolar modo delle piccole e medie imprese, dalla fonte di finanziamento bancaria non è mutata nel corso della pandemia. Se, da un lato, gli interventi di sostegno pubblico varati dal Governo italiano e dalle istituzioni europee hanno mitigato l'impatto shock della COVID-19, dall'altro, hanno consentito anche alle aziende meno efficienti di continuare ad attrarre risorse finanziarie sotto forma di debito, alimentando il cosiddetto «zombie companies risk». Un recente studio della Banca centrale europea quantifica il livello del «debito non sostenibile» nell'Unione europea in oltre 300 miliardi euro, di cui il 57 per cento rappresentato da debiti di Pmi. Tale debito trova come ovvio parallelo un equity gap, stimato sempre a livello di Unione europea, in un ammontare tra i 400 e i 550 miliardi euro;

    oltre a tutto ciò premesso, si consideri anche l'entrata in vigore nel mese di novembre 2021 della nuova normativa europea sul crowdfunding (regolamento UE 2020/1503 del 7 ottobre 2020), l'esperienza di successo di Elite, programma di Borsa Italiana per la formazione e il tutoring delle imprese per intraprendere un percorso di sviluppo organizzativo e manageriale, nonché il riscontro fortemente positivo riscosso dai «basket bond» regionali all'interno del quadro di emissione dei cosiddetti «mini-bond»;

    inoltre, sempre più istituti stanno iniziando ad applicare costi sui conti correnti con depositi superiori a determinate soglie, contribuendo così alla graduale erosione del capitale liquido che si somma agli effetti della crescente inflazione;

    le prospettive dell'inflazione, i cui livelli raggiunti potrebbero non essere transitori (come indicato anche dalla Presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde, l'8 ottobre 2021 al B20 Summit) potrebbe infatti contribuire all'erosione del capitale reale;

    al riguardo, il quadro attuale legato alla fiscalità complessiva delle rendite finanziarie potrebbe avere un ruolo ulteriore nella promozione all'investimento dei capitali privati in modo che essi vengano orientati, direttamente o indirettamente, nell'economia reale, incoraggiando così un circuito virtuoso a favore dell'economia reale domestica (a tale riguardo risulta significativa la rilevazione del Governatore di Banca d'Italia – alla 97a Giornata mondiale del risparmio – del bias esterofilo che si estrinseca nella bassa propensione all'investimento del risparmio italiano verso le imprese domestiche: le azioni e le obbligazioni nazionali rappresentano il 5 per cento delle attività degli italiani a fronte del 34 per cento in Francia e del 14 per cento in Germania);

    sono auspicabili, oltreché necessarie, strutture patrimoniali più equilibrate (tra capitale e debito, e del debito al suo interno) per le Pmi, in modo da renderle più robuste e capitalizzate, secondo le linee espresse di recente dall'High level Forum on Capital Market Union e dal Technical expert stakeholder group (Tesg) on SMEs;

    alcune misure introdotte nel corso della presente legislatura appaiono dunque condivisibili e determinanti per sostenere le famiglie e le imprese italiane nella ripresa economica, quali ad esempio i Piani individuali di risparmio a lungo termine (Pir e Pir Alternativi) e altri strumenti come «Patrimonio Destinato», le cui risorse saranno impiegate per interventi di sostegno e rilancio alle imprese, coinvolgendo anche il risparmio privato verso l'economia reale, attraverso l'abbassamento della soglia minima di accesso ai Fia (Fondi di investimento alternativi) e introducendo la classe di investitori «semi-professionali»;

    allo stesso tempo, ulteriori interventi pubblici, attraverso l'utilizzo della leva fiscale, appaiono necessari e urgenti al fine di incoraggiare investimenti attraverso l'utilizzo del risparmio privato in modo sostenibile, anche per favorire un aumento della patrimonializzazione delle imprese italiane, in particolar modo le Pmi;

    nell'attuale corso dell'uscita dall'emergenza sanitaria, risulta pertanto fondamentale prevedere ulteriori interventi volti ad accompagnare i risparmiatori italiani verso una promozione e un incoraggiamento all'impiego del risparmio direttamente o indirettamente nell'economia reale del sistema produttivo, anche al fine di evitare il rischio che l'immobilizzazione di risorse finanziarie derivanti da una elevata propensione al risparmio rimanga un potenziale inespresso e una perdita reale in conto capitale per i cittadini ed il Paese,

impegna il Governo:

   a promuovere iniziative per la diffusione dell'educazione finanziaria, nonché di economia e finanza comportamentale, indipendente e orientata alla valorizzazione e alla difesa del risparmio, ampliando ed estendendo l'esperienza di «quellocheconta.gov.it» e promuovendo iniziative orientate a tutte le fasce d'età e di classe sociale;

   a valutare di adottare iniziative per l'affiancamento dei «social bond» ai «green bond» di recente emissione, così da ampliare l'offerta nel ramo Environmental Social Governance (Esg) verso il quale numerosi risparmiatori stanno rivolgendo l'attenzione e promuovere, anche attraverso la collaborazione con gli operatori della gestione dei mercati finanziari come Borsa Italiana, la creazione di strumenti finanziari anche aggregati:

    a) estendendo l'iniziativa dei «basket bond» al mercato dell'equity;

    b) promuovendo la definizione di strumenti dedicati alle Pmi italiane con attenzione anche alla connotazione orientata alla sostenibilità, al supporto del sistema sanitario pubblico e alla ricerca scientifica del nostro Paese;

   ad adottare iniziative volte ad introdurre nuove forme di emissione di titoli di Stato, in grado di finanziare gli investimenti di medio e lungo periodo nel sistema sanitario nazionale e nella ricerca medica e scientifica, nonché essere attrattivi ai fini dell'utilizzo del risparmio privato da parte di famiglie e imprese italiane;

   a promuovere, anche attraverso la leva fiscale, l'orientamento del risparmio italiano verso destinazioni legate all'economia reale, attraverso meccanismi che premino:

    a) l'investimento a lungo termine (rispetto alla speculazione a breve) anche attraverso i cosiddetti strumenti di finanza alternativa, con un orizzonte temporale minimo di medio termine;

    b) la sottoscrizione e la detenzione di titoli di Stato italiani, anche eliminando l'imposizione dei bolli per le specifiche fattispecie Green e Social;

    c) la sottoscrizione di forme di previdenza complementare la cui cornice fiscale è ferma al 2005;

   ad adottare iniziative per la costituzione di un Fondo sovrano (sulla scorta dell'esperienza fatta in altri Paesi dell'Unione europea) con capitale pubblico, ma aperto al contributo dei privati, con vincolo di scopo, finalizzato alla crescita e al rilancio di specifici settori industriali strategici, nel periodo successivo all'erogazione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
(7-00748) «Zanichelli, Cancelleri, Martinciglio, Raffa».