• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/10584 (4-10584)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10584presentato daCUNIAL Saratesto diMartedì 2 novembre 2021, seduta n. 586

   CUNIAL. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'interrogante aveva già esposto il problema relativo alla rilevanza dei casi di morti da coronavirus in assenza di patologie pregresse, con l'interrogazione n. 4/05058, quando ad inizio della crisi, alla data del 20 marzo 2020, risultavano 6 casi su 627 di morti totali (5.986 casi totali);

   al 28 maggio 2020 il numero era di 131 su 31.851 deceduti;

   il 5 ottobre 2021, l'Istituto superiore di sanità, elabora il «Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all'infezione da Sars-CoV-2 in Italia» aggiornando, dopo un anno, l'analisi dei dati relativi alle 7.910 cartelle cliniche su 131.904 che sono state esaminate; di queste, 230 presentavano 0 patologie pregresse e quindi sono decedute solo a causa del COVID-19; si tratta di un totale del 2,9 per cento che se esteso a tutta la popolazione dei deceduti, fa desumere una popolazione di morti senza patologie pregresse pari a 3.825 persone;

   l'interrogante, con l'interrogazione n. 4/05931, aveva rilevato come l'autopsia, esame medico dettagliato e attento del corpo e dei relativi organi della persona dopo la morte per stabilirne le cause, le modalità e i mezzi che l'hanno causata, fosse stata vietata dal Ministero della salute con circolare dell'8 aprile 2020 e del 2 maggio 2020: «Indicazioni emergenziali connesse ad epidemia COVID-19 riguardanti il settore funebre, cimiteriale e di cremazione», che ordinava «per l'intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all'esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio». Con la stessa interrogazione si era anche messo in evidenza come in Italia si sia deciso di inserire nel numero di decessi da Coronavirus, tutti i casi di coloro che sono stati scoperti positivi al COVID-19, durante la propria vita o addirittura nel post-mortem;

   secondo le schede tecniche illustrate nel rapporto dell'Iss, redatto in collaborazione con Istat e Inail n. 49 del 2020, versione del 26 aprile 2021, viene scritto che la causa di morte è quella che: «Quando un decesso è dovuto a COVID-19, questa condizione è probabilmente la causa iniziale di morte e quindi dovrebbe essere riportata sulla riga 1 della Parte I del quesito 4 della scheda di morte», mentre le condizioni mediche che possono aver aumentato il rischio di morire dovevano essere riportate nella Parte II del quesito 4;

   l'ultimo report disponibile di Istat del 16 luglio 2020, che illustra quante persone siano probabilmente morte a causa del COVID-19 grazie alla positività del tampone Pcr, secondo i criteri sopra riportati, ha analizzato un campione di 4.942 cartelle cliniche su 31.573 morti, redatte come sopra, dove veniva riportata la probabilità di morte da COVID-19, come causa direttamente responsabile della morte nell'89 per cento dei casi;

   l'interrogante ha già denunciato l'inaffidabilità e le problematiche relative ai tamponi Rt-Pcr con l'interrogazione n. 4/05154 e con l'interrogazione n. 4/06870, indicando come alcune autorità della salute, come il Ministero della salute australiano, il 3 marzo 2020, fossero già al corrente che «i test Pcr non sono in grado di distinguere tra virus “vivo” e RNA non infettivo», nonché dando conto di altre problematiche relative all'uso dei tamponi come metodo diagnostico;

   è parere dell'interrogante che l'assenza di dati aggiornati relativi alla causa di morte, rilevata in modo corretto ovvero con una metodologia diagnostica opportuna, l'assenza di autopsie relative alle morti attributi al COVID-19, abbiano orientato in modo del tutto negativo le decisioni del Governo attuale e dei precedenti in materia di cure e strategie per fronteggiare l'emergenza –:

   se non sia il caso di adottare iniziative per rimuovere ogni restrizione stabilita sulla base dei dati di cui in premessa e per orientare le scelte del Governo con dati più attendibili e con metodologie scientificamente più attendibili nella diagnosi di infezione da Sars-CoV-2.
(4-10584)