• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/02581 (3-02581)



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02581presentato daMURONI Rossellatesto diMartedì 2 novembre 2021, seduta n. 586

   MURONI, FIORAMONTI, FUSACCHIA, CECCONI e LOMBARDO. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:

   l'alienazione parentale viene definita in tanti modi – madre adesiva, madre assorbente, madre simbiotica, madre malevola – e, nonostante, va ribadito, non sia ritenuta scientificamente valida, questa teoria è usata nelle separazioni e in giudizio dagli uomini accusati di maltrattamenti per combattere la compagna e ottenere l'affido;

   troppo spesso, a parere degli interroganti, i giudici, per valutare la capacità genitoriale di entrambi gli adulti, si affidano alle consulenze tecniche d'ufficio, senza ascoltare i testimoni e prima di tutto la mamma e i bambini. Le consulenze tecniche d'ufficio sono pareri di psicologi e neuropsichiatri infantili a cui i tribunali ricorrono sempre più spesso. E così la valutazione psicologica del consulente tecnico diventa il solo modo per accertare i fatti. Questi esperti, sulla base del principio della bigenitorialità e della madre «alienante», finiscono per essere determinanti nell'allontanamento dei bambini che spesso vengono trasferiti in case famiglia dove rimarranno per mesi o anni;

   sulle circa 100.000 separazioni avviate ogni anno in Italia, 20.000 sono giudiziali, ma tra queste non si conosce il numero dei casi caratterizzati da violenza perché il rilievo non è stato mai effettuato. Le donne non vengono credute né ascoltate e la violenza viene derubricata, cioè ridotta a semplice conflittualità di coppia;

   nell'ambito della riforma del processo civile, il cui iter è in corso, è stata approvata una norma che va nella direzione auspicata, in quanto stabilisce che, con riguardo alla consulenza tecnica d'ufficio, il consulente «si attiene ai protocolli e alle metodologie riconosciuti dalla comunità scientifica», escludendo quindi il ricorso al costrutto della sindrome da alienazione parentale. Va peraltro considerato che dovranno poi essere emanati entro un anno i decreti attuativi e, a parere degli interroganti, si tratta comunque di un tempo lunghissimo per affermare definitivamente il principio che un uomo violento non può essere un buon padre –:

   quali iniziative normative intenda adottare affinché sia immediatamente escluso il riconoscimento dell'alienazione parentale o conflitto di lealtà o sindrome della «madre malevola» e vengano previste misure pienamente idonee a tutelare donne e minori coinvolti in episodi di violenza domestica, nonché a rendere effettiva l'applicazione del «codice rosso» da parte innanzitutto delle procure, al fine di garantire la celere definizione dei procedimenti penali che riguardano la violenza sul coniuge e sui minori, i cui riflessi sui procedimenti civili sono decisivi.
(3-02581)