• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02893 FREGOLENT, CANTU', LUNESU, DORIA, MARIN - Al Ministro della salute. - Premesso che: recentemente si è tornati a parlare di incidenza di tumore al seno nelle donne che si sono sottoposte...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02893 presentata da SONIA FREGOLENT
martedì 26 ottobre 2021, seduta n.370

FREGOLENT, CANTU', LUNESU, DORIA, MARIN - Al Ministro della salute. - Premesso che:

recentemente si è tornati a parlare di incidenza di tumore al seno nelle donne che si sono sottoposte ad un intervento di mastoplastica additiva, dopo che lo "Scheer", il comitato scientifico che consiglia la Commissione europea in tema di rischi emergenti per la salute, nell'aprile scorso ha sostenuto l'esistenza del rischio;

lo Scheer ha affermato che il legame tra protesi al seno macrotesturizzate, ossia ruvide, e linfoma anaplastico a grandi cellule (o ALCL), sia pressoché certo, invero esistono prove scientifiche epidemiologiche che evidenziano come l'incidenza di questo linfoma nelle donne sottoposte a mastoplastica addittiva sia di 67 volte superiore a quella della popolazione generale;

considerato che:

è la prima volta che un organismo scientifico di peso internazionale conferma l'esistenza del pericolo. I primi sospetti di una possibile associazione tra protesi ruvide e linfoma anaplastico a grandi cellule si erano avuti, però, già nel 2011, quando la Food and drug administration statunitense riportò che un numero anomalo di casi riguardava l'area intorno alla protesi mammaria in donne che avevano eseguito un intervento estetico o ricostruttivo. In seguito, nel 2016, l'Organizzazione mondiale della sanità aveva riconosciuto e definito questa particolare e rarissima forma di linfoma associata agli impianti;

il Ministero della salute riportava una conclusione diversa. Invero, al 21 luglio 2021 sul sito internet del Ministero si leggeva che il rapporto dello Scheer aveva stabilito "l'assenza di evidenze scientifiche riguardo la possibile correlazione tra l'insorgenza di questa patologia e la protesi mammaria". Un'interpretazione che ha spinto il comitato scientifico della Commissione europea a inviare una nota di reclamo ufficiale al Ministero della salute italiano, invitandolo a una rettifica tempestiva perché l'errata interpretazione delle conclusioni del rapporto "può causare danni alla salute dei cittadini europei". Sul sito la frase relativa al rapporto è stata, poi, correttamente, modificata: al posto di "assenza di evidenze scientifiche" ora si legge "assenza di elevati livelli di evidenza scientifica";

un gruppo di ricerca dell'università "Sapienza" di Roma sta parallelamente conducendo in questo ambito uno studio indipendente presso l'Istituto superiore di sanità, finanziato da diverse aziende produttrici di protesi concorrenti tra di loro, con risultati sovrapponibili che saranno a breve pubblicati;

a Roma l'8 e il 9 ottobre si è tenuta la terza edizione della World consensus conference on BIA-ALCL, organizzata con il patrocinio di uno degli autori del nuovo studio dell'MD Anderson cancer center, ove il mondo scientifico ha dibattuto molto sul tema, evidenziandone le reali problematicità,

si chiede di sapere, alla luce delle osservazioni esposte in premessa, se il Ministro in indirizzo non ritenga doveroso e urgente procedere ad un'indagine conoscitiva in ordine all'utilizzo delle protesi macrotesturizzate negli ospedali italiani e predisporre, se del caso, il divieto al loro utilizzo, al fine della massima prudenza, considerato quanto riportato negli ultimi studi effettuati rispetto al legame tra questa tipologia di protesi e tumore al seno.

(3-02893)