• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01352 (2-01352) «Costanzo, Schullian».



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01352presentato daCOSTANZO Jessicatesto diMartedì 26 ottobre 2021, seduta n. 582

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   il tema dei contratti nazionali sottoscritti da sigle di rappresentanza minori, fittizie o di comodo, che puntano a ridurre i costi per le aziende abbassando le retribuzioni e sottraendo benefit, riguarda oramai la stragrande maggioranza dei settori lavorativi: dal commercio alla logistica, dalla metalmeccanica al tessile, alla vigilanza;

   secondo l'ultimo report del Cnel, a giugno 2021 si contavano in Italia addirittura 985 contratti nazionali vigenti (compresi quelli del settore pubblico), di cui più della metà scaduti da anni;

   come riportato da Il Giorno il 22 agosto 2021, una ricerca dell'Ordine dei commercialisti, stima due terzi di contratti pirata sul totale, che «generano fenomeni di dumping» con condizioni al ribasso per «minimi retributivi, giorni di ferie, orari di lavoro e tutele»;

   secondo i dati della Cgia di Mestre, su 935 contratti registrati al Cnel nei settori più disparati, 351 sono firmati da sigle che sono «scatole vuote», non riconosciute dallo stesso organismo: 4 su 10, il 37,5 per cento del totale. Un numero triplicato negli ultimi 10 anni;

   «La pandemia ha peggiorato la situazione – ha detto al Giorno Ivana Di Tanno, della Uil Trasporti Lombardia – perché le persone in stato di necessità sono costrette ad accettare di tutto»;

   come evidenziato da Andrea Gianni su Il Giorno il 18 agosto 2021, confrontando un contratto «pirata» con il Ccnl «leader», frutto della contrattazione fra associazioni di categoria e Cgil, Cisl e Uil, spiccano le differenze: anzianità più basse, solo due giorni di permesso in caso di lutto, zero ore di astensione retribuita, una scure sulla maggiorazione legata ai turni di notte;

   nell'edilizia, su 74 contratti depositati al Cnel «il 50 per cento è sottoscritto da associazioni che non rappresentano nessuno»;

   nel commercio su 257 contratti nazionali ben 121 sono firmati da sigle fittizie;

   come riportato da Ilfattoquotidiano.it, il 13 ottobre 2021, nel tessile il contratto Cisal per i cosiddetti «faconisti» (la subfornitura) prevede «un trattamento da 1.290 euro per un aiuto modellista che per fare lo stesso mestiere in un'azienda che applica il Ccnl siglato da Sistema moda Italia e confederali prenderebbe invece 1.794 euro». All'ottavo livello, quello degli inservienti o addetti a mansioni di manovalanza, la paga base è 816 euro. Il caso più recente: a fine settembre una nuova associazione datoriale del settore della concia delle pelli e un sindacato autonomo hanno partorito un contratto nazionale che presenta «forti differenze salariali» al ribasso rispetto a quello di Unic – concerie italiane e settoriali di Cgil, Cisl e Uil, rinnovato a gennaio;

   come evidenzia Chiara Brusini su Il Fatto Quotidiano, il 13 ottobre 2021, nella logistica e trasporto il Ccnl principale, rinnovato a maggio dopo due anni di attesa e lo sciopero di marzo, prevede ora per i profili più bassi un minimo di 1.328 euro per il personale non viaggiante e poco più di 1.700 per i conducenti, cifre che saliranno di 90 euro a regime nel 2024. Ma di contratti ce ne sono altri 76, tra cui quello firmato da Confederazione esercenti agricoltura artigianato commercio con minimi contrattuali da 958 euro e il Ccnl di Italia Impresa, Associazione imprese italiane, Aiva e Fitral che, come attestano le tabelle Cnel, per il primo livello d'inquadramento prevede 1.084 euro per i soci e 1.130 per i non soci. Per non parlare del contratto collettivo sottoscritto l'anno scorso da Assodelivery con Ugl Rider, che garantiva 10 euro all'ora ma solo «proporzionalmente ai minuti stimati per le consegne effettuate» e inquadrava i ciclofattorini come lavoratori autonomi senza diritto a malattia, maternità e tredicesima: dichiarato illegittimo dal tribunale di Bologna;

   tra i settori più colpiti dai contratti «pirata» figura la vigilanza: in base al Cncl Vigilanza privata firmato da Filcams-Cgil e Fisascat-Cisl è prevista una retribuzione di 930 euro lordi al mese, dichiarata inadeguata dai tribunali poiché al di sotto della soglia di povertà assoluta;

   come riportato dal sito vigilanzaprivataonline.com, in una lettera scritta da una guardia giurata e pubblicata dagli organi di stampa viene denunciata la situazione della vigilanza privata, ed in particolare dei servizi fiduciari, caratterizzati da salari spesso inferiori ai minimi costituzionali. Nella lettera si legge «Il nostro CCNL (peraltro scaduto dal 31 dicembre 2015) prevede ahimè delle retribuzioni nette che si aggirano mediamente sui 4 euro orari, che per un lavoratore full time si traducono in circa 700 euro al mese»;

   nonostante svariati tentativi delle parti sociali e dei Governi ancora non esiste un meccanismo di misurazione della rappresentatività delle sigle sindacali che permetta di realizzare quanto disposto dall'articolo 39 della Costituzione, che prevede che i sindacati possano essere «(...) rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce»;

   l'unica tutela possibile per i lavoratori risiede – in assenza di una qualunque previsione normativa di salario minimo e di misurazione della rappresentanza sindacali – nelle sentenze dei giudici del lavoro, che come evidenzia il giuslavorista Fausto Raffone a Ilfattoquotidiano.it, «non si traducono in un azzeramento del contratto e l'esito della causa vale solo per chi la fa»;

   in risposta all'interrogazione n. 5-06884, a firma Segneri, concernente iniziative in ordine alla introduzione nell'ordinamento italiano di un salario minimo, la sottosegretaria per il lavoro e le politiche sociali delegata ha specificato il 21 ottobre che «l'introduzione del salario minimo va legata ad una legge sulla rappresentanza, al fine di potenziare la contrattazione collettiva attraverso un intervento legislativo in materia di rappresentatività sindacale, necessario a salvaguardare il salario minimo da fenomeni distorsivi e tutelare il più possibile i lavoratori» –:

   quali urgenti iniziative normative intenda assumere per porre un freno definitivo al proliferare dei «contratti pirata», garantendo a tutti i lavoratori una retribuzione equa e dignitosa, unitamente a condizioni di lavoro tollerabili;

   quale sia l'orientamento politico del Ministro interpellato in merito all'adozione di un salario minimo orario che renda inapplicabili per legge i «contratti pirata» sottoscritti da sigle sindacali non rappresentative dei lavoratori e quali iniziative di competenza intenda adottare per coniugare tale istanza con un intervento in materia di rappresentatività sindacale che garantisca una contrattazione collettiva virtuosa e aderente ai requisiti costituzionali.
(2-01352) «Costanzo, Schullian».