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Atto a cui si riferisce:
S.4/05803 AIMI, MALAN, PAGANO, CANGINI, GASPARRI, BARBONI, GALLIANI, RIZZOTTI, GALLONE, PEROSINO, FERRO, MINUTO, BERARDI, SICLARI, TOFFANIN, CESARO, PAPATHEU, FLORIS, MODENA, MALLEGNI, DAL MAS,...



Atto Senato

Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 121
all'Interrogazione 4-05803

Risposta. - L'11 luglio si sono svolte in numerose città di Cuba manifestazioni di protesta ampiamente partecipate dalla popolazione. Si è trattato delle dimostrazioni più significative dal 1994, quando, durante la fase più dura del "periodo especial", i cubani scesero in strada, specialmente a L'Avana, spinti dalle privazioni imposte dalla crisi economica scoppiata dopo il crollo dell'URSS.

Alla base delle proteste vi sarebbero diverse concause, tutte ugualmente rilevanti: la grave crisi economica ed energetica, la carenza di generi alimentari di prima necessità e l'impennata dei contagi da COVID-19, che sta mettendo a dura prova il sistema sanitario cubano, nonostante l'intensificarsi della campagna vaccinale basata su sieri di produzione nazionale.

Le proteste hanno fatto registrare una vittima e sono culminate in numerosi fermi ed arresti di persone considerate dalle autorità cubane agitatori per conto di attori esterni, intendendo implicitamente gli Stati Uniti, che a loro avviso punterebbero a violare la sovranità dell'isola e a sovvertire l'ordine costituito cubano. Immediato è stato l'appello del presidente Diaz-Canel a tutti i "rivoluzionari" a riprendere il controllo della piazza, come immediatamente avvenuto attraverso lo schieramento di forze dell'ordine nelle strade della capitale L'Avana e delle altre principali città cubane; l'organizzazione di manifestazioni di enti ed associazioni diretta espressione del Partito comunista cubano; e, infine, la temporanea interruzione in tutto il Paese del funzionamento di internet, che aveva costituito il principale mezzo di diffusione delle informazioni e di organizzazione delle manifestazioni.

La situazione a Cuba, seppur ancora fluida, sembra ora essere rientrata ad una apparente normalità. Molti degli arrestati nelle settimane successive alle proteste sono stati rilasciati, anche se, stando alle informazioni circolanti attraverso blog ed altri siti di informazione indipendenti, sarebbero ancora in stato di fermo manifestanti, attivisti dei diritti umani e giornalisti. Si è inoltre avuta notizia di processi sommari. Il 18 agosto è stata anche approvata una normativa contro i "crimini su internet", tra i quali rientrano la diffamazione contro lo Stato e l'incitamento alla mobilitazione.

Il 13 luglio, il direttore generale per la mondializzazione e le questioni globali della Farnesina, Sabbatucci, ha espresso molto chiaramente all'ambasciatore cubano Rodriguez l'invito italiano alle autorità cubane alla moderazione nella gestione dell'ordine pubblico e delle persone fermate. Il direttore Sabbatucci ha inoltre chiesto un'adeguata protezione per i cittadini italiani che fossero stati eventualmente coinvolti nelle dimostrazioni e per la nostra sede diplomatica, qualora le circostanze lo avessero reso necessario, ricevendo rassicurazioni in questo senso da parte dell'ambasciatore cubano.

Anche in sede europea, in occasione delle riunioni del gruppo di lavoro America latina e Caraibi, l'Italia ha sottolineato la forte aspettativa che, in nome di un basilare principio dello Stato di diritto, le persone fermate siano adeguatamente giudicate, se ritenute responsabili di reati durante le dimostrazioni, ovvero immediatamente rilasciate, se a loro carico non vengano trovate prove. Più in generale, l'Italia ha condiviso e sostenuto l'appello dell'alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea Borrell nell'immediatezza delle proteste, quando l'alto rappresentante ha insistito sul diritto del popolo cubano a manifestare liberamente. Anche la successiva dichiarazione dell'alto rappresentante a nome dei Paesi membri dell'Unione europea del 29 luglio ha ricevuto da parte italiana il medesimo sostegno. In questa dichiarazione si sottolinea la legittimità delle rimostranze e delle rivendicazioni della popolazione cubana in merito alla mancanza di cibo, medicinali, acqua ed energia, nonché alla libertà di espressione e alla libertà di stampa. Vengono poi espresse forti preoccupazioni per la repressione delle proteste e per l'arresto di manifestanti e giornalisti, esortando il Governo cubano ad impegnarsi ad un dialogo inclusivo. Non manca infine un richiamo al partenariato istituito con l'accordo di dialogo politico e di cooperazione tra Unione europea e Cuba, con la disponibilità a sostenere tutti gli sforzi volti a migliorare le condizioni di vita dei cubani.

Per quanto attiene alle iniziative che si intende attuare per soccorrere la popolazione cubana in questo momento di grandissima difficoltà sotto il profilo sociale ed economico, occorre tener conto che Cuba è, da 10 anni, un Paese prioritario per la cooperazione italiana allo sviluppo, con l'obiettivo del miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. La presenza italiana sull'isola è ben consolidata, soprattutto nei settori dello sviluppo rurale e della sicurezza alimentare. Fin dall'inizio della pandemia, la cooperazione italiana ha rapidamente riorientato alcune delle attività in corso per far fronte all'emergenza sanitaria e al suo impatto socio-economico. Parte delle risorse sono state riallocate per consentire la produzione sull'isola di dispositivi di protezione individuale e per rafforzare le capacità dell'industria alimentare locale, in risposta alla riduzione delle importazioni provocata dalla pandemia. Anche nel corso dei prossimi mesi, ove necessario, verrà rimodulata la programmazione delle iniziative previste a beneficio della popolazione cubana, che ammontano a un valore complessivo di 8,4 milioni di euro.

Inoltre, attraverso i fondi umanitari della cooperazione italiana, volti ad assicurare rapido aiuto alle componenti più vulnerabili della popolazione, il 22 luglio è stato disposto uno stanziamento di 120.000 euro a sostegno delle attività del programma alimentare mondiale nel Paese, in particolare per la fornitura di generi alimentari a oltre 2.000 pazienti affetti da COVID-19 ricoverati in 7 strutture ospedaliere della provincia di Matanzas e della città di L'Avana.

All'inizio di settembre sono state poi donate alle autorità cubane oltre 30 tonnellate di aiuti sanitari, per un valore complessivo di circa un milione e mezzo di euro, a sostegno del sistema sanitario. Gli aiuti sono stati raccolti in Italia da una vasta rete di istituzioni (la Regione Piemonte in primo luogo), enti (come la comunità di Sant'Egidio) ed associazioni, grazie al coordinamento dell'Agenzia per l'interscambio culturale ed economico con Cuba. Tra i dispositivi donati meritano di essere segnalati 150 respiratori polmonari, gravemente carenti sull'isola in particolare in una fase di recrudescenza della pandemia. L'iniziativa ha ricevuto un'ampia copertura mediatica, con un'evidente ricaduta positiva sull'immagine del nostro Paese a Cuba in un momento di grande difficoltà economica, sociale e sanitaria.

Si tratta di un quadro per certi versi nuovo per Cuba, determinato da un lato da radicati fattori di crisi e dall'altro dalla capacità di mobilitazione capillare tramite internet. La situazione appare ancora molto fluida, tenuto conto che alle tensioni nella società cubana si accompagnano le persistenti frizioni tra Cuba e gli Stati Uniti.

Il Governo continuerà a monitorare la situazione a Cuba e a insistere sul piano bilaterale, in particolare nell'ambito del meccanismo di dialogo politico istituito nel 2011 e riunitosi più volte, e nel più ampio contesto europeo affinché nel Paese vengano rafforzati il riconoscimento e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in primo luogo della libertà di manifestazione del pensiero. Il dialogo sui diritti umani tra Unione europea e Cuba rappresenta la cornice migliore nella quale continuare a indirizzare questi messaggi alle autorità cubane.

SERENI MARINA Vice ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale

14/10/2021