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Atto a cui si riferisce:
C.5/06892 (5-06892)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 ottobre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06892

  Il Comitato Credenziali dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite dovrà pronunciarsi circa la doppia richiesta di accreditamento birmana ai lavori. Il Comitato, pur essendo stato già eletto, non si è ancora riunito. Non è infatti prassi del Comitato riunirsi prima di novembre, per consentire a tutti gli Stati Membri di presentare le lettere credenziali. Del Comitato fanno parte, tra gli altri: Stati Uniti, Cina, Federazione russa. La Svezia – per conto dell'Unione europea – dovrebbe assumerne la Presidenza. L'Italia non ne è parte. Le decisioni del Comitato sono sottoposte alla plenaria dell'Assemblea Generale per approvazione, solitamente entro dicembre.
  Da quanto informalmente anticipato dal Comitato Credenziali, lo scorso settembre risulterebbero essere state presentate due lettere di credenziali, una dall'attuale Rappresentante Permanente alle Nazioni Unite, Ambasciatore Kyaw Moe Tun, e una dalla Giunta Militare, che ha indicato come capo della delegazione per la sessione dell'Assemblea Generale e come nuovo Rappresentante Permanente Aung Thurein, persona vicina alla Giunta. L'attuale Ambasciatore, in un primo momento iscrittosi a parlare al dibattito generale di apertura della sessione, si è successivamente cancellato (su suggerimento statunitense), per evitare il rischio di contestazioni sul piano procedurale da parte di Stati membri vicini alla Giunta militare. Egli è tuttavia intervenuto nell'ambito dei dibattiti di avvio dei lavori di alcune delle Commissioni, senza che tale circostanza sia stata contestata da altri Paesi.
  Ricordo che il Comitato credenziali si pronuncia per consensus. Al momento appare verosimile il ricorso alla tecnica del deferimento della decisione all'Assemblea Generale in virtù dell'interpretazione estensiva della pertinente regola di procedura dell'Assemblea Generale. La Regola 29 prevede, infatti, che: «Ogni rappresentante alla cui ammissione un Membro ha fatto obiezione è seduto provvisoriamente con gli stessi diritti degli altri rappresentanti fino a quando il Comitato per le Credenziali non abbia riferito, e l'Assemblea Generale espresso la sua decisione». Il ricorso a questa regola consentirebbe, quindi, al Rappresentante Permanente attuale di continuare a esercitare le proprie prerogative alle Nazioni Unite per tutta la 76esima sessione dell'Assemblea Generale: fino a settembre 2022.
  L'Italia lavora in stretto coordinamento con i partner europei e anche con i Paesi like-minded riuniti nell'ambito del cosiddetto Small Group (oltre a noi, Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Australia, USA, Canada, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud). Obiettivi comuni: affrontare compatti le drammatiche conseguenze del colpo di Stato del 21 febbraio scorso, continuare ad accrescere la pressione sul regime e favorire una soluzione pacifica alla crisi.
  Sosteniamo il lavoro di mediazione dell'ASEAN, nella persona dell'Inviato Speciale per il Myanmar, il secondo ministro degli Esteri del Brunei Erywan Yusof, per l'applicazione del consenso in 5 punti raggiunto nel vertice del 24 aprile scorso. Un'evoluzione certamente positiva degli sforzi profusi in questa direzione dall'Organizzazione è stata la decisione assunta pochi giorni fa, il 15 ottobre, dai Ministri degli esteri ASEAN di escludere il Capo della Giunta militare birmana dal prossimo Vertice dell'ASEAN, in programma il 26-28 ottobre prossimi e invitare invece il Myanmar a livello meramente tecnico.
  Ricordo, infine, che il nostro Paese è stato tra i principali promotori della Risoluzione 75/287 dell'Assemblea Generale sulla situazione in Myanmar adottata il 19 giugno, che ha condannato a larga maggioranza (119 voti a favore, 36 astenuti e un solo contrario) il colpo di Stato.