• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/06126 AIMI, CRAXI, CANGINI, GASPARRI, GALLIANI, PAGANO, MALLEGNI, CALIENDO, BARBONI, CALIGIURI, MINUTO, CESARO, PAPATHEU, PAROLI, TOFFANIN, BERARDI, BINETTI, PEROSINO - Al Ministro degli affari...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-06126 presentata da ENRICO AIMI
martedì 19 ottobre 2021, seduta n.368

AIMI, CRAXI, CANGINI, GASPARRI, GALLIANI, PAGANO, MALLEGNI, CALIENDO, BARBONI, CALIGIURI, MINUTO, CESARO, PAPATHEU, PAROLI, TOFFANIN, BERARDI, BINETTI, PEROSINO - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:

la Repubblica di Cina fu l'entità politica che si costituì in Cina tra il 1912 e il 1949 e la cui esistenza fu segnata dall'invasione giapponese e dalla guerra civile scatenata dal Partito comunista cinese;

nel 1949, a seguito della vittoria riportata dai comunisti di Mao Zedong, fu fondata la Repubblica popolare cinese, mentre il territorio sotto il controllo della Repubblica di Cina, guidato da Chang Kaishek, si ridusse all'isola di Taiwan;

dalla sconfitta giapponese del 1945 ad oggi, la Cina ha mantenuto la ferma convinzione che l'isola di Taiwan appartenga ad essa, nonostante la stessa isola continui in tutti i modi a prendere le distanze e dichiararsi formalmente indipendente;

sin dal marzo 2000, con l'elezione del presidente Chen Shui-bian, forte sostenitore dell'indipendenza dell'isola, è stato dimostrato come il processo democratico a Taiwan sia in una fase avanzata di cambiamento;

il 5 settembre 2002 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione con cui auspicava lo smantellamento dei missili cinesi puntati su Taiwan dalla regione costiera sudorientale;

nonostante a partire dal 2000 si siano svolte elezioni democratiche, libere e regolari, garantendo quindi dibattito interno e trasparenza, libertà di espressione e alternanza nella gestione del potere, la Cina considera Taiwan una regione speciale da riportare lentamente sotto il proprio totale controllo. L'isola di Taiwan, al contrario, si sente uno Stato indipendente e democratico, con un Governo sovrano ed una propria costituzione;

abbandonato ogni sogno irrealistico di rappresentare tutta la Cina, i taiwanesi hanno trovato nel loro essere democratici l'elemento che li contraddistingue dalla Cina continentale, accettando un equilibrio creatosi mediante i rapporti economici molto intensi che si sono stabiliti. Negli ultimi anni la Cina ha "mosso le sue pedine" con abilità, sfruttando tutto ciò che la democrazia taiwanese le permetteva di fare, ad esempio aumentando il proprio peso economico e influenzando il più possibile i media, in quanto non controllati da alcuna autorità;

durante le celebrazioni per i 110 anni dalla rivoluzione del 1911, il presidente Xi Jinping ha affermato che Taiwan è una questione interna alla Cina e, conseguentemente, non ammette interferenze esterne su una questione nata dalla debolezza e dal caos della nazione cinese. Ha sostenuto ancora che il secessionismo di Taiwan è il più grande ostacolo alla riunificazione nazionale, una seria minaccia al ringiovanimento nazionale. Per il Presidente cinese chiunque voglia tradire e separare il Paese sarà giudicato dalla storia e non farà una buona fine;

la replica del Consiglio di Taipei per gli affari con la Cina è stata immediata nel sostenere che solo i 23 milioni di taiwanesi hanno il diritto di decidere il futuro e lo sviluppo dell'isola. La presidente Tsai Ing-wen ha ribadito che Taiwan "non cederà né avanzerà", al centro degli interessi restano la difesa della sovranità e della sicurezza nazionale e la strada della cooperazione con i Paesi amici, ribadendo che compiranno ogni sforzo per mantenere lo status quo, difendendo pace e stabilità attraverso lo stretto di Taiwan;

negli ultimi giorni Taipei ha denunciato un nuovo record di incursioni della Cina nel proprio spazio aereo, ovvero 52 aerei militari cinesi avrebbero violato lo spazio in un solo giorno;

"The Wall Street journal" e l'agenzia "Reuters" hanno reso noto, in base alle informazioni assunte da funzionari statunitensi, che decine di soldati delle forze speciali USA e un numero imprecisato di marines starebbero addestrando l'esercito di Taiwan da almeno un anno, nell'eventualità di un attacco militare cinese;

la notizia è stata diffusa dopo che nelle ultime settimane le provocatorie azioni militari della Cina nei confronti di Taiwan sono aumentate in maniera esponenziale. Per quattro giorni di seguito i cinesi hanno inviato decine di aerei militari nella zona di identificazione per la difesa aerea (ADIZ) di Taiwan, spazio aereo il cui accesso è regolamentato e monitorato per ragioni di sicurezza nazionale, e la cui violazione è considerata una grave provocazione militare,

si chiede di sapere:

quali valutazioni esprima il Ministro in indirizzo;

quali azioni a tutela della pace intenda assumere, anche alla luce di una situazione internazionale, tra Taiwan e la Repubblica popolare cinese, particolarmente delicata, rispetto anche alle continue dichiarazioni del presidente Xi Jinping, in base alle quali la riunificazione con Taiwan è uno degli obiettivi più importanti del Partito comunista cinese, mentre il Ministro della difesa taiwanese stima che l'esercito cinese potrebbe essere pronto ad invadere l'isola entro il 2025;

se non convenga che, nonostante la complessità della sua storia, Taiwan resti una delle democrazie più libere, prospere e vivaci dell'intera Asia.

(4-06126)