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Atto a cui si riferisce:
C.5/06837 (5-06837)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 14 ottobre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-06837

  Con riferimento alle questioni poste dagli Onn.li interroganti occorre rilevare che le criticità dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue ancora presenti sul territorio nazionale hanno determinato, a partire dal 2004, l'avvio, da parte della Commissione europea, di quattro procedure di infrazione, tutte oggetto di sentenza di condanna da parte della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Nel 2017 è stato inoltre notificato all'Italia un parere motivato – relativo alla violazione della Direttiva 91/271/CEE, in materia di acque reflue urbane –. Le procedure in questione ad oggi interessano, complessivamente, oltre 900 agglomerati relativi ad un carico generato di poco più di 29 milioni di abitanti equivalenti.
  La Regione maggiormente coinvolta, per numero di agglomerati e di abitanti equivalenti, è la Regione Sicilia con 246 agglomerati per quasi 7 milioni di abitanti equivalenti.
  Per la Causa C-251/17 la sentenza della Corte emessa a maggio 2018, ai sensi dell'articolo 260 del Trattato di Roma, ha condannato l'Italia al pagamento di sanzioni pecuniarie, ovvero una penalità forfettaria unica pari a venticinque milioni di euro e una penalità di mora semestrale iniziale di circa oltre trenta mila euro fino a completa esecuzione della sentenza stessa.
  Tale sanzione ha carattere degressivo in funzione del numero degli abitanti equivalenti resi progressivamente conformi.
  La sentenza in argomento ha interessato, inizialmente, 74 agglomerati, con un carico generato complessivo pari a oltre cinque milioni di abitanti equivalenti; il contributo della Regione Sicilia è stato di 48 agglomerati con un carico generato complessivo pari a circa tre milioni e mezzo di abitanti equivalenti.
  Con cadenza semestrale questo Ministero predispone, sulla base degli aggiornamenti trasmessi, per quanto di competenza, dalle Regioni e dal Commissario unico per la depurazione, un Report per informare la Commissione sullo stato di attuazione della sentenza e, conseguentemente, permettere alla stessa la quantificazione della penalità semestrale.
  In ottemperanza alla già menzionata sentenza, ai sensi dell'art. 43 della Legge 234/2012, il Ministero dell'economia e delle finanze ha provveduto al pagamento di complessivi di euro 120,16 milioni di euro distribuiti in quattro rate semestrali da giugno 2018 a maggio 2020.
  In particolare, con la I rata semestrale (giugno/novembre 2018) la Commissione ha riconosciuto circa 428 mila abitanti equivalenti come «conformi» ed applicato una penalità di mora pari a circa 27,96 milioni di euro.
  Nei semestri successivi si è registrato un apprezzabile miglioramento della situazione italiana.
  In particolare, con al IV rata semestrale (dicembre 2019/maggio 2020), la Commissione ha riconosciuto complessivi 233 mila abitanti equivalenti come «conformi» ed applicato una penalità di mora pari a circa 19,06 milioni di euro.
  È bene precisare che nessun agglomerato, o quota parte di agglomerato, della Regione Sicilia è risultato conforme, ma la Commissione ha accolto, a seguito del riesame condotto dalle autorità italiane, la revisione del carico generato dell'agglomerato di Palermo con una, conseguente, riduzione di 58 mila abitanti equivalenti del carico inquinante come «non conforme».
  La penalità di mora su indicata, pari a circa 19,06 milioni di euro deriva dalla parziale rinuncia da parte della Commissione al recupero a causa l'emergenza sanitaria in atto nel periodo in questione, a partire dall'8 marzo 2020, che ha rallentato/sospeso molte delle attività in essere.
  Si informa, infine, che il diritto di rivalsa nei confronti delle Regioni, è esercitato unicamente dal Ministero dell'economia e delle finanze quale organismo centrale deputato ad avviare l'istruttoria propedeutica all'esercizio dell'azione dedicata prevista dall'articolo 43, comma 7, della Legge n. 243/2012 (cosiddetta legge Moavero Milanesi).