Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/06837 (5-06837)
Atto Camera
Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06837presentato daLICATINI Caterinatesto diMercoledì 13 ottobre 2021, seduta n. 576
LICATINI, MARAIA, DAGA, GALIZIA, DEIANA, D'IPPOLITO, DI LAURO, MICILLO, TERZONI, TRAVERSI, VARRICA, VIGNAROLI e ZOLEZZI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:
la regione Sicilia è coinvolta in quattro procedure di infrazione e ne rischia una quinta per la mancata depurazione delle acque in 50 comuni che si aggiungono ai 243 per i quali l'Unione europea ha già sanzionato l'isola; la Sicilia risulta, pertanto, la principale destinataria delle procedure di infrazione nel settore depurativo e quindi la maggiore artefice delle violazioni perpetrate a danno dell'ambiente;
due delle quattro procedure d'infrazione si sono già concluse con una condanna, prevedendo, peraltro che, per ogni semestre di ritardo, la sanzione aumenti di 30 milioni di euro;
con delibera Cipe n. 60 del 2012 è stato stanziato più di un miliardo di euro per la Sicilia, ma poco è stato fatto rispetto all'elevato numero di interventi da compiere; grazie al lavoro svolto dalla struttura commissariale in materia di depurazione, sono state impegnate ulteriori risorse al fine di ridurre il numero di agglomerati non conformi, ma ancora molti sono gli interventi necessari per porre fine a questa vera e propria emergenza;
l'amministrazione centrale ha manifestato ufficialmente l'intenzione di esercitare il diritto di rivalsa dello Stato nei confronti di regioni o di altri enti pubblici responsabili di violazioni del diritto dell'Unione europea (ai sensi della legge di stabilità 2016);
delle 217 istruttorie relative a casi di danno ambientale distribuiti su tutto il territorio nazionale, in Sicilia ne risultano aperte complessivamente 38, tra le quali anche quelle relative agli scarichi idrici, pari a circa il 5 per cento del totale;
dall'assessorato regionale ai servizi di pubblica utilità è stato riferito che le sanzioni comunitarie per la mancata depurazione costano alle casse regionali, dato il diritto di rivalsa esercitato dallo Stato, 97 mila euro al giorno dal 2012;
la realizzazione degli interventi necessari a garantire l'economicità, efficienza ed efficacia del servizio idrico integrato e, al contempo, salvaguardare valori primari e costituzionalmente tutelati, quali la salute pubblica e l'ambiente, impone all'amministrazione regionale, nella qualità di ente vigilante e al contempo soggetto finanziatore, ogni sforzo idoneo a superare le criticità che ad oggi derivano dai forti ritardi accumulati nel tempo sia a livello gestionale che, successivamente, di adeguamento alla normativa comunitaria –:
se e con quali tempistiche e modalità il Governo intenda esercitare il diritto di rivalsa nei confronti delle regioni che hanno commesso violazioni in materia di depurazione delle acque reflue, accertate con procedure di infrazione.
(5-06837)