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Atto a cui si riferisce:
C.5/06579 (5-06579)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 5 ottobre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06579

  Nnamdi Kanu ha fondato nel 2012 l'Independent Indigenous People of Biafra (IPOB), organizzazione che si prefigge di ridare vita al movimento secessionista del Biafra dopo il tentativo di indipendenza e la guerra civile dal 1967 al 1970.
  La regione della Nigeria spesso identificata dai media internazionali come Biafra, nel Sud-Est del Paese, è costituita dai cinque Stati federali di Enugu, Anambra, Imo, Abia e Ibonyi, caratterizzati da una forte densità di popolazione e dalla prevalenza dell'etnia cristiana Igbo (17 per cento della popolazione nazionale circa). Si tratta della zona dove nel 1967 un gruppo di alti ufficiali di etnia Igbo e Ibibio proclamarono l'indipendenza del Biafra. Le popolazioni della regione, che contiene oltre il 90 per cento delle riserve e della produzione di idrocarburi della Nigeria, si opposero al progetto secessionista assieme al resto del Paese, contribuendo alla sconfitta dei secessionisti in una guerra durata 30 mesi e che si stima abbia causato oltre un milione di morti.
  Alla capitolazione dei secessionisti nel 1970 seguì un processo di riconciliazione nazionale riconosciuto internazionalmente come un successo, reintegrando nel giro di pochi anni combattenti e sostenitori del progetto secessionista nella vita nazionale della Federazione nigeriana.
  Dal 2020 la propaganda di Kanu ha assunto toni aspri, con l'invito ad una rivolta armata e la fondazione di una milizia para-militare chiamata Eastern Security Network (ESN), anche come conseguenza della dura repressione delle manifestazioni in occasione del giorno del ricordo del Biafra in cui sono morte 60 persone per mano delle forze di sicurezza nigeriane. L'ESN avrebbe un numero ridotto di militanti armati e un limitato sostegno popolare, in un momento in cui esponenti dell'etnia Igbo aspirano a conquistare la Presidenza della Nigeria nel 2023 in base alla regola non scritta che prevede la rotazione tra candidati musulmani e cristiani.
  L'arresto e il rimpatrio immediato in Nigeria di Nnamdi Kanu, in circostanze ancora non chiarite e denunciate come illegali dai suoi avvocati, ha portato ad una diminuzione degli attacchi, quasi del tutto cessati dopo il picco in primavera. L'ESN probabilmente preferisce evitare che le proprie azioni possano ripercuotersi sull'incolumità fisica del leader. Nnamdi Kanu è infatti detenuto ad Abuja in attesa di processo. Continua invece il «sit-at-home order», una protesta che vede la chiusura degli esercizi commerciali. L'IPOB proclama questa serrata un giorno a settimana per tenere sotto pressione Governo federale e governi locali. Le ultime informazioni indicano tuttavia una progressiva minore partecipazione degli esercenti in diverse città del Sud-Est, senza che questo abbia provocato significative reazioni da parte dell'ESN.
  L'udienza di Nnamdi Kanu, precedentemente prevista il 21 settembre, è stata aggiornata al 21 ottobre.
  L'Italia e l'Unione europea seguono il caso dell'arresto di Nnamdi Kanu con attenzione. Il tema è oggetto delle riunioni dei Capi Missione dell'Unione europea ad Abuja. Medesima attenzione viene dedicata alla situazione degli Igbo, in particolare per quanto riguarda il quadro di sicurezza della regione in cui vivono e la tutela della popolazione civile, monitorata dal gruppo di lavoro competente del Consiglio dell'Unione Europea a Bruxelles, denominato COAFR.
  Attivo è anche il dialogo tra la nostra Ambasciata e quella britannica ad Abuja, tenuto conto della doppia cittadinanza inglese e nigeriana di Nnamdi Kanu. Nonostante le Autorità della Nigeria affermino la natura interna della questione proprio alla luce della cittadinanza nigeriana dell'imputato, l'Ambasciata del Regno Unito ad Abuja ha pubblicamente dato disponibilità a fornire assistenza consolare al proprio cittadino.
  In conclusione, l'Italia, in coordinamento con i partner dell'Unione europea, intende continuare a seguire l'evolversi della situazione giudiziaria di Nnamdi Kanu, non dimenticando che il legame di cittadinanza con il Regno Unito attribuisce anzitutto a quel Paese la titolarità di iniziative a sua tutela. Vogliamo inoltre mantenere elevata l'attenzione sulla situazione della popolazione Igbo, favorendo azioni volte a mettere fine alle violenze tra le diverse comunità in Nigeria.