• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/06769 (5-06769)



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06769presentato daBARELLI Paolotesto diMartedì 5 ottobre 2021, seduta n. 572

   BARELLI, PORCHIETTO, SQUERI, POLIDORI e TORROMINO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   si rinnova l'iniziativa, all'interno del Governo, di impedire le delocalizzazioni produttive mediante l'adozione di un sistema sanzionatorio sulle imprese oltre i 250 dipendenti. L'ipotesi è di prevedere una sanzione tra 20 e 30 mila euro per dipendente coinvolto nella cessazione di attività, qualora tale cessazione non fosse riconducibile a ragioni determinate da squilibrio patrimoniale o economico finanziario che ne renda probabile l'insolvenza;

   il «decreto dignità» del 2018, nel quale è previsto che le aziende che delocalizzano in Stati extra europei o riducano l'occupazione di oltre il 50 per cento siano chiamate a restituire i finanziamenti ricevuti dallo Stato, non ha impedito una serie di abbandoni produttivi anche clamorosi, da parte di multinazionali;

   una politica basata su un mero sistema sanzionatorio in caso di delocalizzazione comporta solo ulteriori costi fissi da mettere in conto da parte delle imprese che per ragioni di competitività decidano di chiudere le attività in Italia;

   i dati dicono che l'Italia è tremendamente indietro nella capacità di attrarre investimenti esteri capaci di generare crescita. Se si misura lo stock di investimenti diretti esteri (IDE) in entrata sul prodotto interno lordo nella media 2013-2018 tra le principali economie europee, l'Italia mostra la quota più bassa: 21 per cento del prodotto interno lordo, rispetto al 30 della Francia o del 46 per cento della Spagna;

   le cause sia della delocalizzazione che dei mancati investimenti esteri consistono, secondo l'unanime interpretazione degli esperti, nell'eccessivo peso dei costi fiscali e amministrativi, negli intralci burocratici, nel gap dell'offerta formativa per i profili tecnici previsti dalle imprese, nell'inefficienza della pubblica amministrazione;

   altri Paesi europei hanno adottato o stanno adottando misure per attrarre investimenti produttivi: a causa della pandemia l'Europa sta riscoprendo la propria vocazione manifatturiera, anche perché si è resa conto che la dipendenza dall'estero per talune produzioni, la precarietà delle filiere logistiche e le tensioni politiche internazionali rischiano di mettere in crisi interi comparti –:

   quali iniziative intenda adottare, nel quadro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per attrarre gli investimenti diretti esteri (Ide) e per favorire i processi di ritorno delle produzioni manifatturiere che, in precedenza, erano state delocalizzate (reshoring) anche tenendo conto delle diverse proposte di legge presentate in Parlamento su tali tematiche.
(5-06769)