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Atto a cui si riferisce:
S.4/04949 CATTANEO, UNTERBERGER, MONTEVECCHI, BONINO, FEDELI, BINETTI, MARILOTTI, VANIN, ANGRISANI - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'università e della...



Atto Senato

Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 116
all'Interrogazione 4-04949

Risposta. - Non ci sono, purtroppo, aggiornamenti di rilievo sulla triste vicenda di Ahmadreza Djalali. Il suo stato di salute rimane precario, malgrado le autorità iraniane dichiarino l'accesso del dottor Djalali alle cure mediche presso il luogo di detenzione. La condanna a morte che gli è stata comminata resta purtroppo confermata, anche se l'esecuzione è posticipata a data da definirsi. Da metà aprile non è più in isolamento, ma gli viene precluso ogni contatto coi familiari, sia dalla Svezia che da Teheran.

La decisione ultima in merito alla condanna a morte del dottor Djalali, basata su presunti reati commessi ai danni della sicurezza nazionale, è da ricondursi esclusivamente al potere giudiziario iraniano. Al sistema accademico del Paese non è possibile attribuire responsabilità oggettive. La cooperazione universitaria, settore tradizionalmente sviluppato delle relazioni tra Italia e Iran, ha all'attivo numerose intese e programmi bilaterali di scambio di ricercatori e studenti. Altrettanto fiorente è la collaborazione nel settore artistico-culturale. L'interlocuzione sviluppata in tali ambiti è di grande valore e ha ricadute positive in quanto stimola e promuove proficui contatti tra le società civili.

Talvolta viene demandato alla diplomazia informale della scienza il compito di tenere aperti i canali quando ogni altro strumento di dialogo viene meno.

L'università di Teheran è la più rilevante istituzione accademica del Paese. Vi trovano impiego diversi intellettuali ed esponenti della cultura iraniana di vario orientamento. Essa rappresenta un importante interlocutore dell'Italia per la diffusione delle nostre tradizioni linguistiche, storiche e culturali in Iran, oltre che un punto di riferimento nell'analisi dell'attualità politica ed economica contemporanea, grazie al confronto con la comunità di analisti che vi svolge attività didattica.

Dipartimenti d'italiano sono presenti sia all'università di Teheran, sia all'università Libera islamica (campus di Teheran nord) e in entrambi opera un lettore di nomina ministeriale italiana. L'incontro richiamato ha costituito, in particolare, l'occasione per presentare la nuova lettrice di italiano al preside e al corpo docente del Dipartimento di italianistica dell'università di Teheran.

In Italia la lingua persiana è insegnata presso diverse università, quali: "Sapienza" a Roma, "Orientale" a Napoli, "Ca' Foscari" a Venezia, poi Bologna, Viterbo e Cagliari. Gli atenei italiani sono sempre molto attenti alla letteratura, storia e cultura persiane, hanno cattedre correlate a tali studi che non hanno mai interrotto le loro attività, così come non sono state interrotte le numerose missioni archeologiche italiane nel Paese. Attualmente ci sono rapporti consolidati ed eccellenti anche nel campo della fisica teorica e delle scienze della terra, in particolare con il polo scientifico di Trieste.

Queste relazioni non condizionano però in alcun modo l'impegno italiano sul versante della protezione e della promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, che si esplica anche nell'ambito del mandato dell'Italia in Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite (2019-2021). La Farnesina, in particolare, segue con attenzione la situazione dei diritti umani in Iran ed è consapevole delle numerose criticità che essa presenta.

Fra gli aspetti più preoccupanti, il frequente ricorso alla pena di morte, applicata anche a persone che erano minorenni al momento della commissione dei reati. Si tratta di una pratica condannata dall'Italia a titolo nazionale e congiuntamente all'Unione europea, nel solco del nostro tradizionale impegno contro la pena capitale. L'Italia ha quindi condannato fermamente le esecuzioni che si sono purtroppo succedute nei mesi passati in Iran, che hanno riguardato l'atleta Navid Afkari nel settembre 2020, il giornalista Ruhollah Zam e Mohammad Hassan Rezaiee, minorenne all'epoca della commissione del reato, nel dicembre scorso.

Rimane critica anche la situazione dei difensori dei diritti umani. L'Italia segue gli sviluppi della vicenda dell'avvocata Nasrin Sotoudeh, che non si è mancato di evocare anche bilateralmente con Teheran. Destano inoltre preoccupazione le serie limitazioni poste all'esercizio delle libertà di opinione, espressione (stampa ed internet sotto costante monitoraggio) e riunione. Per tali motivi, in ambito Nazioni Unite, l'Italia contribuisce attivamente ai negoziati sulla risoluzione annuale dell'Assemblea generale concernente la situazione dei diritti umani nel Paese e sulla risoluzione del Consiglio diritti umani per il rinnovo annuale del mandato del relatore speciale ONU sulla situazione dei diritti umani in Iran. L'Italia co-sponsorizza regolarmente entrambe le risoluzioni.

L'Italia continuerà a monitorare con la massima attenzione la vicenda del dottor Djalali, anche in coordinamento con i partner europei. Più volte è stata rappresentata agli interlocutori iraniani, nel corso di contatti bilaterali, la preoccupazione del Governo, del Parlamento e dell'opinione pubblica italiani per la sorte del ricercatore. L'Italia ha inoltre aderito ai passi congiunti che l'Unione europea ha effettuato presso le autorità iraniane per perorare la causa di Ahmadreza Djalali fin dal 2017.

L'Italia non cesserà di ribadire alle autorità locali la ferma aspettativa che l'Iran assicuri una piena protezione dei diritti umani e che prenda in considerazione l'adozione di una moratoria delle esecuzioni capitali come primo passo verso l'abolizione delta pena di morte, campagna su cui l'Italia è tradizionalmente in prima linea a livello internazionale, avendo promosso la prima risoluzione adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite su questo tema, nel 2007.

Il nostro Paese è orgoglioso dei sempre maggiori consensi che questa risoluzione ha raccolto nel corso degli anni, fino al record di 123 voti favorevoli ottenuti nell'ultima occasione in cui è stata adottata, a dicembre 2020, contribuendo a rafforzare la sensibilità e la consapevolezza della comunità internazionale sull'importanza di muovere verso l'abolizione della pena di morte nel mondo.

DELLA VEDOVA BENEDETTO Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale

10/09/2021