• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/10252 (4-10252)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10252presentato daGRIPPA Carmelatesto diVenerdì 17 settembre 2021, seduta n. 566

   GRIPPA, CASA e BARBUTO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   da un articolo a prima firma di Giusi Fasano titolato «La bambina nata in carcere è una sconfitta per tutti», pubblicato dal Corriere della Sera il 13 settembre 2021, si apprende della nascita nella casa circondariale di Rebibbia di una bambina, la quarta figlia di una madre detenuta, alla quale non era stato concesso di uscire dall'istituto, per evitare che potesse commettere ulteriori reati per i quali sta già scontando la pena;

   seppur appaia condivisibile la scelta di una misura più rigida da parte del giudice nei confronti della madre, certo è che si sarebbe potuto fare di più nei confronti della bambina rispetto ad una alternativa alla cella per accoglierla nel mondo, visto che, vi è stata una richiesta di revoca della misura detentiva del suo legale;

   questa nascita potrebbe essere, a parere dell'interrogante, un «danno collaterale» subito dalla bambina per le condizioni della mamma; si tratta degli stessi danni che sono costretti a patire gli altri circa 25 bambini, da zero a sei anni, attualmente «detenuti» assieme alle loro madri nelle carceri italiane o negli Icam (Istituto a custodia attenuata per detenute madri). Si tratta di piccoli prigionieri per gli errori degli adulti;

   il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rispondendo ad alcune domande dei ragazzi dell'istituto penale per i minorenni di Nisida, nei giorni scorsi, aveva affermato: «...L'importante è che la detenzione non si traduca in una macchia indelebile, ma sia una cicatrice che scompare. C'è il dovere di agevolare il reinserimento nella vita sociale», dichiarazione questa che dovrebbe far riflettere rispetto a quanto accaduto per evitare che ciò possa ripetersi in futuro;

   diverse associazioni che si occupano di carcere domandano di cambiare la legge n. 62 del 2011, che, nata con l'intenzione di far uscire i bambini dagli Istituti di pena femminili, promuovendo sei Istituti a custodia attenuata per madri (Icam), ha finito per raddoppiare la carcerazione dei più piccoli, che possono stare in queste strutture fino a 6 anni d'età, contro i 3 previsti in precedenza;

   un emendamento all'ultima legge di bilancio prevede uno stanziamento per il 2021, 2022 e 2023 in favore del Ministero della giustizia per sostenere le spese per la casa famiglia, mentre sarebbe da istituzionalizzare un servizio di accompagnamento dei bambini all'esterno, servizio che ora invece, è svolto dai volontari e che alcune volte si pone in contrapposizione con esigenze e bisogni dell'intera relazione familiare –:

   quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare al fine di intervenire sull'impianto della legge n. 62 del 2011 sopra citata anche nell'ottica di agevolare e colmare il disagio che potrebbe vivere il bambino con madre detenuta, nonché sperimentare un servizio ministeriale idoneo a superare sensibilmente il divario educazionale riscontrabile rispetto ai bambini che vengono al mondo in condizioni di maggiore benessere.
(4-10252)