• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.4/05987 LEONE, VACCARO, PAVANELLI, TRENTACOSTE, ROMANO, VANIN, CROATTI, FERRARA, CASTALDI, PRESUTTO - Al Ministro della giustizia. - Premesso che: non di rado la situazione drammatica in cui...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-05987 presentata da CINZIA LEONE
martedì 14 settembre 2021, seduta n.358

LEONE, VACCARO, PAVANELLI, TRENTACOSTE, ROMANO, VANIN, CROATTI, FERRARA, CASTALDI, PRESUTTO - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:

non di rado la situazione drammatica in cui versa la maggioranza delle carceri italiane viene raccontata nei giornali e nelle inchieste televisive, tuttavia nulla pare andare nella direzione di una reale contromisura per invertire la rotta e intraprendere un cammino virtuoso al fine di trovare una soluzione alle tante criticità che si rilevano quando si analizzano le condizioni degli istituti penitenziari;

il dramma del sovraffollamento, pur essendo il problema ricorrente che ostacola e pregiudica fortemente la qualità delle condizioni di detenzione, è soltanto uno dei tanti problemi che investono le carceri italiane. Il benessere dei detenuti si misura anche in riferimento alle condizioni proprie degli edifici che ospitano i detenuti, ai programmi di attività che vengono proposti ai carcerati per favorirne un buon grado di socializzazione o, ancora, le condizioni delle aree dedicate al passeggio che spesso si presentano come piccoli cubicoli di cemento, sovente sovraffollati;

considerato che:

la privazione della libertà reca un forte disagio anche da un punto di vista clinico, in quanto un individuo, specialmente se è alla prima esperienza detentiva, può fare emergere una vasta gamma di quadri psicopatologici, tra cui: sintomi depressivi, tendenza all'isolamento, intensi sensi di colpa e di vergogna che incidono negativamente sulla socializzazione, difficoltà ad integrarsi con la struttura e ad adattarsi al contesto carcerario;

la de-personalizzazione del carcerato inoltre è un fattore che purtroppo si riscontra sovente negli istituti penitenziari, ed è un meccanismo messo in atto al fine di livellare e uniformare i comportamenti dei detenuti per motivi legati all'ordine, alla sicurezza e alla controllabilità. L'operazione di spersonalizzazione diviene tanto più efficace quanto più i contatti con la società esterna sono limitati e resi difficoltosi;

considerato inoltre che:

la situazione delle carceri e le condizioni detentive spesso disumane esistenti in Italia sono estremamente preoccupanti;

l'autolesionismo e il comportamento violento dei detenuti sono sovente causati dal sovraffollamento e dalle condizioni detentive;

un considerevole numero di edifici, attualmente utilizzati come carceri, non è più adatto per essere impiegato come tali a causa delle condizioni strutturali in cui essi versano;

serve considerare il carcere, e le persone detenute, come parte integrante della collettività e non come luogo distaccato dalla società reale in cui l'essere umano viene separato dalla società esterna e relegato ad una condizione di vita parallela, che nulla ha a che vedere con la funzione rieducativa e riabilitativa;

le condizioni delle carceri, così come le dinamiche interne, rappresentano il fattore che maggiormente determina il buono o il cattivo esito della funzione stessa che riveste l'istituto penitenziario, la quale non si esaurisce nella mera pena da scontare, ma si sostanzia anche nella funzione rieducativa della pena stessa, il cui fine ultimo è dotare la società di un soggetto riabilitato che possa essere reinserito all'interno della collettività;

considerato infine che, a parere degli interroganti:

istituire sistemi e banche dati per il monitoraggio in tempo reale delle condizioni carcerarie dei detenuti potrebbe garantire un'efficace distribuzione della popolazione carceraria;

sarebbe opportuno prevedere per i detenuti un programma bilanciato di attività in modo tale che possano trascorrere tante ore al giorno fuori dalla propria cella quante sono necessarie per un livello adeguato di interazione umana;

garantire il mantenimento di regolari forme di contatto con la famiglia e amici potrebbe agevolare il benessere psicofisico del detenuto, prevenendo non solo atti di autolesionismo e di tentativi di suicidio ma favorendo il perfezionarsi della funzione riabilitava,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, nell'ambito delle proprie attribuzioni, possa prendere in considerazione quanto sopra e valutare la fattibilità e l'attuazione delle proposte, nonché di ulteriori, al fine di intervenire per consentire la realizzazione di tutte le misure necessarie a garantire una detenzione che non si esaurisca nel mero sconto della pena, ma si sostanzi anche nella realizzazione della funzione riabilitativa e rieducativa della pena così come indicato all'art. 27 della Costituzione, comma terzo.

(4-05987)