• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/10214 (4-10214)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10214presentato daMORRONE Jacopotesto diMartedì 14 settembre 2021, seduta n. 564

   MORRONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il comunicato dell'Osapp del 4 settembre 2021, già oggetto di svariate segnalazioni e richieste di intervento da parte delle Organizzazioni sindacali del Corpo, rende note le criticità delle attuali condizioni di organizzazione-gestione relativa al personale di polizia penitenziaria nonché della stessa vivibilità lavorativa interna alla casa circondariale di Torino;

   in particolare, si elencano le seguenti disfunzioni e disagi:

    il fatto che la direzione abbia disposto che la Mensa obbligatoria di servizio al personale del Nucleo traduzioni non spetti qualora la traduzione termini oltre l'orario di servizio, in quanto la consumazione del pasto non è considerato lavoro straordinario. Il personale interessato viene invitato a recarsi al proprio domicilio o consumare il pasto libero dal servizio. Esiste apposito ordine di servizio interno;

    il fatto che sia stato prolungato l'orario di apertura delle docce e l'apertura dei detenuti, malgrado la diretta ricaduta di tali disposizioni sui turni di servizio, senza alcun confronto tra le parti, tant'è che il personale non riesce a consumare il pasto serale presso la mensa obbligatoria di servizio, atteso che, con i detenuti con i cancelli delle celle aperte in quegli orari, potrebbero verificarsi gravi disservizi in materia di ordine e sicurezza interni;

    il fatto che, nonostante l'insufficiente dotazione organica, sarebbe aumentato a dismisura il ricorso alle visite ambulatoriali esterne al carcere anche con sintomi estremamente lievi, tant'è che non trascorre giorno che non siano trasportati e ricoverati 4 o 5 detenuti presso i pronto soccorso cittadini;

    il Nucleo traduzioni di stanza presso la struttura ha avuto, negli anni, una decurtazione nel numero degli addetti, di oltre il 40 per cento, per cui anche un solo detenuto con uscita non programmata costituisce un problema di non facile soluzione e il ricorso o meno alle visite ambulatoriali esterne in ambito penitenziario, come noto, è sempre il risultato dei rapporti intercorrenti tra direzione e Asl;

    il fatto che il personale del Corpo dei servizi interni e a diretto contatto con la popolazione detenuta, manifesta reazioni di reale «smarrimento» organizzativo e perdita di riferimenti certi, laddove sono assai spesso frange di detenuti di maggiore intemperanza, come gli innumerevoli eventi critici interni vanno a dimostrare, a prendere il sopravvento e l'istituto è stato letteralmente «invaso» in tutte le sezioni da detenuti con seri problemi psichiatrici, in particolare presso il reparto femminile ed in assenza presso la struttura di un eventuale reparto detentivo dedicato a tali condizioni di gravissimo disagio;

    il fatto che sussisterebbero inequivocabili segnali di diseguaglianza nella difforme distribuzione degli incarichi, dei servizi notturni e festivi e dei carichi di lavoro tra gli appartenenti ai ruoli di sovrintendente e di ispettore con chi, ad esempio, con alcuni addetti che risultano godere di particolari franchigie nei servizi notturni di cui non sono mai incaricati. Altrettanto e gravemente si agirebbe presso il carcere di Torino in dispregio alle regole di trasparenza e di equità riguardo gli interpelli non effettuati per la copertura di specifici posti di servizio;

   infine, l'istituto penitenziario di Torino subirebbe da tempo i disagi di un costante sovraffollamento, e, a fronte di una capienza massima di 1023 soggetti, ve ne risulterebbero attualmente allocati 1316 –:

   se intenda adoperarsi per la più efficace soluzione delle cause dei problemi e dei disservizi di cui in premessa e ad adottare iniziative affinché si dia corso a ogni necessario adempimento destinato a condurre l'istituito sotto la guida di vertici maggiormente adeguati rispetto alle esigenze, soprattutto laddove vi siano stati, com'è contestualmente, opportuni e reiterati avvisi di quanto accade e di quanto potrebbe accadervi.
(4-10214)