• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/10200 (4-10200)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10200presentato daLEGNAIOLI Donatellatesto diVenerdì 10 settembre 2021, seduta n. 562

   LEGNAIOLI, LOLINI, PICCHI, POTENTI e BILLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il quotidiano La Nazione del 7 settembre 2021 ha riportato la notizia che la consigliera del Pd della Commissione pari opportunità della regione Toscana Nura Musse Ali, avrebbe affermato durante una riunione della Commissione pari opportunità del consiglio regionale che: «Il fondamentalismo islamico opera anche qua ... nelle moschee fanno pressione affinché si insedino imam provenienti dalla loro scuola giuridica. Mentre gli imam italiani o comunque occidentali non potrebbero esercitare pienamente. Il silenzio dello Stato rispetto a queste tematiche è visto come se si facesse un torto all'Islam, ma si fa un torto alla sicurezza. Ci sono pressioni sui finanziamenti per la costruzione delle moschee e sull'orientamento religioso dell'imam da scegliere. Lo Stato non si esprime su questo ma dovrebbe riflettere»;

   le osservazioni riportate, a giudizio dell'interrogante, richiedono approfondimenti necessari e urgenti in relazione al contenuto delle affermazioni sostenute dalla consigliera regionale;

   Imam letteralmente «guida», è il capo della comunità islamica, è ormai un termine entrato anche nel lessico usuale italiano e indica, nella maggior parte dei casi, la persona che, nell'ambito di una comunità religiosa islamica, assume in sé una quantità di funzioni;

   se, infatti, nei Paesi in cui il culto è organizzato e gestito centralmente, gli imam sono nominati dal Ministero degli affari religiosi, comunque denominato o come in Turchia e nei Balcani, ad esempio, da agenzie di Stato preposte a ciò, nei Paesi dove i musulmani sono una minoranza, come in Europa, in generale sono le comunità locali che lo scelgono tra i fedeli o «importano» dal loro Paese d'origine una figura in grado di ricoprire la funzione;

   occorre non sottovalutare l'attività di proselitismo a sostegno del fondamentalismo islamico che, sempre più frequentemente, attraverso iniziative definite culturali, viene sviluppata nel nostro Paese;

   altri Paesi europei come la Francia si sono dotati di strumenti volti a porre fine al fondamentalismo islamico, all'Islam politico e alle ingerenze straniere che da esso derivano;

   va sottolineato, inoltre che la Corte costituzionale ha affermato che «tra gli interessi costituzionali dà tenere in adeguata considerazione nel modulare la tutela della libertà di culto – nel rigoroso rispetto dei canoni di stretta proporzionalità, per le ragioni spiegate sopra – sono senz'altro da annoverare quelli relativi alla sicurezza, all'ordine pubblico e alla pacifica convivenza» e che «Tuttavia, il perseguimento di tali interessi è affidato dalla Costituzione, con l'articolo 117, secondo comma, lettera h), in via esclusiva allo Stato» (Corte costituzionale, sentenza n. 63/2016) –:

   quali siano, per quanto di competenza, le disposizioni del Governo rispetto alle modalità di azione riguardanti il pericolo di infiltrazioni terroristiche e quali iniziative di competenza si intendano adottare, per prevenire e contrastare l'istigazione all'odio e alla violenza nel contesto segnalato in premessa.
(4-10200)