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Atto a cui si riferisce:
S.4/05669 MONTEVECCHI, BOTTICI, CIOFFI, COLTORTI, DE LUCIA, DI GIROLAMO, DONNO, NOCERINO, MANTOVANI, PAVANELLI, PIRRO, ROMANO, TRENTACOSTE, VANIN - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso...



Atto Senato

Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 114
all'Interrogazione 4-05669

Risposta. - Si risponde alle interrogazioni 4-05668 e 4-05669.

Il Governo continua a seguire la vicenda di Patrick Zaki con la massima attenzione, in linea con le sensibilità dei nostri concittadini, dell'intero arco parlamentare e delle istituzioni italiane. Prosegue, infatti, il costante monitoraggio del procedimento giudiziario nei confronti dello studente. Il programma di monitoraggio processuale dell'Unione europea è stato attivato proprio su iniziativa italiana. L'ambasciatore a Il Cairo, Giampaolo Cantini, ha compiuto numerosi passi sui rilevanti interlocutori locali per esprimere la viva aspettativa da parte dell'Italia per una svolta positiva della questione.

L'Italia prosegue la sua incessante opera di sensibilizzazione sulle autorità egiziane, sia a livello bilaterale, sia nei fori multilaterali, sollecitandole in ogni occasione di confronto a rilasciare Zaki. È stata approfondita la nostra interlocuzione con i partner, anche in ambito di Unione europea, che, come l'Italia, considerano prioritaria la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Il sottosegretario Della Vedova ha sollevato la questione nel corso di sue recenti missioni nel Regno Unito, in Germania, in Francia e in Spagna, richiamando l'attenzione di questi Paesi sulla detenzione dello studente e, più in generale, sulla condizione dei difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati e attivisti politici oggi agli arresti in Egitto. L'impegno del Governo non riguarda infatti soltanto il caso di Patrick Zaki, ma il complesso delle questioni relative ai diritti fondamentali nel Paese e non solo, in linea con la tradizionale azione dell'Italia a difesa della centralità della persona e della sua tutela, dell'affermazione dello Stato di diritto e della democrazia nel mondo, principi strutturali e fondamentali della politica estera italiana.

Il Governo è impegnato a valutare ogni tipo di iniziativa potenzialmente percorribile che possa favorire il rilascio del giovane, valutandone attentamente ogni implicazione sull'evoluzione della sua vicenda processuale.

La convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984, di cui Italia ed Egitto sono parti, prevede che la soluzione di controversie sulla sua applicazione o interpretazione sia rimessa, in primo luogo, ai negoziati tra i due Stati. Qualora il negoziato non abbia buon esito, uno Stato può chiedere all'altro di sottoporre la controversia ad arbitrato, sulla base di quanto previsto dall'art. 30 della convenzione. Strumenti che, a una prima analisi, sembrano mal conciliarsi con l'urgenza del caso di Patrick Zaki, il quale ha già trascorso in carcere 18 mesi a fronte del limite massimo di 24 mesi previsto dalla legge egiziana sulla custodia cautelare.

Porre fine al più presto alla detenzione dello studente egiziano, le cui condizioni di restrizione in carcere sono incompatibili con le norme del diritto internazionale, rimane una priorità. Il nostro auspicio è che gli sforzi di Governo e Parlamento, anche attraverso iniziative parlamentari dal valore simbolico come la richiesta di conferimento della cittadinanza italiana a Patrick Zaki, possano favorire il suo rilascio.

DELLA VEDOVA BENEDETTO Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale

03/08/2021