• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/06570 (5-06570)



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06570presentato daLIUZZI Mirellatesto diMartedì 3 agosto 2021, seduta n. 553

   LIUZZI, SCAGLIUSI, BARBUTO, LUCIANO CANTONE, CARINELLI, DE LORENZIS, FICARA, GRIPPA, MARINO, RAFFA, SERRITELLA e TRAVERSI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   la nuova strategia europea Digital Compass stabilisce obiettivi impegnativi per il prossimo decennio: garantire entro il 2030 una connettività a 1 Gbps per tutti e la piena copertura 5G delle aree popolate;

   l'obiettivo dell'Italia è quello di raggiungere gli obiettivi europei di trasformazione digitale in netto anticipo sui tempi europei, portando connessioni a 1 Gbps su tutto il territorio nazionale entro il 2026 attraverso il rispetto dei tempi e delle modalità previste dal Piano governativo «Italia a 1 Giga», che può contare su 3,86 miliardi del Recovery Plan al fine di coprire le cosiddette aree grigie (un'unica rete privata presente o prevista) e nere (almeno due reti private);

   secondo recenti fonti di stampa il piano suddetto sarebbe pronto per la consultazione pubblica e sarà quindi sottoposto ai commenti e alle osservazioni degli operatori come richiesto dalla Commissione europea. Sempre secondo fonti stampa, sarà posta in consultazione la possibilità di esprimersi sulla natura dell'intervento pubblico, attraverso bandi di gara con soglie minime ad almeno 1 Gbit/s in download e 200 Mbit/s in upload per le unità immobiliari che, a seguito della mappatura effettuata da Infratel, risulteranno non coperte;

   nello specifico, per quanto concerne l'intervento dello Stato, sempre secondo fonti stampa, la scelta del Governo ricadrebbe sul modello a incentivo, in cui i progetti presentati dai privati potranno essere finanziati in parte dal pubblico (attorno al 70 per cento del valore delle opere) e l'infrastruttura realizzata resterà di proprietà dell'operatore aggiudicatario. Appaiono dunque scartati i modelli alternativi come quello diretto (l'infrastruttura, una volta costruita mediante appalto, resta di proprietà pubblica e viene messa a disposizione degli operatori) e a concessione (il concessionario, come nelle «aree bianche», ha il compito di costruire e gestire la rete, che rimane di proprietà pubblica) –:

   se il Ministro interrogato, con riferimento al modello di incentivo per le «aree grigie» e «nere», ritenga ottimale per l'interesse generale la modalità di investimento ad incentivo e se non si ritenga più opportuno invece applicarvi quella già definita per le aree cosiddette bianche.
(5-06570)