• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/09981 (4-09981)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09981presentato daGERMANÀ Antoninotesto diDomenica 1 agosto 2021, seduta n. 551

   GERMANÀ, VIVIANI, BUBISUTTI, GASTALDI, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO, PATASSINI e TARANTINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la presenza di ungulati in Italia ha ormai raggiunto numeri preoccupanti: negli ultimi 10 anni, il numero dei cinghiali selvatici è più che raddoppiato, si è passati dai 600.000 del 2005 ai 900.000 del 2010; ad oggi, la presenza è di oltre 2 milioni di esemplari;

   la proliferazione incontrollata dei cinghiali selvatici genera ogni anno ingenti danni, non solo in termini di raccolti distrutti, ma anche di bestiame ucciso, cedimenti infrastrutturali e perdita della biodiversità;

   nonostante tale massiccia presenza, in Italia circa il 90 per cento della selvaggina selvatica, soprattutto carne di cinghiale, viene importato dalla Nuova Zelanda, Scozia e Nord America, senza che il consumatore sia in grado di poterne conoscere la tracciabilità;

   eppure, la creazione di una filiera delle carni italiane da specie selvatiche potrebbe rappresentare una risposta efficace alle strategie che mirano a ridisegnare l'agricoltura in chiave sostenibile e resiliente, contrastando anche le tante forme di illegalità riscontrate nella commercializzazione di tali prodotti;

   la carne di cinghiale rappresenta infatti una risorsa alimentare dalle importanti proprietà organolettiche e nutritive, contenendo pochissimi grassi, ferro, Omega 3, proteine magre, senza traccia di antibiotici od ormoni;

   il 25 marzo 2021, la Conferenza Stato-regioni ha approvato le nuove «linee guida in materia di igiene delle carni di selvaggina selvatica», con l'obiettivo di armonizzare la normativa nazionale con le indicazioni di cui al regolamento (UE) n. 853/2004;

   diverse regioni hanno da tempo adottato interventi per favorire la commercializzazione della carne di animali selvatici, ma di fatto, in Italia, non si è ancora sviluppata una filiera controllata della selvaggina selvatica. È necessario avviare un processo di regolamentazione per favorire l'avvio di filiere di qualità su tutto il territorio nazionale;

   in molte regioni la carne di animali selvatici non viene venduta nelle macellerie, ma soltanto nei supermercati, dove si acquista congelata e di provenienza estera; sarebbe importante per la filiera italiana avere un sostegno economico per l'adeguamento delle strutture di macellazione, anche di proprietà delle aziende agricole, alla lavorazione delle carni selvatiche;

   la valorizzazione della carne da selvaggina potrebbe, qualora puntualmente regolamentata, rispondere, da un lato, all'esigenza dei cittadini di consumare cibi di cui è certa la provenienza e di alto livello qualitativo, e benefici per la salute, e, dall'altro, creare nuove possibilità di crescita per alcuni settori economici del Paese –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare le opportune iniziative di competenza volte a sostenere la costituzione e l'operatività della filiera delle carni di selvaggina selvatica italiana, stabilendo i requisiti di tracciabilità, qualità e igienico-sanitari.
(4-09981)