• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/09976 (4-09976)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09976presentato daMURONI Rossellatesto diGiovedì 29 luglio 2021, seduta n. 550

   MURONI e FIORAMONTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dalla lettura di un editoriale a firma di Alfredo Faietta «Vietato parlare di Eni»: «ora dateci 100mila euro entro dieci giorni», pubblicato il 29 luglio 2021 dal quotidiano «Domani», si apprende che gli avvocati dell'Eni, controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, avrebbero chiesto il pagamento per presunti danni reputazionali;

   sempre secondo l'editoriale, questa richiesta dovrebbe essere assolta anche in assenza di una querela. «Se non pagate vi denunciamo». La richiesta dell'Eni deriverebbe da un articolo dedicato al procuratore generale di Milano Francesca Nanni, pubblicato dal quotidiano «Domani» martedì 27 luglio 2021;

   a tal proposito, si evidenzia che l'Eni avrebbe deciso di chiarire la sua posizione in una lettera inviata al direttore del «Domani» nella quale si dissentiva per un breve passaggio dell'articolo che riguardava la società;

   il giornale ha pubblicato la lettera di doglianze dell'azienda e provveduto a rispondere nel merito sui temi sollevati, puntualizzando, a sua volta, le questioni che riteneva importanti. Si tratta di normale dialettica tra oggetto e soggetto dell'attività giornalistica;

   l'Eni, oltre alla richiesta di uno spazio per ribattere all'articolo, però, ha inviato una lettera di diffida al quotidiano, attraverso lo studio di avvocati Dentons, che assiste la società per una serie di questioni legali. La missiva, piuttosto stringata, dopo aver affermato che Eni sarebbe vittima da tempo di una campagna di stampa diffamatoria di «Domani», si chiudeva con una richiesta. Ovvero quella di pagare 100mila euro a Eni «entro dieci giorni dal ricevimento della lettera» a titolo di risarcimento del danno che avrebbe patito;

   si tratta, secondo l'interrogante, di un atteggiamento decisamente pragmatico e sbrigativo. Anche perché, senza pagamento immediato, il colosso petrolifero aggiunge – come ha ovviamente diritto di fare – che adirà a vie legali. La richiesta dei 100mila euro da evadere con bonifico nel giro di una settimana e poco più, non avrebbe però esaurito le pretese dell'azienda, dicono gli avvocati nella diffida. Perché Eni si è riservata comunque il diritto di un'ulteriore quantificazione dei danni subiti. In altre parole, subito un acconto sulla fiducia e il resto a saldo, eventualmente, dopo una mediazione o chissà quale altro rimedio;

   bisogna evidenziare, come si legge nell'editoriale, che l'Eni, in questa missiva, non avrebbe speso troppe parole per descrivere le prove della presunta campagna, limitandosi a riportate qualche titolo di articolo «esemplificativo»;

   la vicenda in questione riguarda Eni-Nigeria che è al centro di altri filoni d'inchiesta aperti a Milano. Inoltre il quotidiano ricorda «...collegio che spiega che “anche volendo ritenere che 466 milioni in contanti siano effettivamente pervenuti ai pubblici ufficiali così come contestato, appare evidente che si è trattato non di spontanea adesione ad un accordo corruttivo, bensì di una indebita dazione, frutto delle ingiuste minacce rivolte dal pubblico ufficiale Adoke al principale azionista di Malabu, Dan Etete”. In quella sentenza vi sono passaggi che, a una lettura storica dei fatti, possono lasciare domande ancora inevase su quella stagione nigeriana dell'Eni (e della sodale anglo olandese Shell)...»;

   si tratta di dubbi e domande che devono poter trovare legittimamente spazio sulla stampa, tanto più che Eni è una società a controllo pubblico –:

   se il Ministro interrogato, considerato che il Ministero dell'economia e delle finanze è azionista di Eni, sia a conoscenza delle scelte del management dell'azienda su quanto esposto in premessa e se ritenga di adottare iniziative di competenza su una vicenda che sembrerebbe ledere il diritto di cronaca e il diritto costituzionale della libertà di stampa nel nostro Paese.
(4-09976)