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Atto a cui si riferisce:
C.5/06447 (5-06447)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 28 luglio 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-06447

  Con il presente atto parlamentare, gli onorevoli interroganti richiamano l'attenzione del Governo sui possibili interventi per la tutela dei lavoratori della società Indelfab Spa, in liquidazione.
  La situazione segnalata dagli interroganti si inserisce in un contesto sistemico di crisi industriale e occupazionale di un territorio, che nei decenni passati ha prodotto risultati straordinari in termini di capacità creative, occupazione, sviluppo e crescita economica.
  Al riguardo, riferisco innanzitutto gli elementi informativi forniti dalle regioni interessate, Umbria e Marche, che sono attivamente impegnate anche in progetti di riqualificazione industriale del territorio, nel segno dell'innovazione e della sostenibilità.
  Il territorio dell'Appennino umbro-marchigiano è interessato dall'Accordo di programma per la disciplina degli interventi di reindustrializzazione delle aree coinvolte dalla crisi della A. Merloni Spa che, a partire dal 2010, è stato oggetto di successivi Atti integrativi, per prorogarne o modificarne il Progetto di riconversione e riqualificazione industriale, l'ultimo dei quali sottoscritto a ottobre 2020 con scadenza 18 marzo 2022.
  La situazione di complessità in cui versa il territorio dell'Appennino umbro- marchigiano a seguito crisi della società Antonio Merloni è stata negli anni aggravata dagli eventi sismici del 2016, dalla recente crisi pandemica, e dalle numerose crisi aziendali nel cosiddetto settore del bilancio.
  La regione Marche ha reso noto che dal mese di maggio 2021 è stato definito il Piano operativo regionale dell'intervento di politica attiva del lavoro a supporto della riqualificazione e della ricollocazione dei lavoratori in CIGS per cessazione dell'azienda Indelfab Spa (ex JP Industries).
  L'inclusione della regione Marche tra le Regioni cosiddette «in transizione» e la presenza di una buona parte dei comuni dell'area di crisi ex A. Merloni nella Carta degli aiuti a finalità regionale sono presupposti favorevoli all'utilizzo di regimi economico-giuridici come le Zone economiche speciali (ZES) e le Zone logistiche semplificate, istituti con l'obiettivo di aumentare la produttività, la competitività e l'occupazione di aree identificate all'interno della regione, a forte vocazione e capacità produttiva e, nel contempo, connesse con i principali poli logistici.
  La regione Marche ha altresì sottolineato l'importanza che venga rafforzata l'attività di scouting di Invitalia, nell'ottica di individuare investitori italiani ed esteri interessati a progetti di reindustrializzazione dell'area, partendo da quello del sito industriale Indelfab, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali del territorio ed il patrimonio di competenze dei lavoratori medesimi.
  Per quanto riguarda il territorio umbro, la regione Umbria riferisce del recente progetto Umbrian Nanomaterials District predisposto dalla regione in attuazione del PNRR e che si inserisce nel contesto del nuovo paradigma di sviluppo della regione, che prevede il rilancio e la reindustrializzazione di aree di crisi e zone deindustrializzate, attraverso un percorso di specializzazione economica, sostenibile e innovativo. Il progetto vedrà infatti la realizzazione nell'area di crisi «ex-Merloni» di un distretto focalizzato sui micro e nano materiali che contribuirà così a trasformare la stessa regione in una sorta di distretto macro per lo sviluppo di materiali all'avanguardia e a basso impatto ambientale.
  Grazie all'attuazione del progetto, la regione Marche stima non meno di 600 occupati diretti e 250 occupati indiretti in virtù degli investimenti che potranno essere realizzati nell'area di crisi e nell'intera Umbria con un investimento complessivo pari a circa 100 milioni di euro.
  Per quanto riguarda specificamente le competenze del Ministero del lavoro e la situazione produttiva e occupazionale del fallimento Indelfab spa in liquidazione – segnalo che la Direzione generale competente ha convocato, per il prossimo 11 agosto, un tavolo di confronto, al fine di proseguire – alla presenza dei rappresentanti del Ministero del lavoro, del Ministero dello sviluppo economico e delle regioni interessate – l'esame congiunto tra i curatori fallimentari e le rappresentanze sindacali dei lavoratori per la definizione della cosiddetta fase amministrativa delle procedura di licenziamento collettivo, avviata dal Fallimento in data 28 aprile 2021.
  Il raggiungimento di un'intesa consentirebbe alla curatela di avvalersi dello strumento previsto dall'articolo 45 del decreto-legge n. 73 del 2021, che prevede una proroga di sei mesi della cassa integrazione per cessazione per le aziende che abbiano particolare rilevanza strategica sul territorio. La prosecuzione dell'ammortizzatore per ulteriori sei mesi consentirebbe di evitare la procedura di mobilità per 537 lavoratori.
  Voglio, pertanto, sottolineare che, il Ministero del lavoro, già impegnato sulla risoluzione di tale crisi, si adopererà con il massimo impegno per evitare il licenziamento e sostenere il reddito dei lavoratori coinvolti, nell'ottica anche di individuare soluzioni industriali alternative che passano garantire la continuità e la riqualificazione del sito produttivo, nonché la salvaguardia del patrimonio di competenze di un territorio così strategico per il tessuto industriale nazionale.