• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/05868 TONINELLI, PRESUTTO, PELLEGRINI Marco, LUPO, MATRISCIANO, MONTEVECCHI, D'ANGELO, MAIORINO, BOTTO, GUIDOLIN, CROATTI, NOCERINO, LEONE, CASTELLONE, GALLICCHIO, DI GIROLAMO, DE LUCIA, CAMPAGNA,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-05868 presentata da DANILO TONINELLI
mercoledì 28 luglio 2021, seduta n.352

TONINELLI, PRESUTTO, PELLEGRINI Marco, LUPO, MATRISCIANO, MONTEVECCHI, D'ANGELO, MAIORINO, BOTTO, GUIDOLIN, CROATTI, NOCERINO, LEONE, CASTELLONE, GALLICCHIO, DI GIROLAMO, DE LUCIA, CAMPAGNA, ROMANO, CORBETTA, VANIN, DONNO, RUSSO, LANZI, BOTTICI, MARINELLO, DELL'OLIO, SANTILLO, FENU, TAVERNA, PISANI Giuseppe, PESCO, MAUTONE, PIRRO, ROMAGNOLI, FEDE, L'ABBATE, CASTALDI, PAVANELLI, ANASTASI, GARRUTI, NATURALE, VACCARO, QUARTO, CIOFFI, GIROTTO, PERILLI, RICCIARDI, DI PIAZZA, CRIMI, CATALFO, DI NICOLA, TURCO, TRENTACOSTE - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

il 28 aprile 2021 il sito di informazione "Fanpage" ha avviato una video inchiesta dal titolo "Follow the money", in cui viene rivelato il contenuto di una conversazione tra il Sottosegretario per l'economia e le finanze del Governo Draghi, Claudio Durigon, eletto alla Camera nel 2018 con la Lega, ed esponenti di alcune società di formazione. Nello specifico, il Sottosegretario, ignaro di essere ripreso con una telecamera, afferma: "Quello che indaga della guardia di finanza", "il generale", "lo abbiamo messo noi". Dichiarando così di non preoccuparsi delle indagini della magistratura che riguardano i 49 milioni di euro sottratti dal suo partito e oggetto di sentenza definitiva sulla restituzione;

nel video citato l'interlocutore incalza Durigon: "Veramente? Ci sta lui che sta facendo le indagini? Proprio questo della Finanza?". La risposta è concisa, ma esplicita: "Shhh, dai";

la scottante rivelazione, ottenuta dal team investigativo di "Fanpage", composto da Carla Falzone e Sacha Biazzo, con Marco Billeci e Adriano Biondi, ha suscitato immediatamente grande scalpore e acceso i fari in merito alla necessità di far luce sulle numerose pieghe oscure di un'intricata vicenda;

è dei giorni scorsi la pubblicazione della seconda puntata della citata inchiesta nella quale si scopre il nome del generale cui Durigon faceva riferimento durante la cena: Giuseppe Zafarana, attuale comandante della Guardia di finanza;

ascoltando quanto è emerso nella videoinchiesta "Follow the Money 2" si apprende che Giuseppe Zafarana ha ricevuto la nomina a comandante della Guardia di finanza durante il Governo Conte I, nel maggio 2019, su candidatura avanzata dalla Lega. Prima di ricevere la nomina, Zafarana ha ricoperto l'incarico di capo di Stato maggiore del generale Giorgio Toschi, suo predecessore al comando generale. Zafarana non si è mai occupato direttamente di coordinare le indagini inerenti i 49 milioni di euro della Lega, tuttavia a cavallo fra la direzione di Toschi e la sua è avvenuto un avvicendamento che riguarda il comando provinciale della Guardia di finanza di Genova, che è quello, insieme al comando di Milano, che indaga sulla Lega;

l'inchiesta ligure è nata quando il tesoriere del partito di via Bellerio, il genovese Francesco Belsito, viene processato per presunta truffa aggravata ai danni dello Stato, reato in seguito prescritto. La Lega viene condannata a restituire i soldi truffati, circa 49 milioni di euro. Tale importo avrebbe dovuto essere sottoposto a sequestro ma, quando i finanzieri sono andati a cercare i soldi, hanno visto che nelle casse del partito c'era circa un milione di euro. Il resto del denaro risultava quindi sparito;

obiettivo della Procura di Genova è diventato quindi quello di trovare il denaro, scoprendo anche chi avesse dato l'ordine di spostarlo presumibilmente all'estero;

a Genova il nucleo di Polizia economico-finanziaria, guidato dal colonnello Maurizio Cintura, su disposizione della Procura, ha acquisito nel corso degli anni centinaia di documenti circa la movimentazione dei soldi, trasmettendo una parte del materiale anche alla Procura di Milano;

nel 2018 i finanzieri genovesi sono arrivati a perquisire la sede centrale della banca Sparkasse di Bolzano, alla ricerca di 3 milioni di euro che dal Lussemburgo sarebbero tornati in Italia;

dopo la scoperta dei finanzieri di Genova sui soldi della Lega, però, è arrivata la richiesta di trasferimento dell'ufficiale a capo delle indagini, il colonnello Maurizio Cintura, motivata dalla promessa di una promozione a un altro incarico in un'altra regione. La Procura ligure si è opposta al trasferimento del colonnello proprio a causa delle indagini ancora in corso;

l'anno dopo, nel 2019, è arrivato l'ordine di trasferimento del diretto superiore di Cintura, il generale Renzo Nisi, uomo dal passato encomiabile e che ha sempre operato con un alto senso dello Stato, comandante provinciale di Genova e coordinatore del nucleo che indagava sui 49 milioni;

il 13 marzo 2019, infatti, sotto il comando del generale Giorgio Toschi, con Zafarana capo di Stato maggiore, il neo promosso generale di brigata Vincenzo Tomei è stato designato a prendere il posto di Nisi al comando provinciale di Genova. Il trasferimento, tuttavia, era solo annunciato e non operativo. A Nisi, infatti, non era stata data altra destinazione;

il cambio al vertice di Genova si è perfezionato il 10 luglio 2019, poco dopo la nomina del nuovo comandante generale, Giuseppe Zafarana, subentrato al posto di Toschi. Con Zafarana Vincenzo Tomei ha preso il posto di Nisi, trasferito al comando del nucleo speciale beni e servizi, una posizione considerata di importanza minore rispetto a quella a cui era assegnato;

fonti interne alla Guardia di finanza, intervistate da "Fanpage", hanno sottolineato come nel Corpo vi siano comandi "di serie A" e "di serie Z" e come quello a cui è stato destinato Nisi è sicuramente un comando di serie Z. Non solo, quindi, Nisi è stato retrocesso nella graduatoria inerente agli avanzamenti di carriera ma tale trattamento non è stato giustificato in alcun modo;

la questione assume contorni ancora più cupi se si considera che Renzo Nisi si è distinto meritoriamente negli anni per aver condotto alcune indagini importanti e delicate, come quella sul Mose di Venezia. Nella sua esperienza in laguna, ha portato avanti un'indagine che ha determinato l'arresto del "numero 2" della Guardia di finanza, Emilio Spaziante. Quest'ultimo, infatti, quand'era vicecomandante generale rivelava agli indagati informazioni segrete sulle indagini condotte proprio da Nisi. Per queste circostanze il generale Spaziante è stato arrestato e ha patteggiato una pena a 4 anni di reclusione per concorso in corruzione;

anche Vincenzo Tomei nel 2006 è stato al centro di un contenzioso politico che è durato circa un anno. Tomei, insieme al generale Mario Forchetti, al colonnello Rosario Lorusso e al tenente colonnello Virgilio Pomponi, era stato inserito in una lista stilata dall'allora Viceministro dell'economia Vincenzo Visco, che ne chiedeva il trasferimento. Visco sosteneva che questi ufficiali avessero formato un centro di potere interno al Corpo capeggiato da Spaziante;

l'allora comandante generale Roberto Speciale, infatti, aveva proposto a Visco una rotazione di quasi tutti i vertici della Guardia di finanza, a eccezione di quello lombardo, dove Forchetti e i suoi fidati ufficiali permanevano da tempo. "Le informazioni arrivate al mio Gabinetto, scrisse Visco a proposito della vicenda, da altre fonti interne al Corpo sollevavano ulteriori dubbi sulla permanenza degli stessi ufficiali, nella stessa sede, per l'inevitabile cristallizzazione di amicizie e di conoscenze con ambienti dell'economia, della politica e dell'informazione" ("fanpage", 19 luglio 2021);

ad avviso dell'interrogante sarebbe a questo proposito utile capire se il trasferimento di Nisi sia stato in qualche modo dovuto dalla necessità di essere più tranquilli sul fronte delle indagini verso la Lega,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti riportati;

se ritenga di dover fare chiarezza sul trasferimento che ha interessato il generale Nisi, uomo dal passato encomiabile e dalle indubbie capacità investigative, esplicitandone le ragioni nonché i motivi che hanno determinato questo suo eclatante demansionamento.

(4-05868)