Testo della risposta
Atto a cui si riferisce:
C.4/08624 (4-08624)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata Mercoledì 21 luglio 2021
nell'allegato B della seduta n. 544
4-08624
presentata da
GALANTINO Davide
Risposta. — La questione dell'impatto della costruzione della nuova città di El Alamein sulle aree in cui sorgono i luoghi della memoria dei soldati italiani caduti durante la II Guerra mondiale è ben nota al Governo che, per il tramite della nostra ambasciata al Cairo, ha intrapreso numerose iniziative al fine di sensibilizzare le autorità egiziane a tutelare i monumenti italiani ivi presenti.
Premetto che le trincee e le zone di combattimento della divisione Folgore menzionate nel testo dell'interrogazione sarebbero ubicate in un vasto quadrante desertico, a circa 20-30 chilometri dalla zona in cui sono in corso i lavori per la costruzione di New El Alamein. L'area si troverebbe quindi ad una distanza tale da renderne difficile la completa distruzione, per quanto non si possa escludere che alcune buche dei nostri paracadutisti possano essere state intaccate dai lavori infrastrutturali per la costruzione della nuova città.
Tanto chiarito, preciso che l'attenzione e l'impegno del Governo sono rivolte in particolare all'area in cui sorgono: l'imponente Sacrario militare italiano, progettato e realizzato dal colonnello Paolo Caccia Dominioni, dove sono deposte le spoglie di 4.634 soldati italiani e quelle di 100 operai italiani, morti nella costruzione delle dighe egiziane di Assuan, Edfina e Esna; il recinto del Sacrario nel quale si trova Quota 33, il luogo simbolo delle battaglie di El Alamein, perso e riconquistato più volte nel corso dei combattimenti; la piccola casa in cui Caccia Dominioni ha vissuto durante le campagne di ricerca dei caduti; la lapide in memoria dei 228 Ascari libici che combatterono insieme agli italiani e che nel sacrario trovarono sepoltura; il piccolo museo, che riunisce oggetti trovati sul terreno di battaglia intorno a questa area dallo stesso Caccia Dominioni; il Cippo del Bersagliere, la pietra monumentale che ricorda il massimo punto di avanzata, nel 1942, delle truppe italiane in direzione Alessandria.
Per preservare questi luoghi, su istruzione della Farnesina il nostro ambasciatore al Cairo ha svolto una serie di passi sul capo del protocollo del Ministero degli affari esteri egiziano, rappresentando la viva aspettativa italiana che i lavori per la costruzione della nuova città non abbiano un impatto sui monumenti italiani presenti a El Alamein.
L'obiettivo che ha da sempre guidato l'azione del Governo è quello di conservare la sacralità di tali luoghi che costituiscono parte integrante della memoria dell'Italia e di preservarne il loro profondo valore storico e la rilevanza monumentale.
Posso assicurare che continueremo nella nostra azione di sensibilizzazione sulle autorità egiziane per ribadire che El Alamein rappresenta non solo un monumento militare, ma un vero e proprio luogo della memoria del nostro Paese e dei suoi cittadini, oltre che della comunità italiana d'Egitto, riaffermando la nostra aspettativa che venga rispettata la sacralità di luoghi così importanti anche per la storia dell'Egitto stesso.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Benedetto Della Vedova.