• Testo della risposta

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.4/09184 (4-09184)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 21 luglio 2021
nell'allegato B della seduta n. 544
4-09184
presentata da
LEGNAIOLI Donatella

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo indicato, in esame – anche alla luce di quanto esposto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali nell'ambito del Question Time svolto nella seduta dell'Assemblea del Senato del 27 maggio 2021 – si rappresenta quanto segue:

   In Italia il numero di infortuni sul luogo di lavoro, e in particolare di quelli che hanno esiti mortali per i lavoratori, è ancora inaccettabilmente alto.

  È stato costruito negli anni, anche grazie al costante recepimento di strumenti europei ed internazionali, un quadro normativo avanzato e completo per rendere sicuri e salubri, gli ambienti di lavoro. Tuttavia, un assetto normativo – per quanto evoluto – da solo non basta. Occorre garantire effettività a questi, principi attraverso il potenziamento delle politiche pubbliche, con particolare attenzione al rafforzamento di tre ambiti: la vigilanza, la prevenzione e la formazione.
  È necessario rafforzare le strutture ispettive preventive, attraverso un aumento degli organici, la formazione e l'aggiornamento costante del personale addetto ai controlli e un più efficace coordinamento tra le istituzioni preposte alla vigilanza nei luoghi di lavoro.
  Per imprimere maggiore impulso all'azione pubblica, occorre innanzitutto rendere pienamente operativo il ruolo della cabina di regia istituzionale delineata in maniera molto articolata dal Testo unico per la sicurezza sul lavoro, di cui al decreto legislativo n. 81 del 2008. Il comitato consultivo per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro – operante presso il Ministero della salute – e la commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro – istituita presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali – concorrono a realizzare il «sistema istituzionale» per la salute e sicurezza delineato dal legislatore per assicurare il più ampio coinvolgimento di tutti gli attori, istituzionali e sociali, nel campo della prevenzione e della sicurezza. Tali organismi devono infatti individuare le politiche di programmazione e coordinarle in maniera efficace sia a livello nazionale sia a livello decentrato.
  È necessario rafforzare tale struttura istituzionale di coordinamento e di impulso, anche in ragione del fatto che la materia della prevenzione degli infortuni non è più statica, ma dinamica, legata all'evoluzione della tecnologia e dei modi di produzione dei beni e dei servizi; pertanto solo una cabina istituzionale a livello centrale può garantire il necessario coordinamento per un pronto aggiornamento delle misure di sicurezza.
  Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando, insieme al Ministro della salute Roberto Speranza, hanno assunto questo chiaro impegno, per rafforzare il raccordo tra i soggetti della vigilanza e migliorare la programmazione di tale attività, con l'obiettivo di renderla più incisiva e costante.
  In applicazione dei principi generali del citato Testo unico, la prevenzione degli infortuni è materia affidata alle ASL, mentre l'ispettorato nazionale del lavoro esercita e coordina sul territorio nazionale la funzione di vigilanza in materia di lavoro, contribuzione, assicurazione obbligatoria e di legislazione sociale. Vi è una competenza diretta dell'ispettorato per gli infortuni solo per quanto riguarda i cantieri nell'edilizia e per il caporalato.
  Occorre quindi rafforzare il coordinamento tra le strutture del Ssn e del Inl in quanto sicurezza e salute dei lavoratori e regolarità dei rapporti di lavoro sono temi strettamente legati, ma che richiedono competenze professionali assai diverse tra loro.
  Per raggiungere questo obiettivo, è necessario porre un argine alla riduzione della spesa – verificatasi negli scorsi anni – per l'attività di sorveglianza e di prevenzione, soprattutto nell'ambito della spesa sanitaria, e puntare su un deciso incremento delle risorse che consenta un adeguato rafforzamento delle strutture sanitarie regionali competenti, alle quali spetta lo svolgimento, di circa il 90 per cento dei controlli, delle strutture dell'ispettorato nazionale del lavoro e degli organici dei vigili del fuoco dedicati alla prevenzione.
  In questa direzione vanno i primi interventi del Governo: l'articolo 50 del decreto-legge n. 73 del 2021 ha infatti previsto la possibilità per le regioni e le province autonome di reclutare in via straordinaria personale medico e tecnici della prevenzione, al fine di potenziare le attività di verifica per la sicurezza dei luoghi di lavoro. È già stato avviato il percorso di rafforzamento dell'ispettorato nazionale del lavoro, previsto nel piano nazionale di ripresa e resilienza, con l'autorizzazione all'assunzione di 2.100 unità presso lo stesso ispettorato, su un organico corrente di circa 4.500 unità.
  Insieme al potenziamento delle attività e delle strutture di controllo, l'azione del Governo sarà decisamente orientata al rafforzamento delle politiche di prevenzione.
  Oltre ai dati ufficiali, bisogna considerare migliaia di infortuni che non emergono, poiché coinvolgono lavoratori invisibili, impiegati in nero o comunque con rapporti di lavoro irregolari.
  Il tema della sicurezza non può più essere infatti disgiunto da quello della regolare costituzione dei rapporti di lavoro, che rappresenta la precondizione necessaria di un lavoro sicuro e dignitoso. Per questo motivo è stato previsto nel Pnrr l'adozione di un piano di azione nazionale per rafforzare la lotta al lavoro sommerso e irregolare nei diversi settori dell'economia.
  Sul piano degli investimenti, dovranno essere destinati specifici interventi, anche nell'ambito delle risorse del Pnrr, per la manutenzione e la sostituzione degli impianti esistenti e per l'innovazione tecnologica. Occorre sostenere il processo di ammodernamento di macchine e attrezzature, anche mediante forme di incentivi.
  Un'attenzione specifica sarà rivolta al sistema delle piccole e medie imprese, al variegato mondo delle cooperative e ai lavoratori autonomi, che possono incontrare più difficoltà nel raggiungimento e nel mantenimento di adeguati livelli di sicurezza e prevenzione e che necessitano pertanto di maggiore supporto operativo e specialistico. A tal fine, dobbiamo rafforzare un meccanismo di incentivi per sostenere gli investimenti e l'adozione di soluzioni adeguate a ridurre il rischio di incidenti. È opportuno infatti, attraverso l'utilizzo di politiche incentivanti, promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro come elemento strategico nella prospettiva di una piena realizzazione della responsabilità sociale dell'impresa.
  L'Inail ha già programmato iniziative specifiche, volte ad incentivare gli investimenti in sicurezza delle aziende.
  Più in generale, è opportuno introdurre strumenti di qualificazione delle imprese.
  Si tratterebbe di coinvolgere tutte le imprese di ogni filiera produttiva, che certifichino la «qualità del prodotto», ovvero il rispetto delle norme di sicurezza, in linea con quanto è previsto anche con riferimento al contrasto al caporalato. Lo stesso risultato potrebbe essere raggiunto condizionando, per esempio, l'accesso ai benefici al rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. Anche le imprese sono chiamate a fare la loro parte, senza la necessità dell'intervento del legislatore, ad esempio, legando i compensi e i bonus da erogare al proprio management al raggiungimento di determinati standard di sicurezza dei lavoratori.
  A tale riguardo, occorre intervenire prioritariamente su alcuni settori specifici, quali quello edile, per il quale introdurre il meccanismo descritto dal Testo unico di cui al decreto legislativo n. 81 del 2008, vale a dire la cosiddetta «patente a punti», non solo nell'ottica della penalizzazione, ma anche mediante un sistema integrato di misure premiali. Su questo tema specifico è stato riavviato un confronto con le parti, finalizzato a concludere in tempi brevi l'iter di uno specifico decreto attuativo.
  Quanto alla formazione, occorre potenziare i percorsi specifici e professionalizzanti, ma anche rafforzare la cultura diffusa della sicurezza.
  Certamente è necessario controllare più seriamente i processi di formazione, anche semplificando e razionalizzando gli obblighi, troppo spesso considerati ancora meri adempimenti formali. Inoltre, occorre valutare in maniera condivisa come si possa assicurare la formazione necessaria anche ai datori di lavoro, in modo da accrescerne consapevolezza e conoscenza sui temi della sicurezza.
  La vera sfida è quella di accrescere nel Paese, in tutte le fasce di popolazione, la consapevolezza del valore e dell'importanza della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, come elemento essenziale per la tutela della dignità del lavoratore.
  Il tema della formazione merita di essere considerato anche in relazione al rapporto con il mondo della scuola e nell'ambito dei programmi scolastici, con l'obiettivo di accrescere la consapevolezza e la sensibilità delle generazioni più giovani, educandole a comportamenti responsabili.
  A tale fine, il Governo potrà progettare una campagna di comunicazione istituzionale su questi temi – sul modello delle campagne sistematicamente vengono realizzate nei principali Paesi europei – con il coinvolgimento delle Istituzioni competenti e delle parti sociali.
  L'interrogante pone, infine, la questione della previsione di misure di sostegno alle famiglie dei lavoratori vittime di infortuni sul lavoro.
  Al riguardo, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali gestisce il «Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro», istituito nel 2007 con la legge n. 296 del 2006 (Finanziaria 2007), con lo scopo di fornire un tempestivo supporto ai familiari dei lavoratori, assicurati e non, vittime di gravi infortuni.
  Le risorse destinate dal Ministero a questo fondo, vengono erogate ai soggetti beneficiari in forma di sussidio una tantum e aggiuntivo della somma erogata dall'Inail, come rendita ai superstiti, già prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965.
  Certamente, la proposta sollevata dall'interrogante di valutare ulteriori iniziative di sostegno alle famiglie delle vittime, è meritevole della massima considerazione, trattandosi di un tema di giustizia sociale ed equità, e sarà opportunamente valutata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
La Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali: Rossella Accoto.