• Testo della risposta

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.4/09185 (4-09185)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 21 luglio 2021
nell'allegato B della seduta n. 544
4-09185
presentata da
VILLAROSA Alessio Mattia

  Risposta. — Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo in esame, sentita la direzione generale competente del Ministero dello sviluppo economico, si rappresenta quanto segue.
  Gli interroganti sollevano un problema di estrema attualità, che riguarda la difficoltà di approvvigionamento di materie prime e di materiale di base per la produzione industriale.
  È indubbio, infatti, che negli ultimi tempi è emersa la vulnerabilità del nostro sistema produttivo in termini di approvvigionamento di materie prime e la tematica dell'andamento dei prezzi è attentamente monitorata dal Governo che sta valutando specifiche iniziative, anche di carattere normativo, per arginare il forte impatto che i riscontrati aumenti del costo di varie tipologie di materie prime hanno sui diversi settori interessati.
  Per quanto attiene specificamente ai prezzari dei materiali da costruzione in applicazione del codice dei contratti pubblici, preme evidenziare che la competenza in materia è del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. La citata Amministrazione, con proprio decreto, rileva annualmente le variazioni percentuali dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi relativamente ai contratti di lavori affidati prima dell'entrata in vigore del nuovo codice dei contratti pubblici (decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50) e tuttora in corso di esecuzione. A tale proposito, si informa che è stato recentemente pubblicato il decreto del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili 25 maggio 2021 (decreto «Caro Materiali»), con il quale è stato rilevato lo scostamento dei prezzi rispetto alle precedenti annualità. Per quanto riguarda i contratti affidati sulla base del decreto legislativo n. 50 del 2016, il costo dei prodotti, delle attrezzature e delle lavorazioni è determinato sulla base dei prezzari regionali aggiornati annualmente ma non è previsto un sistema di adeguamento prezzi come avveniva nel precedente codice.
  In ragione della particolare situazione dei prezzi che si è venuta a creare nel corrente anno, sono allo studio del Governo le possibili iniziative, anche di carattere normativo, aventi ad oggetto i contratti aggiudicati sulla base del vigente codice.
  Ma, com'è stato rilevato con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, non è solo quello dei contratti pubblici l'ambito nel quale l'incremento dei prezzi sta determinando indubbie criticità.
  A titolo meramente esemplificativo, si pensi al settore dell'automotive, che ha dovuto affrontare una difficoltà aggiuntiva rispetto all'incremento dei prezzi, dovuta alla penuria dei semiconduttori. Sul punto, i principali fornitori di semiconduttori hanno annunciato piani di investimento volti ad aumentare la capacità di produzione, che dovrebbe tornare ai livelli pre-crisi entro il terzo trimestre del 2021.
  Si tratta in ogni caso di aspetti che necessitano di interventi a livello euro-unitario, in ragione dell'impatto del fenomeno e delle cause dello stesso, e proprio in questa direzione si sta muovendo il Governo, con l'obiettivo di promuovere una linea di intervento comune ed efficace a livello europeo.
  In tale ottica, la Commissione europea ha aggiornato la strategia industriale unionale, mappando – tra l'altro – i prodotti per i quali ha una dipendenza da Paesi terzi (tra cui figurano i semiconduttori). Per queste forniture, l'obiettivo è quello di creare una catena del valore europea. Un possibile strumento per realizzarla è rappresentato da un Importante progetto di interesse comune europeo (Ipcei) sui semiconduttori, finalizzato a sostenere attività di ricerca e innovazione anche nella prima applicazione industriale, che andrebbe a beneficio di molti settori industriali.
  Quanto ai prezzi dell'acciaio e di altri materiali non ferrosi (ad esempio, il rame), si rappresenta che gli stessi sono aumentati alla luce di diversi fattori, che riguardano non solo il rapporto tra domanda e offerta del prodotto, ma anche l'esistenza, a livello europeo, di misure di salvaguardia che impongono l'applicazione di dazi di entità rilevante ed in relazione alle quali il Governo italiano di promuovere l'adozione di specifiche decisioni da parte degli Stati europei contrastare il fenomeno, anche agendo sull'aspetto dei dazi.
  In sintesi, l'aumento dei prezzi delle materie prime necessita di una risposta a livello europeo, e in tale direzione è interesse prioritario del Governo promuovere strategie rapide ed efficaci, anche in considerazione delle diverse cause che caratterizzano il fenomeno. Obiettivo finale è in ogni caso quello di rendere le catene degli approvvigionamenti più sicure e resilienti alle variabili del commercio mondiale nonché prevenire ed evitare qualunque fenomeno speculativo che determini ingiustificati aumenti dei prezzi.
  A livello unionale, si richiama il «Piano d'azione sulle Materie Prime Critiche», che la Commissione europea ha presentato lo scorso 3 settembre, assieme alla nuova lista di «materie prime critiche» e a un rapporto prospettico. Tale lista, infatti, rappresenta uno strumento per promuovere la consapevolezza, la ricerca e l'innovazione volte a migliorare le dinamiche del commercio internazionale, per contrastare misure di distorsione degli scambi, al fine di raggiungere una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti.
  Si richiama, inoltre, l'alleanza per le materie prime (Raw Material Alliance) lanciata dalla Commissione allo scopo di identificare progettualità strategiche di rilevanza europea. L'obiettivo è quello di stimolare gli Stati membri ad elaborare strategie per incoraggiare l'economia circolare, per aumentare il pool di fornitori, rafforzare gli investimenti in ricerca e sviluppo finalizzati alla ricerca di nuovi giacimenti, materiali sostitutivi e garantire così una fornitura geograficamente diversificata e sostenibile.
  È poi dell'inizio di giugno l'avvio di un sondaggio da parte dell'unità «Industrie energivore e materie prime» della competente direzione della Commissione europea, volto a comprendere l'interesse ad aderire ad un eventuale Ipcei sulle materie prime critiche. L'utilizzo degli Ipcei per finalità di ricerca e sviluppo è stato promosso a livello europeo negli ultimi anni per la capacità di sostenere l'avanzamento tecnologico di filiere strategiche e il Ministero dello sviluppo economico ha già manifestato un interesse di massima alla partecipazione ad un Ipcei sul tema delle materie prime critiche.
  Ma il monitoraggio dell'andamento dei prezzi è aspetto che va valorizzato anche nell'ottica di prevenire e reprimere fenomeni distorsivi e speculativi, attività composita, che vede la ripartizione di competenze tra diversi organi, fra cui l'osservatorio prezzi e tariffe del Ministero dello sviluppo economico e l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Agcm - Antitrust), per la repressione delle pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori.
  In conclusione, dunque, si rappresenta che è massima l'attenzione del Governo per evitare fenomeni speculativi e tutelare sia gli operatori del settore che i consumatori. A tal fine, si ritiene strategico delineare un quadro europeo, finalizzato ad addivenire a soluzioni, possibilmente armonizzate, per garantire l'approvvigionamento delle materie prime e sostenere lo sviluppo competitivo delle imprese italiane.
Il Viceministro dello sviluppo economico: Gilberto Pichetto Fratin.