• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/02696 NATURALE, TRENTACOSTE, PAVANELLI, FERRARA, L'ABBATE, MARINELLO, ROMAGNOLI, AGOSTINELLI, ROMANO, LANZI, RUSSO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-02696 presentata da GISELLA NATURALE
martedì 13 luglio 2021, seduta n.345

NATURALE, TRENTACOSTE, PAVANELLI, FERRARA, L'ABBATE, MARINELLO, ROMAGNOLI, AGOSTINELLI, ROMANO, LANZI, RUSSO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. - Premesso che:

il settore dell'olio di oliva italiano sta attraversando, ormai da qualche tempo, difficoltà strutturali e commerciali nonostante la qualità delle produzioni e il ruolo assunto dall'Italia nel mercato internazionale;

l'Italia oscilla tra la seconda e la terza posizione quale Paese produttore, secondo come esportatore nonché primo importatore e primo consumatore di olio di oliva;

in ambito commerciale l'Italia subisce la concorrenza della Spagna soprattutto per i prodotti di massa, mentre riesce a differenziarsi dalle dinamiche del mercato iberico sull'olio extravergine di maggiore qualità;

il settore ha bisogno di una nuova spinta che sposti l'obiettivo ancora di più verso la qualità delle produzioni, per migliorare la competitività, salvaguardando allo stesso tempo il ruolo dell'olivicoltura che rende unici alcuni territori italiani;

considerato che:

il 28 giugno 2021 i Ministri dell'agricoltura dell'Unione europea hanno accettato l'accordo provvisorio raggiunto con il Parlamento europeo sugli elementi chiave della riforma della politica agricola comune (PAC);

ora inizia un percorso a livello interistituzionale sui dettagli tecnici restanti della proposta di riforma, che successivamente sarà formalmente approvata sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio. La nuova PAC coprirà il periodo 2023-2027, fino ad allora si continuerà ad applicare un regime transitorio concordato nel 2020;

gli Stati membri avranno tempo fino al 31 dicembre 2021 per sottoporre i loro progetti di piani strategici nazionali alla Commissione per approvazione;

tenuto conto che:

nel settore primario, in un contesto di sostenibilità economica, ambientale e sociale, è opportuno esaminare una serie di nodi irrisolti che caratterizzano l'olivicoltura nazionale con un ruolo che non solo va consolidato, ma, se possibile, accresciuto;

in Italia esistono oltre 500 cultivar che danno vita a oli con profili aromatici unici nel panorama mondiale, un patrimonio di biodiversità riconosciuto in tutto il mondo. Ma il settore è molto frammentato, con oliveti che hanno bisogno di essere rinnovati, difficoltà nel ricambio generazionale e un'endemica mancanza di programmazione a medio-lungo termine. La riforma della PAC per la nuova programmazione 2023-2027 è il momento ideale per mettere nel giusto ordine i punti di forza e di debolezza del settore e nel contempo comporre una strategia complessiva;

la strategia più adatta a valorizzare e rendere competitivo il settore olivicolo italiano dovrebbe incidere direttamente sull'intera filiera, dagli oliveti alla trasformazione, con relativa promozione e commercializzazione, secondo paradigmi di qualità e sostenibilità finalizzata alla sicurezza dell'ambiente e della salute dei cittadini;

secondo ISMEA, uno dei difetti principali è la carenza informativa relativa alla struttura dei costi, peraltro di difficile definizione proprio per la grande diversità delle aziende olivicole e dei numerosi modelli produttivi che caratterizzano il panorama nazionale, in cui si registra una grande variabilità dell'olivicoltura italiana anche sotto il profilo della redditività, dipendentemente dall'area geografica e dall'annata di "carica" o "scarica";

ancora ISMEA sottolinea come negli ultimi anni abbiano sofferto soprattutto le regioni del Sud e in particolare la Puglia, che da sola rappresenta più della metà di tutta la produzione di olio in Italia e che è stata colpita da una flessione produttiva non solo per la Xylella ma a causa delle condizioni climatiche avverse degli ultimi anni (gelate, problemi fitosanitari, eccetera);

occorre orientare le scelte politiche sostenendo maggiormente le aree olivicole più vocate per competere sul mercato globale e nel contempo evitare l'abbandono degli oliveti nelle aree più marginali, fenomeno peraltro in preoccupante espansione, dove l'olivo rappresenta una preziosa risorsa paesaggistica fondamentale per prevenire il dissesto idrogeologico;

bisogna inoltre considerare la necessità di sostegno alle aziende anche riguardo alla gestione diretta e all'aggiornamento tecnico, con adozione di piattaforme informatiche utili al complessivo miglioramento gestionale nonché l'importanza, per le zone marginali ma anche per le aree vocate, di contribuire in questo modo anche a un contenimento o a una riduzione dei costi di produzione;

dall'ultimo rapporto ISMEA, si evidenzia l'esigenza di una cabina di regia che elabori una strategia condivisa di medio e lungo termine e che, dopo aver fissato alcuni obiettivi, possa utilizzare al meglio gli strumenti messi a disposizione dalla PAC, sia nel primo che nel secondo pilastro;

il piano olivicolo nazionale stenta a decollare e la sua applicazione è necessaria per frenare il decremento della produzione, favorire la programmazione commerciale, creare innovazione tecnologica per nuove soluzioni di produzione;

considerato infine che, in relazione al settore dell'olio d'oliva e delle olive da tavola, le risorse finanziarie dell'Unione allocate per l'Italia saranno di 34,59 milioni di euro annui, che verranno limitate al 30 per cento del valore della produzione commercializzata dalle organizzazioni di produttori e dalle loro associazioni per il 2023 e 2024, al 15 per cento per il 2025 e 2026, e al 10 per cento per il 2027,

si chiede di sapere:

quali iniziative intenda intraprendere il Ministro in indirizzo, nell'ambito del piano strategico nazionale, per salvaguardare le nostre produzioni olivicole al fine di mantenere alta la qualità, favorire una maggiore e più stabile redditività per gli olivicoltori nonché limitare le importazioni di oli esteri;

se non intenda procedere ad una serie di interventi per favorire la maggiore produzione olivicola italiana, la promozione dell'innovazione in ambito della sostenibilità ambientale, l'istituzione di una cabina di regia statale per l'applicazione del piano olivicolo, la revisione delle associazioni di produttori secondo un modello imprenditoriale e non assistenziale, la riduzione del fenomeno delle speculazioni sui prezzi e il rafforzamento dei controlli per impedire frodi e contraffazioni.

(3-02696)